Giò Di Tonno intervistato da Catia Di Gaetano

 

Giò Di Tonno intervistato da Catia Di Gaetano

Ciò che contraddistingue Giò Di Tonno è l’umanità nel relazionarsi con il pubblico e la sua professionalità frutto dei lunghi anni di esperienze formative in tutti gli aspetti dello spettacolo.

Ne è la conferma l’intervista che ci ha rilasciato e che è condotta dalla nostra redattrice Catia Di Gaetano.

Veniamo al cuore dell’intervista:

Buongiorno Maestro e le siamo grati per averci concesso di dialogare insieme.

La sua biografia artistica è ricca di successi che condensiamo nell’allegato al nostro servizio; solo per fornire sintetiche indicazioni ricordiamo che Giò Di Tonno si è esibito con Lola Ponce, con Dionne Warwick ed ha partecipato al Concerto di Natale in Vaticano del 2017; dal 2002 e per 3 anni consecutivi ha interpretato la figura di Quasimodo nel recital Notre Dame De Paris.

Attraverso il nostro giornale La Macina Magazine abbiamo già avuto l’occasione di  apprezzare la sua iniziativa di creare il primo Laboratorio per cantautori che, all’epoca della fondazione, ha mostrato il coraggio di indicare il nuovo percorso verso il “teatro musicale” dove le due arti – canto e recitazione – interagiscono e si fondono armonicamente. Lei è poi approdato in TV dopo i successi conseguiti con i musical “Jekill & Hide”, “I Promessi Sposi”, “Oscuro e la Strega” ecc..

Maestro, quali sensazioni prova nel volgere lo sguardo verso un periodo ricco di soddisfazioni e di affermazioni professionali in relazione – invece – all’odierna realtà artistica e professionale ora che Notre Dame De Paris ha ormai consacrato la sua notorietà internazionale che è tanto più esaltante considerando che, in passato, “Il gobbo di Notre Dame” è stato interpretato da artisti del calibro di Antony Hopkins, Lon Chaney, Antony Quinn, Charles Laughton?

Guardo indietro e vedo un ragazzo motivato, che ha fatto tanti sacrifici e che si è posto traguardi sempre più formativi ed impegnativi per diventare ciò che ora sono. Sono nato talentuoso? 

Non lo so, forse, ma ho certamente percorso tutte le strade per accrescere il mio bagaglio artistico e per appagare umanamente il mio animo; esiste un sottile parallelismo tra la crescita artistica e la crescita musicale ed umana perché la musica dona questa possibilità. Vedo un giovane che non ha mai mollato e che si è cimentato in tutte le esperienze per migliorare. Ora, quando recito Notre Dame De Paris, sento che questo bagaglio formativo che ho acquisito nel tempo si manifesta naturalmente nella rappresentazione. Ho visto e studiato tutte le versioni ed interpretazioni precedenti della commedia ma, per questa edizione, bisognava rispettare lo spirito della versione originaria francese e le indicazioni del Maestro Riccardo Cocciante autore delle musiche; dal canto mio applico tutto ciò che le precedenti esperienze mi hanno insegnato. Ho amalgamato il tutto per interpretare il “mioQuasimodo che ancora oggi emoziona il pubblico.

Senza nulla togliere alla bravura degli altri artisti presenti in scena riteniamo che il personaggio di Quasimodo sia la figura centrale e l’essenza stessa della storia racchiusa magnificamente e tragicamente nell’ultima scena denominata “Il Matrimonio di Quasimodo“. Cosa ne pensa di questa affermazione?

Giò Di Tonno intervistato da Catia Di Gaetano

Giò Di Tonno intervistato da Catia Di Gaetano

Hai detto bene Catia, Notre Dame De Paris è una opera collettiva ed è proprio l’alto profilo artistico di tutti i singoli interpreti che la rendono magnifica; è una opera musicale, ha un cuore e trasmette sentimenti mediterranei, è arte collettiva. Il ricordo è anche legato alla figura di Esmeralda e – indubbiamente – la versione realizzata dalla Disney nel 1996 ha contribuito alla sua diffusione tra gli adolescenti che ora, da adulti, seguono con passione le versioni attuali. E’ vero Catia, l’ultima scena denominata “Il matrimonio di Quasimodo” dove lui accompagna la sua amata alla tomba e si lascia morire è una scena straziante, bella, pura, un vero e sincero amore che tocca il pubblico nel profondo dell’animo. Io sento una grande responsabilità e coinvolgimento nel rappresentare la figura principale, me ne faccio carico e cerco di trasferire al cuore del pubblico il dolore lacerante di Quasimodo.

Giò Di Tonno ha scritto un brano per Elhaida Dani magnifica interprete di Esmeralda; cosa ci può dire dell’intenso rapporto artistico con la protagonista e della sua incredibile qualità ed estensione vocale unita ad una non comune armonia scenica?

Giò Di Tonno intervistato da Catia Di Gaetano

Inizialmente temevo per l’assenza di Lola Ponce con la quale ho condiviso nel tempo sia precedenti versioni di Notre Dame De Paris che tante altre esperienze artistiche ma Elhaida, con la sua grandissima qualità vocale e presenza scenica, ha avuto il grande merito di inserirsi in punta di piedi in un cast già formato – e già questo rappresenta una grande difficoltà – l’esserci brillantemente riuscita evidenzia la sua eccellente professionalità. Ha lavorato con grande disciplina instaurando un ottimo rapporto con tutti, si è amalgamata perfettamente conquistando il suo spazio e si è creata il personaggio di Esmeralda, il “suo” personaggio.

Notre Dame De Paris è l’evento sempre più atteso dal pubblico che lo premia costantemente con sold out in tutte le repliche perché trasmette magia, emozioni, attese; cosa avverte quando è sul palco?

Avverto una sensazione di appagamento, di felicità e di gioia perché Notre Dame De Paris resiste al tempo, rappresenta sincerità di intenti, di amore che sono sensazioni difficili da ritrovare in altri contesti come per esempio i Social dove tutto è volatile per la natura stessa del mezzo di comunicazione; l’opera costituisce uno spazio che ci è necessario. Mi ritengo fortunato rappresentare nuovamente Notre Dame De Paris.

Non possiamo non sottolineare l’emozione, la passione e l’entusiasmo che Giò Di Tonno dedica al personaggio di Quasimodo; nella sua interpretazione, Maestro, è cambiato qualcosa nel corso del tempo? Lo ha interpretato in chiave diversa?

Beh, certamente tutte le mie esperienze artistiche accumulate nel corso degli anni mi hanno formato e quindi determinato la mia evoluzione professionale. Ricordo la mia irruenza interpretativa che rasentava l’incoscienza, tipica del giovane che si presenta al pubblico; negli anni e con l’intenso studio sono riuscito a misurare ed affinare la mimica, il canto e la presenza in scena che hanno reso più convincente ed appassionante la figura di Quasimodo.

Ci può parlare del suo incontro con Riccardo Cocciante, autore delle musiche di Notre Dame De Paris, e del sodalizio artistico che si è sviluppato e consolidato nel tempo?

Giò Di Tonno intervistato da Catia Di Gaetano

E’ un rapporto splendido basato sulla stima reciproca, Riccardo Cocciante si è “fidato” ed “affidato” a me e di questo gliene sono veramente grato. Ci siamo sempre confrontati in termini sereni e costruttivi, ho cercato di aderire alle sue richieste riguardo la vocalità al fine di rendere più credibile il “gobbo” che presenta una dura scorza esteriore ma un animo delicato come è la sua voce. Stimo così tanto Riccardo Cocciante tanto da annoverarlo tra gli autori più grandi ed “intimi” del nostro secolo

Ci può raccontare uno o più eventi significativi della sua carriera che più hanno inciso per la prosecuzione della stessa?

Sanremo 1994 !

Ero un ragazzo e facevo piano bar, mi esibivo con la mia piccola band, recitavo nei più modesti teatri e…all’improvviso mi trovo catapultato sul palco di Sanremo. Ero impreparato ad affrontare una così importante esperienza considerando anche che, al tempo, non esistevano contest che fornivano indicazioni e comunque ti preparavano per i grandi eventi. I ragazzi di oggi, con i talent, appaiono più preparati quantunque il livellamento tra i partecipanti rende molto più dura e selettiva l’affermazione. Dopo l’esperienza di Sanremo ho capito che dovevo dedicarmi allo studio con tutte le mie forze; ho studiato recitazione, canto e movimento scenico, mi sono quindi formato e recitato in molti teatri, mi sono dedicato alla pop music, alla TV accumulando molteplici esperienze. Amo questo mondo, è il mio mondo.

Veniamo ora all’ultima domanda dell’intervista.

Maestro, lei insegna canto, movimento scenico e trasmette ai suoi allievi ogni aspetto di ciò che è legato al musical; quale messaggio vuole dare ai giovani che intendono seguire questa arte?

Buona la prima!

Studiare il pop, la musica leggera che trasmette le nostre sensazioni, il nostro “io” dove forse è bastevole anche avere una buona predisposizione. Il teatro musicale è ben altro discorso e non si può affidare nulla al caso e non si può improvvisare perché l’attore è il veicolo delle emozioni altrui, egli rappresenta ciò che il pubblico sente nel proprio animo. Si deve lavorare e studiare tanto per affrontare questo mondo e studiare significa anche conoscersi profondamente per dare il massimo di se stessi al pubblico. In teatro è “buona la prima” e devi quindi essere sicuro sul palcoscenico. Ai giovani dico che l’emozione si combatte con l’esperienza e con il lavoro; l’esperienza ti emoziona ma non ti pietrifica.

Grazie Maestro per il tempo che ci ha dedicato e continueremo a seguirla ed essere suoi sinceri estimatori.

Grazie a voi Catia.

BIO GIO’ DI TONNO

 

Si ringrazia per la preziosa collaborazione:

Giò Di Tonno intervistato da Catia Di Gaetano

 Valeria Scapicchio
Ufficio Stampa
valeria.scapicchio@wordsforyou.it

Chiara Sanvito

Ufficio Stampa

chiara.sanvito@wordsforyou.it

Logo di proprietà WFY

 

PH Credit Alessandro Dobici

 

 

 

Notre Dame De Paris al Palazzo dello Sport di Roma

Notre Dame De Paris al Palazzo dello Sport di Roma

 

Notre Dame De Paris al Palazzo dello Sport di Roma

Notre Dame De Paris al Palazzo dello Sport di Roma

Notre Dame De Paris al Palazzo dello Sport di Roma

Notre Dame De Paris, uno tra gli spettacoli teatrali più apprezzati al mondo e tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo torna a far sognare gli oltre 4 milioni di appassionati in Italia.

La tournée dello spettacolo più imponente mai realizzato in Europa con la produzione di David e Clemente Zard in collaborazione con Enzo Product Ltd, è iniziata a settembre e, dopo i successi registrati a Pesaro, Verona, Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Torino, toccherà le città di Roma, Trieste, Brescia Genova, Eboli, Reggio Calabria, Catania, Ancona, Jesolo e di nuovo Milano per concludersi allo Stupinigi Sonic Park.

Un’ascesa incredibile che, nella sola stagione 2016, ha superato in Italia 1 milione di spettatori e affollato le 43 tappe, per un totale di 283 repliche tutte sold out, interessando 31 città.

Nello stesso anno Notre Dame De Paris è diventato un vero e proprio cult che ha fatto impennare le vendite dei biglietti teatrali capitanando la classifica dei titoli e superando le presenze dei più grandi live della musica rock e pop tanto da essere insignito del BigliettOne d’Oro TicketOne ai Rockol Awards 2016.

Sempre nel 2016, la versione italiana ha continuato a collezionare prestigiosi riconoscimenti ed ha ottenuto ben tre Premi agli IMA (Italian Musical Awards) con le seguenti motivazioni: Migliore Spettacolo Social, Migliori Musiche (Riccardo Cocciante) e Migliore Spettacolo Classico.

Solo in Italia, in 17 anni, sono state visitate 47 città per un totale di 145 appuntamenti e 1.246 repliche complessive. Il musical è stato inoltre tradotto e adattato in 9 lingue diverse (francese, inglese, italiano, spagnolo, russo, coreano, fiammingo, polacco e kazako) e ha attraversato 23 Paesi in tutto il mondo con più di 5000 spettacoli, capaci di far sognare 13 milioni di spettatori internazionali.

Notre Dame De Paris al Palazzo dello Sport di Roma

Sono solo fredde statistiche?

No !

Esse rappresentano l’essenza dello spettacolo, la sua alchimia unica ed irripetibile esaltata dalla musica di Riccardo Cocciante.

E’ un magistrale adattamento del romanzo emozionante scritto da Victor Hugo ad opera di Luc Plamondon e di Pasquale Panella ed è diretto dal regista Gilles Maheu.

Le coreografie e ai movimenti di scena sono ideati da Martino Müller e i costumi sono di Fred Sathal. A Christian Ratz è dovuta la scenografia; un team di artisti di primo livello che ha reso quest’opera un assoluto capolavoro.

David Zard, impresario e produttore “visionario”, descrisse, nel 2017, lo spettacolo con queste parole: “Dopo 15 anni Notre Dame de Paris ha continuato a tenere la scena con un successo strepitoso, che non conosce paragoni. Questo progetto è entrato nel DNA degli italiani. Il nostro paese non aveva mai visto così tanti spettatori e repliche per un musical prima. “Notre Dame de Paris” non solo ha detenuto ogni record di pubblico in Italia, ma ha rivoluzionato la scena dello spettacolo nel nostro paese.”

Notre Dame De Paris debuttò nella sua versione originale francese il 16 settembre 1998, al Palais des Congrès di Parigi, e fu subito un trionfo di pubblico e di critica; quattro anni dopo David Zard produsse la versione italiana con l’adattamento di Pasquale Panella.

Il 14 marzo 2002, al Gran Teatro di Roma, costruito per l’occasione, si tenne la “prima” dello spettacolo che sarebbe stato l’opera dei record; un’emozione che ha “contagiato” milioni di spettatori. Un successo travolgente che ha raggiunto non solo il pubblico di Francia e Italia, ma quello di tutto il mondo: Inghilterra, Svizzera, Russia, Canada, Cina, Giappone, Corea del Sud, Libano, Turchia.

LA STORIA

È la storia di Quasimodo, il campanaro gobbo della cattedrale di Notre Dame de Paris e del suo amore tragico e impossibile per Esmeralda, la bella gitana. Un amore condannato dall’ingiustizia e dall’ipocrisia. Esmeralda è innamorata di Febo, il bel capitano delle guardie del Re, a sua volta fidanzato con Fiordaliso, una giovane e ricca borghese. Tuttavia la bellezza esotica e sensuale della zingara non lascia indifferente l’uomo che – da subito – se ne invaghisce.

Anche Frollo, l’arcidiacono della cattedrale, è segretamente attratto da Esmeralda e in un raptus di gelosia e desiderio pugnala Febo alle spalle.

Esmeralda viene arrestata con l’accusa di aver tentato di uccidere il capitano delle guardie e gettata in prigione.

Frollo, approfittando della situazione, offre la libertà alla donna in cambio delle sue “grazie” ma la bella gitana, inorridita, rifiuta l’offerta minacciandolo di vendetta.

Quasimodo libera Esmeralda e la nasconde nella sua torre ma Clopin, amico della donna e suo protettore, fraintendendo le intenzioni del gobbo, attacca la cattedrale a capo di una rivolta per liberare l’affascinante zingara.

Nel tentativo di sedare la rivolta Febo ed i suoi uomini mettono a ferro e fuoco Notre Dame ed uccidono Clopin. Il povero campanaro, credendo che Febo voglia liberare Esmeralda; consegna la donna a Frollo che, a sua volta, la consegna alle guardie.

Per Esmeralda è giunta la fine.

In realtà, Febo vuole la morte della gitana perché solo così potrà sposarsi con la sua ricca fidanzata.

Quasimodo, dopo aver assistito all’impiccagione della sua amata, resosi conto del tradimento dell’arcidiacono, folle di rabbia, getta Frollo dalla torre.

Distrutto dal dolore, il “gobbo” conduce il corpo dell’amata alla tomba su cui si lascerà morire.

Notre Dame De Paris al Palazzo dello Sport di Roma

Notre Dame de Paris è uno spettacolo magnifico, una vera e propria pietra miliare tra gli eventi live da non perdere.

In coda all’articolo sono presenti i profili dei produttori, degli artisti ecc..

GALLERIA FOTO:

I RUOLI

Esmeralda – Elhaida Dani

Quasimodo – Giò Di Tonno

Frollo – Vittorio Matteucci

Clopin – Leonardo Di Minno

Gringoire – Matteo Setti

Febo – Graziano Galatone

Fiordaliso – Tania Tuccinardi

e altri 30 artisti tra ballerini, acrobati e breaker

Musiche : Riccardo Cocciante

Liriche : Luc Plamondon

Versione italiana : Pasquale Panella

Regia : Gilles Maheu

Coreografie : Martino Müller

Scenografie : Christian Rätz

Costumi : Fred Sathal

Luci : Alain Lortie

Suono : Manu Guiot

Arrangiamenti : Riccardo Cocciante – Jannick Top – Serge Perathoner

CALENDARIO STAGIONE 2019/2020:

Dal 27 al 29 dicembre 2019 e dal 2 al 6 gennaio 2020 – Roma @ Palazzo dello Sport

Dal 29 gennaio al 3 febbraio 2020 – Trieste @Teatro Politeama Rossetti

14 e 15 febbraio 2020 – Brescia @ Brixia Forum

Dal 20 al 23 febbraio 2020 – Genova @ Teatro Carlo Felice

28 e 29 febbraio 2020 – Livorno @ Modigliani Forum

7, 8 marzo 2020 – Eboli (SA) @ PalaSele

11, 12, 13 marzo 2020 – Reggio Calabria @ PalaCalafiore

Dal 19 al 22 marzo 2020 – Catania @ PalaCatania

Dal 17 al 19 aprile 2020Ancona@ PalaRossini

24, 25 e 26 aprile 2020 – Jesolo (VE) @ PalaInvent

Dal 29 aprile al 10 maggio 2020 – Milano @ Teatro degli Arcimboldi

Dal 3 al 5 luglio 2020 – Nichelino (TO) @ Stupinigi Sonic Park

 UFFICIO STAMPA WORDS FOR YOU

Francesca Casarino – francesca.casarino@wordsforyou.it

Valeria Scapicchio – valeria.scapicchio@wordsforyou.it

Chiara Sanvito – chiara.sanvito@wordsforyou.it – +39 3341634637

press@vivoconcerti.com

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Il Lago dei Cigni di Benjamin Pech al Teatro Costanzi di Roma

Il Lago dei cigni di Benjamin Pech al Teatro Costanzi di Roma

 

Il Lago dei Cigni di Benjamin Pech al Teatro Costanzi di Roma

Il Lago dei cigni di Benjamin Pech al Teatro Costanzi di Roma

Da martedi 31 dicembre 2019 a mercoledi 8 gennaio 2020 verrà rappresentato il grande classico del balletto, e forse il più amato, Il Lago dei Cigni che inaugura la ricca stagione del balletto 2019-2020 del maestoso Teatro dell’Opera di Roma.

Il corpo di ballo, diretto da Eleonora Abbagnato, vedrà sul palcoscenico l’étoile Rebecca Bianchi, la prima ballerina Susanna Salvi, i primi ballerini Claudio Cocino e Alessio Rezza, i solisti Giacomo Castellana e Michele Satriano.

Non mancheranno ospiti internazionali di assoluto prestigio tra cui Polina Semionova quale prima ballerina, Amandine Albisson étoile dell’Opéra di Parigi e Daniel Camargo guest principal dancer.

Il Lago dei cigni di Benjamin Pech al Teatro Costanzi di Roma

Il Lago dei Cigni è una fiaba romantica che vive nell’eterno conflitto tra il Bene ed il Male, ricca di simbolismi e che affascina sempre gli spettatori di tutto il mondo.

L’idea di un balletto ispirato al mito della donna-cigno maturò in Pëtr Il’ič Čajkovskij nella seconda metà dell ‘800 e fu rappresentato al  Teatro Bol’šoj di Mosca ottenendo però scarso successo; sarà Marius Petipa insieme al suo collaboratore Lev Ivanovič Ivanov, a rielaborare le coreografie ed ottenere la consacrazione del successo nel 1895 quando Il Lago dei Cigni trionfò al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, con l’italiana Pierina Legnani nel ruolo della protagonista.

Il Lago dei cigni di Benjamin Pech al Teatro Costanzi di Roma

Nella conferenza stampa del 18 dicembre il Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Carlo Fuortes, si è dichiarato orgoglioso di inaugurare la stagione 2019-2020 con la rappresentazione di un balletto che è una icona mondiale e record di incassi.

A questo proposito bisogna sottolineare l’importante e meritoria iniziativa attuata dal Teatro dell’Opera di Roma di devolvere gli incassi della recita pomeridiana del 2 gennaio 2020 a favore del Teatro La Fenice di Venezia che si è trovato, nei giorni immediatamente precedenti l’inaugurazione della sua nuova stagione, fortemente danneggiato dal fenomeno “dell’acqua alta”.

E’ un significativo gesto di vicinanza e solidarietà da parte del Teatro dell’Opera di Roma; complimenti.

Benjamin Pech, già étoile dell’Opéra di Parigi, primo maître e assistente alla Direzione del Ballo del Teatro dell’Opera di Roma pur rimanendo sostanzialmente fedele al libretto di Marius Petipa rielabora tutto l’impianto e ci offre la sua versione.Il Lago dei cigni di Benjamin Pech al Teatro Costanzi di Roma

“Ho lavorato sulla profondità rendendola più prospettica e sulla pantomima rendendola più asciutta e molto vicina alla realtà. Ho incisivamente lavorato sulla figura di Benno amplificando la sua doppia figura di amico e di traditore. E’ un balletto che ho “pensato” a beneficio dell’intero corpo di ballo che sarà esaltato – singolarmente – nel proprio ruolo. Le star internazionali daranno un tocco del tutto particolare e personale alla scena; Polina Semionova esalterà l’anima russa del balletto, Daniel Camargo la freschezza del giovane principe e Amandine Albisson quell’immancabile tocco francese”

L’allestimento è stupefacente e realizzato da Aldo Buti con le luci di Vinicio Cheli; l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma sarà guidata dal Direttore Nir Kabaretti e dal Direttore Carlo Donadio (7 e 8 gennaio)

Il Lago dei cigni di Benjamin Pech al Teatro Costanzi di Roma

 Il Lago dei Cigni

Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij

Interpreti principali

Odette / Odile Polina Semionova 31 dicembre (h18.00), 2 gennaio (h 20.00) / Rebecca Bianchi 2 gennaio (h 15.00), 4 gennaio (h 15.00) / Susanna Salvi 3 gennaio (h 20.00), 4 gennaio (h 20.00), 8 gennaio (h 20.00) / Amandine Albisson 5 gennaio (h 16.30), 7 gennaio (h 20.00)

 

Principe Daniel Camargo 31 dicembre (h18.00), 2 gennaio (h 20.00), 5 gennaio (h 16.30), 7 gennaio (h 20.00) / Claudio Cocino 3 gennaio (h 20.00), 4 gennaio (h 20.00), 8 gennaio (h 20.00) / Michele Satriano 2 gennaio (h 15.00), 4 gennaio (h 15.00)

 

TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Anna Lea Antolini

Ufficio Stampa e Relazioni Esterne del Ballo

Cell. + 39 338 9079261 stampa.ballo@operaroma.it

 

 

 

 

 

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

 

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

E’ per noi un piacere ricordare la gioia, l’emozione e la freschezza nel sorriso di Caterina al momento di ritirare il premio conseguito nel nostro precedente Concorso l’Arte della parola per la sua opera “L’urlo del coraggio infranto” che ha, forse, determinato il suo più che meritato successo.

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

Abbiamo già pubblicato il suo componimento in data 18/11/2019

https://www.lamacinamagazine.it/caterina-marano-il-volo-della-libellula/

L’intervista è condotta dallo scrittore e giornalista Andrea Lepone.

“Intervistiamo oggi la Dott.ssa Caterina Marano, psicologa specialista in infanzia, adolescenza e famiglia, psicoterapeuta e insegnante, nonché abile scrittrice e vincitrice di prestigiosi riconoscimenti letterari. Per Aletti Editore è in uscita la silloge poetica “I Dipinti dell’anima”.

Per stabilire da subito un clima di dialogo propongo di passare al “tu”.

Certamente, Andrea. Sono lusingata di essere intervistata da te, che sei per me da nobile esempio essendo un giovane autore di grande talento e avendo ricevuto da te il primo riconoscimento.

Buongiorno Caterina, grazie per la tua disponibilità e complimenti per il riconoscimento conseguito nel Concorso Letterario “Il Macinino”. La tua opera, intitolata “Il volo della libellula”, si è classificata al secondo posto ex aequo nella sezione dedicata alla poesia. Cosa ti ha ispirato nel comporre questa lirica?

Mi ha ispirato il mio corpo, che racconta spesso la mia storia con sensazioni molto forti. In particolare questa poesia l’ho scritta in un periodo di significativa trasformazione e in un contesto naturalistico. La scelta del titolo infatti sta a simboleggiare la ricerca consapevole di libertà e il bisogno di equilibrio attraverso una profonda connessione tra anima, mente e corpo, nonostante i morsi della vita e i boati del passato.

Nella suddetta poesia, l’utilizzo delle rime è assai significativo. Prediligi uno stile più ritmico, a scapito di un verso più sciolto?

Dipende dalla poesia e dalle emozioni che trasmetto. Di solito prediligo l’utilizzo delle rime quando le emozioni sono molto forti e profonde, quasi esplosive. La rima mi aiuta a stare con queste emozioni e a sentirne l’intensità per poi trasformarle in un’esperienza emotiva evolutiva, una conclusione diversa con cui spesso chiudo le mie opere. Allo stesso tempo preferisco agganciare il lettore con un’incisiva musicalità e accompagnarlo con ritmo deciso affinché la mia opera attraversi la sua anima dall’inizio alla fine.

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

Esattamente come una libellula in volo, anche gli esseri umani hanno bisogno di un proprio “equilibrio” per affrontare la vita… secondo te, la poesia può essere d’aiuto in questo senso?

Credo profondamente nel potere terapeutico della poesia; è una preziosa risorsa per affrontare la vita. Con la poesia così come con altre forme di espressione artistica è possibile riscrivere la propria storia ed elaborare esperienze emotive per trasformarle in opportunità di crescita evolutiva. Nel mio caso è stata molto utile per accettare ed elaborare esperienze traumatiche della mia storia personale e familiare.

Ritieni che la scrittura creativa sia utile per comprendere meglio la personalità di un individuo, i suoi pensieri, le sue aspirazioni?

 Credo di sì, tuttavia è necessario che ci siano come condizione la disponibilità ad ascoltare e ascoltarsi, la motivazione a sintonizzarsi con se stessi e mettersi in discussione, il desiderio di riscoprirsi, il coraggio di accertarsi e lascarsi attraversare dalle proprie emozioni. Utilizzo spesso la scrittura creativa anche in ambito professionale sia con adulti sia con bambini. Tra i miei progetti futuri vi è un Laboratorio di scrittura creativa rivolto ai preadolescenti, per cui la poesia potrebbe essere utile sia a prevenire eventuali disagi sia a trasformarli in esperienze emotive accettabili e correttive.

 Arte poetica e condivisione… cosa ne pensi di questo binomio?

Credo nel potere di questo binomio affinché la poesia diventi espressione simbolica della psiche ed esperienza creativa per l’anima.La condivisione diretta della poesia o indiretta dell’esperienza emotiva suscitata è necessaria affinché l’arte poetica diventi un’esperienza evolutiva. La condivisione delle mie poesie con i miei genitori, che ringrazio infinitamente per avermi accompagnato in questa preziosa scoperta, è stata utile per elaborare insieme e in chiave metaforica dei vissuti emotivi troppi forti e intimi da poter condividere in maniera più diretta e intenzionale. Nella mia silloge poetica I Dipinti dell’anima ho privilegiato questa unione tra arte poetica e condivisione, coinvolgendo vari artisti con stili, ideologie, età e origine socio-culturali di diverso genere. Mi ha affascinato scoprire come dalla condivisione delle mie poesie siano nate altre forme artistiche, alcune anche completamente diverse dalle poesie a cui si sono ispirate. Nel mio libro l’anima di ogni poesia si incontra con lo spirito di ogni artista. Ogni lettore potrà scoprirsi in un dipinto dell’anima, in questo incontro condiviso tra arte e poesia.

Qual è il tuo componimento preferito, in termini assoluti?

Qualche tempo fa avrei citato un componimento dedicato a mio fratello Carmine, a cui è dedicata la mia silloge poetica. Per l’effetto trasformativo che ha la poesia su di me, ora posso dire che non ho un componimento preferito in termini assoluti perché ogni opera ritrae un respiro di libertà della mia anima e un sospiro di salvezza. Restando in tema di condivisione, vorrei citare il componimento “Radici nel cemento” a cui sono particolarmente legata perché è stato dedicato da mio padre a mia madre, ed è tra i loro preferiti.  Hanno sentito nei versi la forza del loro legame, che continua a vivere nonostante la perdita di un figlio. Questa poesia condivisa con loro rappresenta il potere della loro unione, per me grande fonte di forza e coraggio, e di cui sono molto orgogliosa.

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

 Grazie Caterina per il tempo che ci hai concesso, con l’auspicio che ci seguirai con il tuo apprezzamento nei prossimi Concorsi Letterari che bandiremo.

Certo, non mancherò. Apprezzo molto il valore dei vostri eventi culturali e sono affettivamente legata ai vostri concorsi letterari. Con voi sono entrata nel mondo della poesia e ho iniziato a condividere le mie opere. Ricordo ancora con viva emozione quando ho esordito nel maggio scorso con l’“Urlo del coraggio infranto” al vostro Concorso L’Arte della parola, con cui ho ricevuto una menzione di merito.”

 

 

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

 

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

Daniele Cipriani Entertainment presenta

LES ÉTOILES 2020 : IL GALA INTERNAZIONALE DELLA DANZA CHE STRIZZA L’OCCHIO AL CINEMA

L’edizione 2020 di Les Étoiles, realizzata da Daniele Cipriani, si arricchirà di ulteriori interessanti novità che accenderanno di prodezze pirotecniche “in volo e sulle punte” – secondo il celebre motto di questo gala- il palcoscenico della Sala S. Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma il 24 e 25 gennaio (ore 21) e il 26 gennaio 2020 (ore 17).

Les Étoiles 2020 ospita come sempre grandi stelle, “étoile” del balletto internazionale e, questa volta, tra loro ce ne sarà una che è ormai anche una star del cinema: Oleg Ivenko divenuto celebre per aver ricoperto nientemeno che la parte del giovane Rudolf Nureyev nel recente film The White Crow.

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

Ivenko porterà a Les Étoiles 2020 non solo una somiglianza nel fisico e nel temperamento con il “Tartaro Volante” (che lo ha fatto scegliere dal regista Ralph Fiennes per interpretare sullo schermo il ballerino più celebre di tutti i tempi), ma anche il profumo della lontana Terra dei Tartari, o Tartaria, essendo egli étoile presso la Compagnia di Stato di Opera e Balletto di Kazan nella Repubblica russa del TatarstanDaniele Cipriani e Les Étoiles 2020

Altra ‘new entry’ che si aggiunge a Les Étoiles 2020, e che viene or ora annunciata da Daniele Cipriani, è la ballerina russa Eleonora Sevenard del Teatro Bolshoi di Mosca.

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020     Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

La Sevenard forma insieme all’étoile Denis Rodkin – la cui presenza a Les Étoiles 2020 era stata annunciata in precedenza e con cui danzerà a Roma – una delle coppie attualmente più in vista della compagnia moscovita. E la Sevenard, come Ivenko, ci riporta nel mondo del cinema in quanto lontana parente di Mathilde Kschessinska, la ballerina amante dello Zar Nicola II, anche questa immortalata recentemente sul grande schermo nel film Matilda di Alexey Uchitel.

I fisionomisti più accaniti potranno cercare somiglianze tra la bruna Sevenard e la di lei bellissima e leggendaria prozia.

Si dice che con il passare delle epoche, via via che si va allargando lo stato di coscienza dell’essere umano, si allarghi anche l’universo: innegabile che, in parallelo alle esplorazioni del subconscio da parte dei padri della psicanalisi nel 20° secolo, sono avvenute scoperte di nuovi pianeti e stelle da parte degli astronomi. In questa 9a edizione di Les Étoiles 2020 (poiché alle cinque precedenti edizioni romane si devono aggiungere quelle di Venezia, Cagliari e Ravenna, ricordandosi che la 10a edizione si terrà al Comunale di Bologna il 26 e 27 settembre 2020), anche il firmamento stellato di Daniele Cipriani si espande ulteriormente; aumenta il numero delle stelle che danzeranno ed aumentano anche il numero delle serate portate eccezionalmente a tre.

Il conto alla rovescia per questo viaggio stellare è dunque ormai in pieno svolgimento anche se le ultime “étoile” che si aggiungeranno allo sfavillante cast debbono ancora essere annunciate rendendo l’attesa ancor più febbricitante. Ricordiamo che la portabandiera dell’armata danzante sarà ancora una volta la popolarissima ballerina argentina Marianela Nuñez; essa è ormai simbolo e mito de Les Étoiles 2020 per numero di presenze in campo.

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020                   

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

Marianela avrà accanto il russo Vadim Muntagirov, “danseur noble” tra i più puri e affettuosamente chiamato “Vadream” perché considerato il partner del sogno dalle ballerine del Royal Ballet di Londra, compagnia da cui sia lui che la Nuñez provengono.

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

 

Marianela e Vadim interpreteranno passi a due del repertorio classico: La Bayadère e Bella Addormentata.

Brani dal repertorio classico anche per Denis Rodkin ed Eleonora Sevenard (“Passo a due Il Cigno Nero” da Il Lago dei Cigni Spartacus)

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

mentre la coppia costituita dal tedesco Friedemann Vogel e dalla spagnola Elisa Badenas

 

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020 interpreterà Legend, brano di John Cranko, demiurgo dello Stuttgart Ballet che è la loro compagnia di provenienza; per essi è prevista anche una scelta contemporanea, Mona Lisa di Itzik Galili, brano che colpisce per il suo atletismo spinto.

Già da queste anticipazioni si evince che una delle caratteristiche che rende Les Étoiles 2020 così diverso da altri gala di danza è proprio la scelta del programma che spazia dai classici di repertorio di Petipa, conditi di fouettésgrands jetés ed altri virtuosismi mozzafiato, a brani firmati da grandi nomi della coreografia del 20° secolo o da coreografi contemporanei di punta.

Ad esempio, la ballerina francese Aurélie Dupont, già étoile dell’Opéra di Parigi di cui oggi è la direttrice, sceglie di interpretare la ricostruzione di Ekstasis, leggendario assolo di Martha Graham, e un brano di Alan Lucien Øyen, coreografo norvegese attualmente molto in vista.

Invece Robert Fairchild, già principal del New York City Ballet, arriva direttamente da Broadway per condurci nello scintillante mondo dei musical.

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

Les Étoiles 2020 sarà soprattutto l’omaggio di Roma ad Alicia Alonso, mito del balletto mondiale scomparsa poche settimane fa e che fu nominata la scorsa primavera la “Estrella del Siglo” (Stella del Secolo). Per celebrare la loro grande maestra arrivano i cubani Yanela Piñera (Queensland Ballet di Brisbane, Australia) e Luis Valle (Ballet Méditerannée dell’Opera di Nizza),

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

 

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

sfoderando in un brano tratto dal Don Chisciotte e nel passo a due Acque di Primavera di Asaf Messerer – dove i ballerini passano più tempo in aria che sul palcoscenico -, quello scatenato brio caraibico che contraddistingue “las estrellas” formatesi all’ombra delle palme de L’Avana sotto la guida dell’Alonso.

E’ atteso anche il coreano Young Gyu Choi Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

del Balletto Nazionale Olandese ed inoltre, a grande richiesta, ritorna lo spagnolo Sergio Bernal del Balletto Nazionale Spagnolo;Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

un ballerino carismatico che elettrizza gli spettatori fin dall’istante in cui appare in scena.

Per questi due virtuosi il programma è ancora parzialmente da annunciare anche se sappiamo che il primo interpreterà certamente l’“Assolo dell’Idolo d’Oro” tratto da La Bayadère e che il madrileno non mancherà di offrirci anche uno dei suoi roventi zapateado.

Daniele Cipriani dice: “Attenti a quei due!” lasciandoci nella suspense con la promessa di un imminente annuncio e di ulteriori novità riguardanti un celebre stilista italiano che sta creando i costumi proprio per i brani che Bernal e Choi danzeranno a Roma.

“L’alta moda di prestigio fa – a buon diritto – il suo ingresso a Les Étoiles restate in ascolto” è l’invito che Daniele Cipriani ci rivolge. Come dire, per strizzare l’occhio al cinema, prossimamente su questi schermi…

Daniele Cipriani Entertainment è riconosciuta dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali come organismo di produzione per la danza

 Ufficio Stampa Daniele Cipriani Entertainment 

Simonetta Allder

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