FESTA DELLA DONNA, NON VOGLIO MIMOSE: RICONSIDERIAMO LE CELEBRAZIONI

FESTA DELLA DONNA, NON VOGLIO MIMOSE: RICONSIDERIAMO LE CELEBRAZIONI

FESTA DELLA DONNA, NON VOGLIO MIMOSE: RICONSIDERIAMO LE CELEBRAZIONI

Il 8 marzo si avvicina e con esso la tradizionale e, spesse volte stereotipata, celebrazione della Festa della Donna. Tuttavia, malgrado i femminicidi troppo spesso commessi con modalità brutali e che continuano ad insanguinare la nostra società, un sempre più crescente movimento di donne sollecitano un reale cambiamento nel modo in cui viene commemorata questa giornata.

L’idea di ricevere mimose o altri doni convenzionali è diventata sempre più obsoleta e fuori luogo. Le donne di oggi vogliono ben più di un semplice omaggio floreale: vogliono essere riconosciute per le loro conquiste sociali faticosamente e dolorosamente raggiunte, vogliono che sia rispettata la propria persona e continuano a lottare per l’uguaglianza e il rispetto di genere in tutti gli aspetti della società.

La tradizione delle mimose risale al lontano 1946 quando fu scelta come simbolo della Festa della Donna in Italia. Nonostante ciò, nel corso degli anni, questa pratica è spesso criticata per essere diventata un gesto vuoto e superficiale, privo di significato reale. Le mimose sono senz’altro magnifici fiori, allegri, gioiosi, sbarazzini e donarli è un gesto carico di significati se – questo gesto – si accompagna ad un reale apprezzamento del valore della donna a cui si donano.

Non può essere sostitutivo.

Ci sono molte ragioni per cui le donne stanno rifiutando le mimose. In primo luogo questo gesto non tiene conto delle diverse realtà vissute dalle donne in tutto il mondo. Mentre alcune donne possono apprezzare un mazzo di fiori, molte altre si trovano ancora a lottare contro discriminazioni sistemiche e disuguaglianze di genere. Dare loro solo una mimosa rappresenta un’offesa al loro impegno e alla loro lotta quotidiana.

In secondo luogo, le donne non vogliono essere ridotte a stereotipi. La società sta cambiando e le donne stanno dimostrando di essere capaci di molto di più che di semplici ruoli tradizionali. Vogliono essere viste come individui pienamente realizzati, con interessi, talenti e ambizioni diversi. Regalare loro mimose suggerisce che il loro unico ruolo nella vita sia quello di essere decorazioni o figure ornamentali.FESTA DELLA DONNA, NON VOGLIO MIMOSE: RICONSIDERIAMO LE CELEBRAZIONIUn rapporto EURISPES di luglio 2023 che ha analizzato un campione intergenerazionale di 1048 donne dai 18 ai 60 anni evidenzia che malgrado le campagne stampa, i saggi richiami espressi dalle Istituzioni tesi a valorizzare il ruolo della donna, aleggia sempre l’immaginario collettivo che relega la donna in una gabbia mentale solidificata nel tempo.

Il 72,8% delle intervistate ha dichiarato di aver ricevuto pesanti apprezzamenti sul proprio corpo;

Il 64,6% delle intervistate ha dichiarato di essere stata vittima di Catcalling (violenza sessuale verbale con incisive frasi sessiste);

Il 45,9% delle intervistate ha dichiarato di aver ricevuto molestie sessuali verbali sul WEB e sui Social.

Sono poi rimasta interdetta nel leggere che, alla domanda “esiste il patriarcato inteso come sistema sociale in cui gli uomini detengono in via primaria il potere predominando in termini di potere politico, autorità morale, privilegio sociale e controllo?”

Il 49,5% delle intervistate ha risposto SI (fascia di età 18 – 24 anni e 35 – 60 anni)

Il 50,5% delle intervistate ha risposto NO (fascia di età 25 – 34 anni)

E’ ancora lungo il cammino che porta ad una riconsiderazione diffusa in tutti gli strati sociali, di qualunque età, del ruolo e dei valori che la donna racchiude.FESTA DELLA DONNA, NON VOGLIO MIMOSE: RICONSIDERIAMO LE CELEBRAZIONI

È tempo di riconsiderare il significato della Festa della Donna. Invece di concentrarsi su gesti superficiali, dovremmo utilizzare questa giornata per riflettere sui progressi compiuti dalle donne nel corso degli anni e sugli ostacoli che ancora devono affrontare. Dovremmo celebrare le donne per le loro conquiste nei campi dell’arte, della scienza, della politica, dell’economia e di molti altri settori. Dovremmo impegnarci a combattere le disuguaglianze di genere e a creare un mondo più equo e inclusivo per tutti.

Quest’anno, non abbandoniamo le mimose ma accompagniamole con gesti ed atteggiamenti più significativi e profondi.

Operiamo tutti per combattere le disuguaglianze di genere nella nostra vita quotidiana e così facendo la Festa della Donna diventerà davvero un’occasione per celebrare il progresso e per rinnovare il nostro impegno per un futuro più giusto e equo per tutte le donne.

Concludo riportando la splendida poesia, un inno, che Alda Merini ha dedicato a tutte le donne:

“A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.”

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LA MRA QUESTA SCONOSCIUTA: ALLA SCOPERTA DELLA MIXED-REALITY ART

LA MRA QUESTA SCONOSCIUTA: ALLA SCOPERTA DELLA MIXED-REALITY ART

La tecnologia avanza a passi da gigante introducendo nuove forme di espressione artistica che, spesso, sfuggono alla comprensione del grande pubblico. Tra queste, meno conosciute, è la Mixed-Reality Art, abbreviata in MRA

Cos’è esattamente la MRA e perché merita di essere esplorata?

La MRA è una porzione del ben più ampio campo artistico; è interdisciplinare e fonde elementi del mondo reale con quelli del mondo virtuale creando un’esperienza sensoriale unica e coinvolgente per lo spettatore.

LA MRA QUESTA SCONOSCIUTA: ALLA SCOPERTA DELLA MIXED-REALITY ARTAttraverso l’uso di tecnologie come la realtà aumentata, abbreviata in AR e la realtà virtuale, anch’essa abbreviata in VR, gli artisti sono in grado di trasformare gli spazi fisici in ambienti digitali immersivi dove la creatività può fluire liberamente.

Una delle caratteristiche distintive della MRA è la sua capacità di sfidare le convenzioni artistiche tradizionali e di portare questa particolare espressione dell’arte fuori dei tradizionali confini quali i teatri, i musei e le gallerie. Le opere MRA possono manifestarsi in forme diverse che vanno dalle installazioni interattive alle performance dal vivo in appositi spazi forniti di apparecchiature elettroniche coinvolgendo attivamente il pubblico e trasformando l’osservatore quale parte integrante dell’opera stessa.

LA MRA QUESTA SCONOSCIUTA: ALLA SCOPERTA DELLA MIXED-REALITY ART

Questa forma d’arte ibrida è in continua evoluzione alimentata dalla collaborazione tra artisti, designer, sviluppatori, informatici e tecnologi. L’innovazione tecnologica apre costantemente nuove possibilità creative spingendo gli artisti MRA a esplorare territori inesplorati e a sfidare i limiti della percezione umana.

Tuttavia, nonostante il suo potenziale rivoluzionario, la MRA rimane in gran parte sconosciuta al gran pubblico. La mancanza di conoscenza e quindi di accesso a questa particolare – se non unica – forma d’arte può rappresentare una barriera alla sua diffusione e comprensione. Potrebbe essere importante conoscere la MRA e rendere le sue opere accessibili a un pubblico più vasto.

In conclusione, la Mixed-Reality Art rappresenta una delle frontiere più intriganti dell’arte contemporanea ed offre un terreno fertile per l’innovazione e l’esplorazione artistica legata alla tecnologia.

È tempo di gettare luce su questa sconosciuta e di esplorarne le potenzialità?

Così facendo si potrebbe pienamente comprendere ed anche apprezzare e, nel contempo, gli amanti dell’arte tradizionale potrebbero esprimere il loro giudizio con oculatezza.

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LA MAESTRA DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA: GUIDA E ISPIRAZIONE PER I PIÙ PICCOLI

LA MAESTRA DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA: GUIDA E ISPIRAZIONE PER I PIÙ PICCOLI

Alla base del percorso dell’istruzione, là dove stanno germogliando i semi del sapere, c’è una figura che spicca per la sua dedizione, la sua dolcezza e il suo impegno: la maestra della scuola dell’infanzia. In un mondo in continua evoluzione il ruolo di queste insegnanti assume un’importanza sempre maggiore plasmando le menti e i sentimenti dei piccoli alunni.

Con pazienza e amore, queste donne e uomini si immergono ogni giorno in un mare di curiosità e domande guidando i loro giovani allievi attraverso le prime scoperte del mondo. Possiamo definirli “gli architetti delle emozioni”, sono costruttori della fiducia e catalizzatori della innata creatività dei bambini. Le aule delle scuole dell’infanzia sono come giardini in cui i semi dell’apprendimento vengono piantati ed accuditi con amore e cura, pronti a crescere e fiorire nel corso degli anni.

Maestra non è solo un titolo, è vocazione e dedizione. È la capacità di trasformare la routine quotidiana in avventure emozionanti, di trasmettere conoscenza attraverso il gioco e di ispirare il desiderio di apprendere sempre di più attraverso racconti, canzoni e giochi.

LA MAESTRA DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA: GUIDA E ISPIRAZIONE PER I PIÙ PICCOLI

Sanno come catturare l’attenzione dei loro giovani studenti e incanalare la loro energia verso il processo di apprendimento.

Tuttavia, il lavoro di una maestra della scuola dell’infanzia va oltre l’insegnamento di nozioni di base, è anche una preziosa guida nella crescita emotiva e sociale dei bambini. Aiutano i piccoli a sviluppare le competenze necessarie per navigare nel complesso mondo delle relazioni umane insegnando loro l’importanza dell’empatia, della condivisione e del rispetto reciproco.

In un’epoca in cui l’istruzione viene spesso misurata in termini di risultati numerici e accademici è importante riconoscere il valore intrinseco del lavoro delle maestre della scuola dell’infanzia; sono loro che gettano le basi per il futuro successo dei loro studenti non solo fornendo conoscenze e competenze ma anche nutrendo la loro autostima e il loro senso di identità.

LA MAESTRA DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA: GUIDA E ISPIRAZIONE PER I PIÙ PICCOLI

Tuttavia, nonostante il loro ruolo cruciale, le maestre della scuola dell’infanzia sono spesso trascurate e sottovalutate nella società. È fondamentale che vengano riconosciute e supportate adeguatamente, non solo con parole di apprezzamento, ma anche con risorse e condizioni di lavoro adeguate.

In conclusione, la maestra della scuola dell’infanzia è molto più di un’educatrice; è un faro di luce e speranza per i giovani che intraprendono il loro viaggio nel mondo dell’apprendimento. La loro dedizione e passione sono i mattoni su cui si costruisce la società del domani, consapevole e pronta ad affrontare il futuro.

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LA TRAGEDIA DEL FEMMINICIDIO: UN FLAGELLO SOCIALE CHE RICHIEDE AZIONI URGENTI

LA TRAGEDIA DEL FEMMINICIDIO: UN FLAGELLO SOCIALE CHE RICHIEDE AZIONI URGENTI

I recenti fatti di sangue (Cisterna di Latina…) hanno drammaticamente riproposto all’attenzione della collettività il triste fenomeno della violenza sulle donne. Con due miei precedenti articoli del 24/11/2020

https://www.lamacinamagazine.it/25-novembre-contro-la-violenza-sulla-donna/

e del 07/2021

https://www.lamacinamagazine.it/8-marzo-basta-con-le-mimose/

affrontai questa tematica stigmatizzandola; forse è il caso di riportarla alla luce.

Il femminicidio, definito come tale, è l’omicidio di una donna a causa del suo genere e rappresenta una delle forme più estreme e riprovevoli di violenza di genere. È una tragedia che si ripete in tutto il mondo lasciando dietro di sé dolore, distruzione, sgomento e disperazione. Questo fenomeno, purtroppo, non conosce confini geografici, culturali o socio-economici; colpisce donne di ogni etnia, classe sociale e provenienza.

Le radici del femminicidio, consolidate nel tempo, affondano nelle profonde disuguaglianze di potere tra uomini e donne, alimentate da norme sociali patriarcali che relegano le donne a uno status di inferiorità e soggezione. La violenza domestica, l’abuso psicologico, l’oppressione economica e la discriminazione sistemica sono solo alcune delle manifestazioni di questa disuguaglianza strutturale.

In molti casi il femminicidio è il culmine di un percorso di violenza che inizia “in sordina” con l’isolamento della vittima, prosegue in maniera crescente con minacce e abusi di vario genere e termina con l’omicidio. Nella maggior parte dei casi le donne vengono uccise da partner intimi o ex partner che non si rassegnano e cercano ancora di esercitare il loro controllo e dominio fino all’estremo limite.

Le conseguenze del femminicidio non si limitano alla vittima diretta ma si estendono a familiari, amici e alla comunità tutta. I bambini che assistono alla violenza domestica sono particolarmente violentati, vulnerabili e possono subire profondi traumi sia fisici che psicologici, duraturi nel tempo, che influenzano il loro sviluppo emotivo e psicologico.

Affrontare efficacemente il femminicidio richiede un impegno congiunto da parte di tutti noi, singolarmente, per prendere coscienza del fenomeno, rigettarlo e condannarlo, impegno da parte dei governi, istituzioni, forze dell’ordine e organizzazioni della società civile. È fondamentale promuovere e diffondere la cultura del rispetto e della parità di genere fin dalla più tenera età attraverso programmi educativi nelle scuole e campagne di sensibilizzazione pubblica, contrastare la “banalizzazione” e la “giustificazione” della violenza di genere ma è fondamentale che sia in primis la famiglia ad educare al rispetto della parità di genere. 

E’ inoltre cruciale rafforzare le leggi e i meccanismi di protezione per le vittime di violenza domestica garantendo loro accesso a servizi di sostegno e rifugio sicuri. È indispensabile anche istruire, migliorare la capacità e l’efficacia delle forze dell’ordine e la magistratura nel saper individuare i primi segnali di pericolo e porre in essere gli strumenti per prevenire che il rischio si trasformi in femminicidio.

In conclusione, il femminicidio rappresenta una grave violazione dei diritti umani e una sfida urgente per la nostra società. Solo attraverso un impegno singolo, collettivo e determinato possiamo sperare di porre fine a questa tragedia e creare un mondo in cui tutte le donne possano vivere libere dalla paura e dalla violenza.

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Parla una Maestra della Scuola Materna: Un’affascinante Viaggio nell’Educazione dei Più Piccoli

Parla una Maestra della Scuola Materna

Nel più grande universo della didattica di ogni ordine e grado, tra colori vivaci e sorrisi genuini, si cela il mondo quasi incantato della scuola materna. In un’intervista esclusiva, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare la voce di una maestra, Martina, custode dei sogni e delle prime scoperte dei nostri piccoli studenti.

La maestra Martina inizia con una tenera riflessione sulla sua… professione? lavoro? missione?: “Insegnare nella scuola materna è un impegno che ritengo vada ben oltre una semplice e ripetitiva trasmissione di nozioni. È un viaggio emozionante che mi vede coinvolta nella impercettibile ma continua crescita dei bambini che mostrano sempre una curiosità incontenibile e una naturale voglia di apprendere.

Parlando della sua routine quotidiana, la maestra sottolinea l’importanza di creare un ambiente accogliente e stimolante. “I bambini sono come spugne desiderose di conoscenza. Creare un ambiente in cui si sentano sicuri ed esplorino liberamente è cruciale per il loro sviluppo emotivo e cognitivo.

Un sorriso gioioso si dipinge sul suo volto mentre condivide aneddoti che raccontano momenti indimenticabili trascorsi con i suoi giovani studenti. “La spontaneità dei bambini è un vero tesoro. Ogni giorno è un’avventura diversa, fatta di domande curiose, disegni colorati e atteggiamenti affettuosi.

Sulla questione della creatività e dell’arte nella didattica, la maestra sottolinea: “La creatività è il cuore pulsante della scuola materna. Attraverso l’arte e il gioco, i bambini esplorano il mondo e sviluppano le proprie capacità espressive. È un processo che va al di là del risultato finale; è il viaggio che conta ed i risultati certamente verranno.”

Pensando alle sfide della professione, la maestra Martina riconosce la grande responsabilità di “plasmare” le menti giovani. “Ogni bambino è un individuo unico con il proprio ritmo di apprendimento. La sfida sta nel comprendere e rispettare le loro diversità, incoraggiandoli a crescere in modo sano e felice.

Concludendo l’intervista, la maestra esprime il suo entusiasmo per i suoi piccoli allievi. “Sono semi piantati con amore e cura che ogni giorno “annaffiamo” con la nostra presenza, la nostra attenzione, le nostre cure. Guardare questi semi crescere e poi fiorire è la ricompensa più grande per ogni insegnante di scuola materna.”

Da questo incontro con una maestra della scuola materna, emerge un mondo di dedizione e passione per l’educazione dei bambini.

Elogiamo tutte le insegnanti che, con amore e pazienza, plasmano il futuro dei nostri figli fornendo loro il prezioso dono dell’istruzione.

Ringraziamo la maestra Martina per il tempo che ci ha dedicato e le auguriamo Buon Natale.