SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

 

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

Nel nostro primo incontro ci eravamo lasciati con questo commento ” …quando un breve incontro si trasforma in un interessante ed approfondito scambio artistico e culturale.

Diplomato al Liceo Artistico, Laureato in Architettura, Docente, Scrittore, Disegnatore, Ricercatore in ambito storico e iconografico.

Questa essenziale scheda di presentazione non rende giustizia alla duttile mente di Saverio con cui abbiamo commentato il suo libro “NAPOLEONE La sfida d’Italia

E’ un racconto storico iconografico a fumetti, peraltro di eccellente qualità artistica, della campagna d’Italia del 1796

L’autore ha ripercorso minuziosamente il lungo cammino da Parigi a Milano che portò alla gloria il giovane Napoleone.

L’ardita scelta di rappresentare attraverso il fumetto questo significativo episodio dell’intero impero napoleonico rende il libro fruibile ed accattivante non solo ai ragazzi ma anche agli adulti.

Torneremo a breve con una intervista più approfondita con l’autore.”

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

Ed ecco ora quanto scaturito dall’incontro del giornalista Andrea Lepone con Saverio Di Tullio:

Buongiorno Saverio e grazie per la tua disponibilità. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?

“Come un appassionato di storia che prova a raccontare con parole e immagini l’impatto emotivo di eventi storici sulla popolazione civile.”

 Raccontaci com’è nata la tua passione per il mondo della fumettistica.

“Confesso che sono un po’ allergico al termine fumetto e ancor di più a “comic book”, come dicono gli americani; preferisco “racconto grafico”. Nel ’98 ho avuto l’onore di presentare la versione in inglese e francese della mia opera 1943: la via per Ortona al War Museum di Ottawa; la battaglia di Ortona è costata la vita a 1400 soldati canadesi, 800 tedeschi e 1300 civili, e sentirmi dire che avevo fatto un bel “comic book”, mi faceva cadere le braccia. Comunque, la passione per il fumetto è iniziata presto; ho fatto le elementari in un paesino d’Abruzzo dove il calzolaio vendeva giornali e uno splendido Pecos Bill, annate 54-56, che ancora oggi cerco disperatamente nei mercatini. Come disegnatore invece, ho “illustrato” quaderni e libri alle medie con grande entusiasmo dei compagni.”

 Tu sei un architetto ed un ricercatore in campo storico e iconografico, cosa si prova nel dividersi tra il disegno tecnico, proprio del mondo dell’architettura, e quello grafico, proprio del mondo dei fumetti?

“Prima di Architettura ho frequentato il liceo artistico dove si lavorava molto con la geometria descrittiva, con grandi elaborati di prospettiva, di teoria delle ombre, oltre a ornato e figura disegnata, modellata, pittura e anatomia artistica; un po’ come una bottega rinascimentale che formava grandi pittori e scultori che all’occasione erano anche grandi architetti. Alla professione di architetto poi ho affiancato quella di insegnante,  non disdegnavo qualche uscita in mostre di pittura e ritratti ad olio. Ma poi ho vissuto con un senso di frustrazione il confronto con un’arte che si allontanava sempre più dalle mie espressioni figurative, per cui ho colto l’occasione delle celebrazioni per il cinquantenario della battaglia di Ortona per provare un racconto a fumetti. Premetto che una seria esperienza l’avevo fatta già nel periodo universitario disegnando un paio di numeri di Zorro per un editore, di cui adesso mi sfugge il nome. Allora disegnavo di notte e frequentavo l’università; poi l’editore pretese, offrendomi anche un buon contratto, di lavorare in un laboratorio lontano con altri disegnatori per uniformare la grafica e decisi di abbandonare per il mio obiettivo primario della laurea in  architettura.”

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 In cosa consiste lo studio iconografico?

“Nell’esperienza fumettistica che ti ho raccontato, io facevo solo il disegnatore di una sceneggiatura fatta da uno scrittore; ma poi da insegnante ho fatto un’altra esperienza. Con le classi ho partecipato a diversi concorsi che prevedevano la realizzazione di bozzetti con logo e motto per campagne contro doping e tabagismo, e ti dirò che ne abbiamo vinti un paio a livello nazionale, e così mi sono appassionato al valore della parola in relazione all’immagine. Non voglio addentrarmi in disquisizioni linguistiche, lascio il campo agli strutturalisti come il grande e indimenticabile Umberto Eco, ma provo a spiegarti il senso della mia ricerca. Nel fumetto classico tradizionale la parola e l’immagine corrono in parallelo in funzione descrittiva e narrativa; io provo ad aggiungere una funzione espressiva che è tipica del linguaggio poetico nella sua forza evocativa che fa riferimento all’humus culturale ed emotivo del lettore. Gestualità ed espressione fanno parte dei contenuti culturali simbolici dell’immagine che io definisco iconografici.”

 L’Italia è stata una fucina di grandi talenti in ambito fumettistico, ci sono artisti nostrani che apprezzi in modo particolare?

“Non faccio nomi, comunque ho ammirato artisti italiani della mia generazione che hanno fatto grandi cose; molti hanno lavorato per Tex ed altri hanno contribuito alla bella collana di “Storia d’Italia a fumetti” di Enzo Biagi.”

Quali sono i tuoi personaggi preferiti?

“Raramente seguo collane con personaggi, ma preferisco leggere racconti di storie vere e coglierne la capacità espressiva e di sintesi.”

Parliamo di uno dei tuoi libri, “1870: la presa di Roma a fumetti” quanto è stato difficile rileggere uno spaccato tanto importante della nostra storia in chiave fumettistica?

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noiSAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

“In realtà è solo un fascicolo di 16 tavole ma del quale sono particolarmente orgoglioso; sia per la ricostruzione storica ricavata da libri illustrati del periodo, sia per la sintesi narrativa, e sia per la richiesta di ristampa per questo 150° anniversario della breccia di Porta Pia che mi è pervenuta direttamente dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa. L’energia narrativa, in questo caso, l’ho presa dall’emozionante diario di Edmondo De Amicis che ha vissuto l’evento in diretta come corrispondente di una rivista militare.”

Cosa ti ha spinto a creare l’opera “Napoleone – La sfida d’Italia”?

“Dopo la pubblicazione del libro sulla battaglia di Ortona, ho pensato di raccontare un altro episodio drammatico accaduto sui nostri territori: l’invasione dei francesi del 1799 che si è trasformata in una vera guerra civile tra sanfedisti filoborbonici e patrioti rivoluzionari filofrancesi. Ho iniziato con la prima campagna di Napoleone in Italia del 1796 che doveva essere un breve capitolo, ma poi l’incontro con gli appassionati di storia locale che hanno speso la vita a ricostruire nei dettagli i momenti delle battaglie, mi ha contagiato ed è diventato un’opera di 565 quadri sviluppata in cinque anni di duro lavoro in studio e spericolate campagne fotografiche.”

Ci puoi descrivere il percorso emotivo e storico che hai seguito nel realizzare le tue opere?

“Dipende dal periodo storico trattato. Adesso sto lavorando sugli episodi più significativi accaduti a cavallo della “Linea Gustav”, da Roma all’Adriatico, per cui, oltre alla documentazione storica e fotografica, inseguo anche testimoni sopravvissuti o eredi che ne conservano la memoria. Poi comincia il lavoro in studio ricostruendo il puzzle e i contenuti per la narrazione.”

Leggendo le tue pubblicazioni “1870: la presa di Roma a fumetti” ed anche “Napoleone – La sfida d’Italia” appare evidente una minuziosa conoscenza dei luoghi che raffiguri; desumo quindi che tu abbia visitato le varie località. Cosa puoi dire?

“Le prime immagini e le prime emozioni emergono proprio sul teatro degli eventi. Per Napoleone voglio raccontare un particolare: nelle mie ricerche ho acquisito una raccolta di stampe dell’architetto pittore Giuseppe Bagetti che su incarico dello stesso Napoleone, poco tempo dopo ha realizzato delle ricostruzioni ad acquerello delle battaglie recandosi sui luoghi. Ritrovare sul territorio i suoi punti di vista è stata una grande emozione.”

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noiSAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

“Napoleone – La sfida d’Italia” è già stato pubblicato da una importante casa editrice internazionale ed è tradotto in francese; è certamente un significativo riconoscimento. Non ritieni sia opportuno che un’opera come questa possa essere ulteriormente apprezzata da un vasto pubblico anche nella considerazione che possa essere un valido strumento d’insegnamento scolastico?

“Ho sempre creduto in una didattica coinvolgente ed è certo che la conoscenza acquisita con emozione si stampa nella memoria in modo profondo. Per anni ho accompagnato gli studenti del “Canadian College Italy” di Lanciano con il loro professore di storia sui luoghi della battaglia di Ortona; e poi li ho ritrovati l’11 novembre, giorno in cui commemorano i loro caduti in guerra, impegnati in prima persona e con attenta partecipazione alle celebrazioni che si svolgono al “Moro River Canadian War Cemetery” di Ortona. Credo che la conoscenza della storia sia fondamentale per sentirsi partecipi dell’umanità, aldilà del tempo e dello spazio, maturando un convinto sentimento di pace ed una piccola illusione di immortalità.”

Saverio, come vuoi concludere quest’intervista? Quale messaggio vuoi trasmettere ai nostri lettori?

“In un momento così tragico come quello che stiamo vivendo, posso solo dire grazie all’angolino confortevole delle mie  passioni, recuperate  dopo un silenzio di trent’anni, per cui il mio invito è a ricercare nella memoria le emozioni dell’adolescenza, che sono il germoglio della nostra indole, necessariamente trascurate da adulti, e riattivarle per ritrovare nella solitudine, la compagnia di se stessi.”

 Grazie Saverio, è stato un incontro culturalmente arricchente ma, ahimè, troppo breve.

A presto

 

 

La notte degli angeli: il nuovo romanzo di Andrea Lepone

La notte degli angeli: il nuovo romanzo di Andrea Lepone

La notte degli angeli: il nuovo romanzo di Andrea Lepone

Andrea Lepone, giornalista e scrittore, già autore delle sillogi poetiche “Poesie di una mente silenziosa” (Kimerik Editore) e “Riflessioni in chiaroscuro” (La Macina Onlus Editore), ha recentemente pubblicato il suo primo romanzo intitolato “La notte degli angeli” ed edito da Aracne.

Il libro è un thriller con contaminazioni noir, dalla trama lineare quanto frammentata, per nulla sprovvista di sorprese, che racconta le vicende di tre uomini impegnati nel riscattare la propria esistenza, ognuno attraverso un proprio percorso interiore.

Al centro della narrazione, condita da stimolanti dialoghi che tengono sempre viva la curiosità del lettore, vi è proprio la catarsi, la presa di coscienza dei tre protagonisti che dovranno fronteggiare i propri fantasmi interiori e le incertezze, i dubbi, le paure che l’oscurità porta costantemente con sé.

L’intera storia, infatti, si sviluppa nell’arco di una sola notte, fatta eccezione per i primissimi capitoli i quali fungono da breve prologo introduttivo.

Altro fulcro della narrazione è il continuo cambio di prospettiva fra i tre protagonisti i quali raccontano le rispettive traversie, sempre in prima persona, dando voce ad emozioni e sentimenti ora sopiti ora destati e senza tralasciare riflessioni e meditazioni sulle tematiche più disparate.

Sono proprio queste ultime a tratteggiare con decisione i diversi personaggi che animano il romanzo La notte degli angeli, non ultimi quelli secondari, che ricoprono tuttavia ruoli fondamentali e spesso inaspettati.

La notte degli angeli: il nuovo romanzo di Andrea Lepone

Apprezzabili gli elementi derivanti dalle classiche storie poliziesche così come le velate citazioni e i riferimenti a canzoni, libri, film e serie televisive che – di fatto – hanno influenzato notevolmente lo stile letterario di Andrea Lepone giovane autore romano.

All’interno del libro trova ampio risalto la tematica della redenzione, talvolta affrontata con toni quasi biblici, per non dire epici.

Sullo sfondo vi è inoltre una sublime quanto dirompente storia d’amore, tenue filo conduttore che lega indissolubilmente il destino dei tre protagonisti.

Il romanzo, formato da venti capitoli appare come un’istantanea letteraria, una corsa forsennata e appassionante capace di catturare il lettore dalla prima all’ultima parola.

Ad impreziosirlo vi sono poi le numerose analisi introspettive che donano alla narrazione un decisivo ed encomiabile salto di qualità e rendono ancora più coinvolgente la storia nella sua interezza.

Il significato ultimo di questa nuova opera di Andrea Lepone risiede dunque nella presa di coscienza delle più profonde azioni umane, nella consapevolezza del proprio destino; come i personaggi raccontati dallo scrittore romano anche noi potremmo, un giorno, riscrivere le regole del gioco, delineando finalmente la nostra quotidianità senza alcun condizionamento.

Perché in fondo, questo, potrebbe essere il più autentico concetto di libertà.

 

 

Andrea Lepone: Riflessioni in chiaroscuro

 

Andrea Lepone: Riflessioni in chiaroscuro

Recensione di Alberto Raffaelli

La poesia del ventiquattrenne Andrea Lepone è una meditazione sul “nostro” (“suo”, “universale” che dir si voglia) posto nel mondo. Sull’essere in cammino dal mattino alla sera, dal giorno alla notte: facile quindi individuare il motivo del titolo, ispirato da questo riflettere in chiaroscuro, nei diversi momenti del dì e del buio accompagnati dalle rispettive luci e ombre, com’è naturale e fisiologico che sia…

Ma quello che si evince da questa raccolta è anche un lavoro sul linguaggio, come nota Angelo Nardi nella sua “Prefazione” individuandone uno dei perni ispirativi nel differenziarsi “dal poetizzante tipicamente giovanile per porsi nel canone della poesia” (in base a una distinzione adatta per l’analisi creativa delle ultime generazioni).

Decenni di sperimentazioni e avanguardismi hanno condotto sempre più a considerare i confini e le qualità dello scrivere versi: anche Andrea Lepone s’inserisce in questa scia, raccontando pensieri, dubbi ed emozioni che infarciscono il suo cammino. Per forma e contenuto, “Riflessioni in chiaroscuro” è un esempio di disamina praticabile dalle persone sensibili su quella “somma forma di comunicazione” tra gli umani – la poesia, appunto –, che però oggi conserva la propria altezza in una maniera sommessa, sacrificata non solo nell’apparato mediale e sociale, ma spesso anche nelle gerarchie tra i generi.

Andrea Lepone: Riflessioni in chiaroscuro

Ma Andrea con le sue liriche intende dimostrare proprio come la poesia conservi uno straordinario potere di resistenza, una capacità di andare oltre la constatazione di uno scacco dell’esistenza e di intravedere qualcosa, bypassando le tentazioni del nichilismo. Si può invece progettare una salvezza e mirare a nuove sintesi (mentre quelle vecchie si sono rivelate illusorie), superando “la perversa dittatura dell’egocentrismo” che riduce gli individui a ruoli di “ribelli condannati”.

La parola in “Riflessioni in chiaroscuro” ha immagini potenti, dense, tra il simbolico che rinvia a grandi verità e l’immanenza del concreto. Molte ed eterogenee le influenze dichiarate dall’autore (Dylan Thomas, Montale, Bukowski), ripercosse su una scrittura “forte” e dagli accostamenti talvolta ermetici, ma che mantiene, se non una scorrevolezza, una certa “liquidità” d’impostazione: nei versi scorrono pensieri e immagini, ma sempre con una presenza di un io consapevole non troppo nascosto, che distanzia i componimenti di Andrea Lepone dal flusso di coscienza.

In definitiva questa raccolta comunica i risultati di una ricerca che nello scoprirsi ardua, difficoltosa, all’apparenza persino poco appagante, sembra raggiungere il proprio scopo nella conferma di uno degli assiomi più gratificanti del fare poesia/arte: la consapevolezza che quest’ultima è forse la maggiore opportunità posseduta dall’uomo per lasciare una traccia nella Storia.

Andrea Lepone: Riflessioni in chiaroscuro

La Macina Onlus Editore – Roma, 2018

Grazie ad Alberto Raffaelli per l’ottima recensione.

Il libro può essere ordinato direttamente all’editore con spese di spedizione gratuite o tramite le seguenti piattaforme on line:

https://www.ibs.it/riflessioni-in-chiaroscuro-libro-andrea-lepone/e/9788894261455

https://www.lafeltrinelli.it/libri/andrea-lepone/riflessioni-chiaroscuro/9788894261455

https://www.libreriauniversitaria.it/riflessioni-chiaroscuro-lepone-andrea-macina/libro/9788894261455

https://books.google.it/books/about/Riflessioni_in_chiaroscuro.html?id=_sg_vAEACAAJ&redir_esc=y

https://www.unilibro.it/libro/lepone-andrea/riflessioni-in-chiaroscuro/9788894261455

 

 

Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone: diffondere la cultura

Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone: diffondere la cultura

 

Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone: diffondere la cultura

Poesia Gourmet Itinerante” è l’iniziativa culturale realizzata e condotta dalla Dott.ssa Cinzia Baldazzi e dal poeta Andrea Lepone attraverso incontri che si sono succeduti nel 2019 e che hanno ripreso il loro percorso anche quest’anno presso lo Shelter Music Club di Roma.

Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone: diffondere la cultura

La Cultura deve essere capillarmente diffusa, si deve avvicinare alla gente, non può rinchiudersi in ristretti cenacoli artistici per “dissertar d’arte” e non avere un reale confronto con il mondo circostante.

Ed è proprio questo lo spirito che anima Cinzia Baldazzi ed Andrea Lepone; avere avuto il coraggio e la lungimiranza di avvicinare la poesia a ciascuno di noi.

Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone: diffondere la cultura

Cinzia, saggista, scrittrice e critica letteraria di profonda e vasta cultura che spazia dal cinema alla TV, dal teatro all’arte della scrittura è tra le massime personalità nel panorama artistico non solo italiano; ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti, premi, attestati che sanciscono non solo il suo bagaglio professionale ma anche – e soprattutto – la carica umana nell’affrontare il suo lavoro.

Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone: diffondere la cultura 

  Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone: diffondere la cultura

Ci piace ricordare la Targa che le è stata da noi conferita nel 2019 quale Premio alla carriera e per l’attività di promozione culturale; è quindi un onore evidenziare che Cinzia Baldazzi ci accompagnerà durante gli incontri di “Poesia Gourmet Itinerante” programmati per il 2020 insieme al poeta, scrittore e Presidente di Giuria di Concorsi Letterari Andrea Lepone che leggerà e commenterà brani della sua opera “Riflessioni in chiaroscuro

Poesia Gourmet Itinerante” è apprezzato e seguito proprio perché è fedele alla sua idea di base e cioè un leale confronto ed un arricchimento culturale da cui ognuno trae benefici.Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone: diffondere la cultura

Seguiremo anche noi con entusiasmo questa iniziativa culturale “Poesia Gourmet Itinerante” 2020 ricca degli interventi di Cinzia Baldazzi e delle letture di Andrea Lepone tratte dal suo libro “Riflessioni in Chiaroscuro

Un particolare ringraziamento è rivolto a tutti i poeti, artisti, ospiti che sono intervenuti agli incontri del 2019 augurando loro di conseguire soddisfazioni artistiche con l’invito a rinnovare la loro presenza sempre più massiccia per l’edizione 2020

Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone: diffondere la cultura

Gli ottimi servizi fotografici sono realizzati da Adriano Camerini

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

 

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

E’ per noi un piacere ricordare la gioia, l’emozione e la freschezza nel sorriso di Caterina al momento di ritirare il premio conseguito nel nostro precedente Concorso l’Arte della parola per la sua opera “L’urlo del coraggio infranto” che ha, forse, determinato il suo più che meritato successo.

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

Abbiamo già pubblicato il suo componimento in data 18/11/2019

https://www.lamacinamagazine.it/caterina-marano-il-volo-della-libellula/

L’intervista è condotta dallo scrittore e giornalista Andrea Lepone.

“Intervistiamo oggi la Dott.ssa Caterina Marano, psicologa specialista in infanzia, adolescenza e famiglia, psicoterapeuta e insegnante, nonché abile scrittrice e vincitrice di prestigiosi riconoscimenti letterari. Per Aletti Editore è in uscita la silloge poetica “I Dipinti dell’anima”.

Per stabilire da subito un clima di dialogo propongo di passare al “tu”.

Certamente, Andrea. Sono lusingata di essere intervistata da te, che sei per me da nobile esempio essendo un giovane autore di grande talento e avendo ricevuto da te il primo riconoscimento.

Buongiorno Caterina, grazie per la tua disponibilità e complimenti per il riconoscimento conseguito nel Concorso Letterario “Il Macinino”. La tua opera, intitolata “Il volo della libellula”, si è classificata al secondo posto ex aequo nella sezione dedicata alla poesia. Cosa ti ha ispirato nel comporre questa lirica?

Mi ha ispirato il mio corpo, che racconta spesso la mia storia con sensazioni molto forti. In particolare questa poesia l’ho scritta in un periodo di significativa trasformazione e in un contesto naturalistico. La scelta del titolo infatti sta a simboleggiare la ricerca consapevole di libertà e il bisogno di equilibrio attraverso una profonda connessione tra anima, mente e corpo, nonostante i morsi della vita e i boati del passato.

Nella suddetta poesia, l’utilizzo delle rime è assai significativo. Prediligi uno stile più ritmico, a scapito di un verso più sciolto?

Dipende dalla poesia e dalle emozioni che trasmetto. Di solito prediligo l’utilizzo delle rime quando le emozioni sono molto forti e profonde, quasi esplosive. La rima mi aiuta a stare con queste emozioni e a sentirne l’intensità per poi trasformarle in un’esperienza emotiva evolutiva, una conclusione diversa con cui spesso chiudo le mie opere. Allo stesso tempo preferisco agganciare il lettore con un’incisiva musicalità e accompagnarlo con ritmo deciso affinché la mia opera attraversi la sua anima dall’inizio alla fine.

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

Esattamente come una libellula in volo, anche gli esseri umani hanno bisogno di un proprio “equilibrio” per affrontare la vita… secondo te, la poesia può essere d’aiuto in questo senso?

Credo profondamente nel potere terapeutico della poesia; è una preziosa risorsa per affrontare la vita. Con la poesia così come con altre forme di espressione artistica è possibile riscrivere la propria storia ed elaborare esperienze emotive per trasformarle in opportunità di crescita evolutiva. Nel mio caso è stata molto utile per accettare ed elaborare esperienze traumatiche della mia storia personale e familiare.

Ritieni che la scrittura creativa sia utile per comprendere meglio la personalità di un individuo, i suoi pensieri, le sue aspirazioni?

 Credo di sì, tuttavia è necessario che ci siano come condizione la disponibilità ad ascoltare e ascoltarsi, la motivazione a sintonizzarsi con se stessi e mettersi in discussione, il desiderio di riscoprirsi, il coraggio di accertarsi e lascarsi attraversare dalle proprie emozioni. Utilizzo spesso la scrittura creativa anche in ambito professionale sia con adulti sia con bambini. Tra i miei progetti futuri vi è un Laboratorio di scrittura creativa rivolto ai preadolescenti, per cui la poesia potrebbe essere utile sia a prevenire eventuali disagi sia a trasformarli in esperienze emotive accettabili e correttive.

 Arte poetica e condivisione… cosa ne pensi di questo binomio?

Credo nel potere di questo binomio affinché la poesia diventi espressione simbolica della psiche ed esperienza creativa per l’anima.La condivisione diretta della poesia o indiretta dell’esperienza emotiva suscitata è necessaria affinché l’arte poetica diventi un’esperienza evolutiva. La condivisione delle mie poesie con i miei genitori, che ringrazio infinitamente per avermi accompagnato in questa preziosa scoperta, è stata utile per elaborare insieme e in chiave metaforica dei vissuti emotivi troppi forti e intimi da poter condividere in maniera più diretta e intenzionale. Nella mia silloge poetica I Dipinti dell’anima ho privilegiato questa unione tra arte poetica e condivisione, coinvolgendo vari artisti con stili, ideologie, età e origine socio-culturali di diverso genere. Mi ha affascinato scoprire come dalla condivisione delle mie poesie siano nate altre forme artistiche, alcune anche completamente diverse dalle poesie a cui si sono ispirate. Nel mio libro l’anima di ogni poesia si incontra con lo spirito di ogni artista. Ogni lettore potrà scoprirsi in un dipinto dell’anima, in questo incontro condiviso tra arte e poesia.

Qual è il tuo componimento preferito, in termini assoluti?

Qualche tempo fa avrei citato un componimento dedicato a mio fratello Carmine, a cui è dedicata la mia silloge poetica. Per l’effetto trasformativo che ha la poesia su di me, ora posso dire che non ho un componimento preferito in termini assoluti perché ogni opera ritrae un respiro di libertà della mia anima e un sospiro di salvezza. Restando in tema di condivisione, vorrei citare il componimento “Radici nel cemento” a cui sono particolarmente legata perché è stato dedicato da mio padre a mia madre, ed è tra i loro preferiti.  Hanno sentito nei versi la forza del loro legame, che continua a vivere nonostante la perdita di un figlio. Questa poesia condivisa con loro rappresenta il potere della loro unione, per me grande fonte di forza e coraggio, e di cui sono molto orgogliosa.

Caterina Marano poeta: la nostra intervista

 Grazie Caterina per il tempo che ci hai concesso, con l’auspicio che ci seguirai con il tuo apprezzamento nei prossimi Concorsi Letterari che bandiremo.

Certo, non mancherò. Apprezzo molto il valore dei vostri eventi culturali e sono affettivamente legata ai vostri concorsi letterari. Con voi sono entrata nel mondo della poesia e ho iniziato a condividere le mie opere. Ricordo ancora con viva emozione quando ho esordito nel maggio scorso con l’“Urlo del coraggio infranto” al vostro Concorso L’Arte della parola, con cui ho ricevuto una menzione di merito.”