La Danza nel Seicento

Concludiamo il nostro precedente articolo relativo alla Danza nel Rinascimento e affrontiamo  il Seicento

Come già accennato la Danza era ritenuta infatti una vera e propria forma di educazione destinata ad una eccelsa classe sociale e seguiva le regole del perfetto cortigiano: la compostezza, l’atteggiamento nobile, le convenzioni sociali della cavalleria e della galanteria. La figura del maestro di ballo assunse un ruolo ed una importanza fondamentale a corte ed era molto richiesta per istruire i signori ed i cortigiani. I più famosi maestri furono  Domenico da Piacenza (detto “Domenichino”) ed il suo discepolo Guglielmo Ebreo da Pesaro i quali scrissero dei veri e propri trattati  su l’ ”Arte del Ballo” con i quali  furono  rigidamente codificati i passi, i tempi, i singoli movimenti, gli spostamenti che dovevano essere effettuati nel danzare.
Nel cinquecento si aprì a Milano la prima scuola di Danza e da qui iniziò l’usanza di ballare in coppia e, attraverso una fusione di danze “alte” e “basse” e di brani musicali, nacque la “Suite

Nel 1581 presso la corte di Francia nacque il primo balletto della storia, il “Ballet Comique de la Reine” composto di brani recitati, danzati e cantati. La parola “Comique” sta ad indicare che l’argomento apparteneva al genere della Commedia.

 Il Seicento

In linea generale  l’avvento dei Maestri con i loro manuali di ballo, fece sì che la Danza acquisì un suo linguaggio specifico avviandosi a diventare genere particolare di spettacolo sia pure ancora complementare a forme di rappresentazioni teatrali.

Alla Danza praticata dai dilettanti si sostituì man mano una vocazione specialistica che trovò il suo migliore contesto nelle Accademie le quali si ponevano sia come centri di cultura che come laboratori di spettacoli musicali e coreici.

Nasceva quindi, nel Seicento, il teatro pubblico dove, accanto alle rappresentazioni melodrammatiche, la Danza acquisiva un ruolo fondamentale e sempre più centrale.

Da questo momento la Danza non è più complementare  allo spettacolo ma diventa Arte che brilla intensamente di luce propria.

Inizia così il suo prestigioso cammino attraverso il tempo.

Nel Seicento l’Italia cede il primato nel campo della Danza alla Francia dove, grazie all’azione di promozione ad opera della corte, l’Arte coreutica conosce una grande espansione destinata a raggiungere il suo culmine con Luigi XIV.

Raggiunta la maggiore età e insediatosi sul trono, il Re attuò un sistema di governo improntato ad una ferrea volontà di asservire completamente l’aristocrazia.

La vita di corte era scandita da rigorose prescrizioni, da un minuzioso decalogo di orari, presenze e comportamenti che non lasciavano alcuna libertà all’iniziativa individuale.

Su tutto e tutti regnava e dominava incontrastato, proprio come una divinità, Luigi XIV soprannominato Re Sole proprio perché partecipava agli spettacoli indossando un prezioso abito che raffigurava il Sole.

La sua maestosa rappresentazione avvenne in occasione del “Ballet Royal du Jour et de la Nuit del 1653 su musica di Giovanni Battista Lulli.

La mitologia ed i canoni classici dominavano l’Arte ufficiale;  il naturale ed il pittoresco furono  banditi come ogni eccesso espressivo delle emozioni tipico e caratteristico del barocco.

Si afferma pertanto, nel Seicento, un’Arte rigorosa in cui l’esteriorità conta più del contenuto interiore.

In questo periodo la Danza “di corte” diventa il “Minuetto” che sembra rispecchiare nella solennità e nella bellezza degli atteggiamenti lo spirito dell’epoca.

Lanciato dal compositore italiano G.B. Lulli, il Minuetto si componeva di un’introduzione composta da una sfarzosa sfilata, una o più variazioni che valorizzavano l’eleganza individuale e si concludeva infine con una ripresa del motivo iniziale.

Il sovrano nel 1661 promosse la nascita dell’ “Académie Royale de Danse” con lo scopo di preparare ballerini che si esibissero per lui e la sua corte dando così inizio alla prima Accademia di Danza dedicata alla formazione professionale dei ballerini. La fondazione dell’Accademia aveva anche il compito di vigilare sul patrimonio coreico evitando che nuovi spettacoli di Danza potessero essere presentati senza la preventiva approvazione del re.

Primo direttore dell’ “Académie” ed artefice della codificazione della tecnica classica fu Charles Louis Pierre de Beauchamps, discendente da una famiglia di violinisti e maestri di Danza del XVII secolo. Fu danzatore, coreografo e musicista nonché maestro di danza del re.

Fu proprio lui a fissare le cinque posizioni dei piedi e l’uso dell’ “En Dehors che sono la base, ancora oggi, della tecnica classica.

Nell’elaborazione del linguaggio coreutico tenne presente la tradizione italiana rinascimentale volendo imprimere alla tecnica del movimento uno sviluppo in elevazione.

La bellezza delle forme, il rispetto delle regole ed il virtuosismo sono gli attributi fondamentali del sistema messo a punto da Beauchamps che tende ad idealizzare il corpo umano.

Seguendo l’esempio di Luigi XIV, in tutta Europa iniziarono a svilupparsi compagnie di Danza.  Una di queste fu l’ Accademia Imperiale del Balletto di San Pietroburgo la cui scuola fu fondata nel 1738 e che diventerà, nell’Ottocento, la capitale mondiale del balletto classico grazie a maestri come Enrico Cecchetti e Marius Petipa.

 

Il Fantasma della Garbatella

Un esilarante spettacolo scritto e diretto da Gabriele Mazzucco.

Dal 7 al 10 gennaio 2016 al Teatro Ambra alla Garbatella La Compagnia Degli Artigialli ci allieterà con il nuovo spettacolo

IL FANTASMA DELLA GARBATELLA

E’ un’opera comica, contemporanea, viva e vera come lo storico quartiere di Roma in cui è ambientato: la Garbatella ormai divenuto un consolidato polo artistico della capitale.

Lallo è un ragazzo con una cugina stralunata, Angelina, un amico del cuore malandrino, Orazio, un fratello gemello stalinista e dal forte accento abruzzese, una fidanzata bella, innamorata ma… non proprio fedele, Matilde.

Fin qui nulla di particolarmente strano se non fosse che Lallo è morto, tre anni prima, in circostanze misteriose.

In realtà Lallo è tornato in vita su ordine preciso di Dio, accompagnato dall’Arcangelo Raffaele, per valutare se il genere umano fosse finalmente pronto ad un ritorno sulla Terra del Messia, Gesù, oppure per constatare se, a distanza di più di duemila anni, l’uomo continuava ad essere sempre lo stesso.

Scelta come campione, questa piccola combriccola della Garbatella sarà protagonista di improbabili gag, incomprensioni, misteri e tante, tante risate.

Scritto al fine di intrattenere con continui cambi di situazione il pubblico, Il Fantasma della Garbatella è una storia che può contare su  personaggi molto vicini a noi: «Umani, dolcemente buffi e assurdi – dice il regista – costretti a fare i conti con una serie di difficoltà alla maggior parte di noi ben note, suocere perfide, politicanti in malafede, bollette da pagare, turni di lavoro massacranti e soprattutto… l’imponderabile ira del buon Dio».

Amorevole spaccato di una romanità popolare in estinzione, Il Fantasma della Garbatella racconta piccoli aneddoti tramandati all’interno del quartiere, veri o verosimili, nascosti dentro una storia che ha l’ambizioso obiettivo di far riflettere, ridendo, sulla reale capacità di perdono degli uomini e delle donne di oggi.

Conosciamo meglio Gabriele Mazzucco

Ha la veneranda età di 32 anni, laureato al Dams di Roma Tre, giornalista pubblicista, membro del comitato artistico del Teatro Ambra alla Garbatella, direttore artistico del Barnum Seminteatro.

Autore, regista teatrale e, nonostante la giovane età, ha già all’attivo diversi spettacoli di successo:

Chi è di scena, La storia di mezzo, Sketch Anarchici e, ultimo della serie, M’iscrivo ai terroristi.

Abbiamo più volte avuto modo di apprezzare la qualità strutturale delle opere di Gabriele Mazzucco e la sua naturale capacità di dirigere, plasmare i suoi artisti ed anche questo gradevole spettacolo è una ulteriore conferma dell’eccellente livello artistico raggiunto.

Siamo certi che il pubblico tributerà il giusto riconoscimento a questo delizioso spettacolo.

Il cast de Il Fantasma della Garbatella:

Andrea Alesio (Lallo)

Chiara Fiorelli (Arcangelo Raffaele)

Teo Guarini (Orazio)

Federica Orrù (Matilde)

Paola Raciti (Angelina)

 

Repliche Il Fantasma della Garbatella

Teatro Ambra alla Garbatella , Piazza Giovanni da Triora, 15. Roma

Da giovedì 7 a sabato 9 ore 21:00

Domenica 10 ore 17:00

Prezzo del biglietto: 15 euro intero – 10 euro ridotto (5 euro studenti) Informazioni e prenotazioni: tel. 0681173900 – info@ambragarbatella.com.

Ufficio Stampa:

Valeria Marucci – cell. 3475599465 – valeriamarucci@virgilio.it

Alessandro Rubino – cell. 3491454840 – a.sand@libero.it

 

 

 

“40 anni con i nostri amici Rocky e Apollo”. Due miti indistruttibili

I due protagonisti della lunga serie, Rocky Balboa e Apollo Creed

I due protagonisti della lunga serie, Rocky Balboa e Apollo Creed

“Il principio si chiama Rocky Balboa”. Il seguito è Rocky Balboa e Apollo Creed. Storia di una profonda amicizia nata sul ring. Pugni, pugni, pugni, solo pugni. Una rivalità accesa e una delusione che, almeno una volta, nella competizione sportiva ci sta tutta. Una sconfitta dura da digerire per il pugile più amato del mondo. Da una sconfitta però nasce un’amicizia vera, destinata a durare nel tempo. Legame che, come ci racconta la IV serie del celebre film, si spezza irreversibilmente con la morte sul ring di Apollo, caduto nella morsa del terribile e cattivo pugile russo, Ivan Drago. Morte che il suo caro amico Rocky, con grande coraggio, andrà a vendicare in terra Sovietica, mettendo al tappeto Drago e guadagnandosi gli applausi di un pubblico a dir poco ostile. Una scena storica che ci fa capire come l’amicizia con la A maiuscola sia indissolubile e per un attimo, ha fatto dimenticare i vecchi attriti fra i due grandi blocchi del Continente. E che dire di un’altra grande sfida: Rocky contro Laurence Tureaud, il celebre protagonista della serie TV, A- Team?!

40 anni dalla nascita del primo film del leggendario Rocky Balboa. Sei edizioni in tutto: Rocky, Rocky II, Rocky III, Rocky IV, Rocky V, Rocky Balboa. Il prossimo 14 gennaio uscirà nelle sale cinematografiche, “Creed- nato per combattere”. Un film speciale che ripercorre vita, attività agonistica con le grandi sfide pugilistiche e anche personali dei due pugili: l’amore di Rocky per la sua Adriana, l’ex rivalità con Apollo, diventato poi fedele, fraterno ed inseparabile amico. “Da Rocky a Creed la leggenda continua”. In attesa dell’uscita del film al cinema, il canale del Network Internazionale NBC Universal, Studio Universal (canale Mediaset 3T), ripercorrerà il mito di Rocky e Apollo, il prossimo 08 gennaio, in seconda serata. Un documentario sulla storia del celebre film. Sylvester Stallone, Michael B. Jordan, il regista Ryan Coogler, autore del film in uscita, l’attrice Tessa Thompson e il produttore Irwin Winkler ripercorreranno gli anni del leggendario film di successo, tracciando i loro personali identikit sia di Rocky che di Apollo, descrivendo in modo libero e soggettivo la loro personalità, perché piacciono e sono amati così tanto dal pubblico internazionale.

Rocky Balboa e Apollo Creed: due protagonisti leggendari, in grado di raccontarci un’epoca particolare del Grande Continente. A cominciare dall’ambiente dove hanno vissuto, le donne della loro vita e la box; quest’ultima un riferimento importante della loro esistenza, significativo per la loro crescita personale, umana. Personaggi già passati alla storia e che, ancora per anni, scriveranno altrettante pagine leggendarie. “Il giusto omaggio a due bravissimi e amatissimi attori del cinema a stelle e strisce”.