LA TRAGEDIA DEL FEMMINICIDIO: UN FLAGELLO SOCIALE CHE RICHIEDE AZIONI URGENTI

LA TRAGEDIA DEL FEMMINICIDIO: UN FLAGELLO SOCIALE CHE RICHIEDE AZIONI URGENTI

I recenti fatti di sangue (Cisterna di Latina…) hanno drammaticamente riproposto all’attenzione della collettività il triste fenomeno della violenza sulle donne. Con due miei precedenti articoli del 24/11/2020

https://www.lamacinamagazine.it/25-novembre-contro-la-violenza-sulla-donna/

e del 07/2021

https://www.lamacinamagazine.it/8-marzo-basta-con-le-mimose/

affrontai questa tematica stigmatizzandola; forse è il caso di riportarla alla luce.

Il femminicidio, definito come tale, è l’omicidio di una donna a causa del suo genere e rappresenta una delle forme più estreme e riprovevoli di violenza di genere. È una tragedia che si ripete in tutto il mondo lasciando dietro di sé dolore, distruzione, sgomento e disperazione. Questo fenomeno, purtroppo, non conosce confini geografici, culturali o socio-economici; colpisce donne di ogni etnia, classe sociale e provenienza.

Le radici del femminicidio, consolidate nel tempo, affondano nelle profonde disuguaglianze di potere tra uomini e donne, alimentate da norme sociali patriarcali che relegano le donne a uno status di inferiorità e soggezione. La violenza domestica, l’abuso psicologico, l’oppressione economica e la discriminazione sistemica sono solo alcune delle manifestazioni di questa disuguaglianza strutturale.

In molti casi il femminicidio è il culmine di un percorso di violenza che inizia “in sordina” con l’isolamento della vittima, prosegue in maniera crescente con minacce e abusi di vario genere e termina con l’omicidio. Nella maggior parte dei casi le donne vengono uccise da partner intimi o ex partner che non si rassegnano e cercano ancora di esercitare il loro controllo e dominio fino all’estremo limite.

Le conseguenze del femminicidio non si limitano alla vittima diretta ma si estendono a familiari, amici e alla comunità tutta. I bambini che assistono alla violenza domestica sono particolarmente violentati, vulnerabili e possono subire profondi traumi sia fisici che psicologici, duraturi nel tempo, che influenzano il loro sviluppo emotivo e psicologico.

Affrontare efficacemente il femminicidio richiede un impegno congiunto da parte di tutti noi, singolarmente, per prendere coscienza del fenomeno, rigettarlo e condannarlo, impegno da parte dei governi, istituzioni, forze dell’ordine e organizzazioni della società civile. È fondamentale promuovere e diffondere la cultura del rispetto e della parità di genere fin dalla più tenera età attraverso programmi educativi nelle scuole e campagne di sensibilizzazione pubblica, contrastare la “banalizzazione” e la “giustificazione” della violenza di genere ma è fondamentale che sia in primis la famiglia ad educare al rispetto della parità di genere. 

E’ inoltre cruciale rafforzare le leggi e i meccanismi di protezione per le vittime di violenza domestica garantendo loro accesso a servizi di sostegno e rifugio sicuri. È indispensabile anche istruire, migliorare la capacità e l’efficacia delle forze dell’ordine e la magistratura nel saper individuare i primi segnali di pericolo e porre in essere gli strumenti per prevenire che il rischio si trasformi in femminicidio.

In conclusione, il femminicidio rappresenta una grave violazione dei diritti umani e una sfida urgente per la nostra società. Solo attraverso un impegno singolo, collettivo e determinato possiamo sperare di porre fine a questa tragedia e creare un mondo in cui tutte le donne possano vivere libere dalla paura e dalla violenza.

Immagine tratta dal Web al solo scopo educativo e non commerciale.

A CENA CON GRAZIA

A CENA CON GRAZIA

A CENA CON GRAZIADopo i successi delle edizioni di Archeosapori al T Hotel di Cagliari e dopo le limitazioni dovute alla pandemia, l’Associazione Stelle del Sud – Onlus, riprende le attività con nuove e interessanti iniziative.

Il prossimo appuntamento, A Cena con Grazia, sarà dedicato alla scrittrice Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, nata 150 anni fa a Nuoro. L’evento, che si svolgerà il 21 ottobre, dalle ore 20,00, nella Tenuta Tor de’ Sordi a Guidonia (RM),

A CENA CON GRAZIA avrà come protagonista la cucina sarda, descritta e amata dalla scrittrice nelle sue innumerevoli opere.

La scelta della città di Roma, e delle sue zone immediatamente limitrofe, non è causale perché la scrittrice ha tanto amato la città eterna dove ha vissuto gran parte della sua esistenza

L’iniziativa nasce dall’amicizia di Vitalia Scano chef del ristorante Sandalia di Roma e di Gilberto Arru, enogastronomo e presidente dell’Associazione Stelle del Sud -Onlus.  Sarà un menù rispettoso della autentica tradizione sarda con piatti realizzati da cuoche sarde; oltre a Vitalia, cucineranno Marina Ravarotto (Rist. Chiaro Scuro di Cagliari), Viviana Amorino (chef board di Cagliari) e Tonina Biscu (Sa Horte de su poeta- home restaurant di Oliena – NU).

La Sardegna, refrattaria alla globalizzazione, riesce a custodire e a raccontare la sua storia, anche attraverso il cibo. Un sapere antico, da sempre affidato alle donne, che riescono a preservare e tramandare oralmente.  Anche per questo la scelta dei prodotti è stata molto selettiva e i piatti proposti rappresentano solo una parte del grande patrimonio enogastronomico della Sardegna.

L’evento permetterà di raccogliere fondi per finanziare un nuovo progetto, con una scuola di formazione professionale nei settori sanità, turismo e agricoltura, nel villaggio di Orangea in Madagascar. In questi ultimi anni l’Associazione ha già realizzato una infermeria con l’acqua potabile, un pozzo artesiano di 15 metri scavato a mano, sistemato le scuole e alcune strade, aiutato la popolazione più bisognosa, soprattutto i bambini malati per malformazioni e malnutrizione.

A CENA CON GRAZIAA CENA CON GRAZIA

Sono previsti gli interventi del sindaco di Nuoro Andrea Soddu, di Neria De Giovanni,  scrittrice e la più autorevole conoscitrice della vita e delle opere di Grazia Deledda e  di  Giovanni Santo Porcu,  sindaco di Galtellì dove Grazia Deledda ha scritto  Canne al vento.

Per informazioni e prenotazioni:

Vitalia: 348/3248440

Gilberto: 339/7150760

 Associazione Stelle del Sud – Via Sassari 5  09090 Magomadas (OR)

c.f.93035180913  associazionestelledelsud@gmail.com

PH : Stelle del sud & Tenuta Tor de’ Sordi

 

IL MIO SOGNO RAGGIUNTO

IL MIO SOGNO RAGGIUNTO

By Martina ServidioIL MIO SOGNO RAGGIUNTOOra che volgo la testa a 2 anni fa, esattamente al 22 luglio 2020, sono presa da emozione, felicità, appagamento perché esattamente quel giorno è iniziato il mio percorso di pratica giornalistica biennale per conseguire l’iscrizione all’Albo dei giornalisti.

Ero assalita da tanti dubbi, incertezze, non avevo ancora messo alla prova le mie capacità in situazioni di questo genere e così importanti; ero una giovane che aveva appena ben superato la maturità liceale e si accingeva ad iscriversi all’Università.

Ce la farò? Come mi accoglieranno?

Ho trovato un ambiente sereno, professionale, attento ad ogni aspetto legato all’articolo, alle fonti delle notizie, alla buona e corretta scrittura, alle norme che regolano la professione, ho avuto la possibilità di fare esperienze diverse attraverso interviste ed accrediti quando necessari.

Ogni articolo veniva valutato insieme e migliorato con serenità e spirito costruttivo.

A luglio 2020 scrissi queste parole:

“Questo, confesso, non è un articolo giornalistico ma solo un messaggio di ringraziamento verso il direttore del giornale e verso i colleghi redattori dai quali avrò molto da imparare.

Farò tesoro dei loro consigli.

Affronto questa nuova esperienza, certamente ambiziosa, ma appagante.

Ho da poco compiuto i 18 anni che mi consentono di affacciarmi nel mondo giornalistico che sognavo di percorrere da tempo.

Cercherò di proporre anche articoli legati al mondo giovanile quali musica, film, concerti, danza, teatro ed altro.

Mi auguro di incontrare le aspettative che le nuove generazioni si attendono; da parte mia sarò ben felice di dialogare con voi.

Grazie, a presto”

A luglio 2022 sono ben felice di ringraziare il Direttore del giornale ed i miei colleghi redattori: Simona, Federica, Piero, Andrea per quanto mi hanno trasmesso delle loro conoscenze spingendomi a scrivere articoli su moltissimi argomenti con pazienza e con grande professionalità.

Grazie, ho appreso tutto da Voi e grazie per avermi dato l’opportunità di iscrivermi all’Albo dei Giornalisti.

Martina

 

 

 

 

ELVIS PRESLEY, IL MITO !!

ELVIS PRESLEY, IL MITO !!

By Martina Servidio

ELVIS PRESLEY, IL MITO !!

Chi è Elvis Presley per una giovane del nostro tempo?

Perché ho voluto conoscerlo meglio?

Tutte le generazioni hanno i loro miti nel campo della musica, sono cresciute accompagnate dalle loro canzoni, hanno provato le loro esperienze di vita ed affettive al suono e con le parole dei loro brani.

I Beatles, i Rolling Stone, Claudio Baglioni, Freddie Mercury, Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Adriano Celentano, Mina…e potrei continuare perché ogni artista è entrato nel cuore di una generazione che si è rispecchiata in esso.

E’ nell’età adolescenziale che si consolida il gusto musicale e si sedimentano i generi musicali, gli autori dei testi ed i cantanti; è per questo che “Loro”, i cantanti, torneranno sempre a dirci qualcosa per il resto della nostra vita.

Mi ha sempre incuriosito ed anche fatto sorridere la presenza in casa di mio nonno di un vecchio mobiletto radio-giradischi, in legno, della LESA, ben mantenuto, e della sua abbondante collezione di vecchi vinili a 33 e 45 giri.

Sempre più catturata dai suoi racconti ho voluto quindi approfondire la vita di Elvis Presley, il mito senza tempo.

Nato nella baraccopoli afro americana di Tupelo nel Missisipi (USA) l’8 gennaio del 1935 ebbe un’infanzia dominata dalla povertà e dalle privazioni e  – come più volte affermato dallo stesso Elvis – l’unica ricchezza ricevuta dai genitori è stato il loro grande amore.

ELVIS PRESLEY, IL MITO !!Essendo i genitori ferventi frequentatori della Chiesa Evangelica locale fu proprio lì, che il nostro Elvis Presly, ebbe il primo rapporto con la musica che iniziò a strimpellare con una vecchia e malandata chitarra.

Nel 1949 partecipò e vinse un Concorso dando così inizio alla sua carriera folgorante ma, purtroppo, breve; morì a Memphis il 16 agosto 1977.

Elvis Presley, il mito senza tempo è un artista, una icona che ha saputo andare oltre la musica arrivando a influenzare l’intera cultura americana e mondiale trasformando il pensiero, la moda, la musica ed anche la politica poiché, non dobbiamo dimenticarlo, gli anni ’50-60 erano caratterizzati da forti scontri razziali tra bianchi e “coloured” come era definita la comunità nera.

Elvis non aveva pregiudizi razziali e frequentava, cantava, assimilava le due culture musicali.

Al costo di soli 3 dollari incise, da autodidatta, il suo primo disco “My Happiness” presso una modesta Casa discografica la Sun Records che poi lo inserì nell’altrettanto suo modesto circuito musicale; fu un susseguire di successi caratterizzati dal nuovo ritmo che Elvis dava ai suoi pezzi e dall’abbigliamento, per l’epoca trasgressivo, che indossava.

Elvis è Dio!
Questa forte citazione è tratta dal film di Alan Parker “The Commitments” e ci fa comprendere cosa ha rappresentato e cosa ancora rappresenterà Elvis Presley per milioni di persone.

Parliamo di numeri:

  • 1 miliardo di dischi venduti in tutto il mondo;
  • 70 singoli in vetta alla Top 20 di Billboard tra il 1956 al 1977;
  • 21 singoli al primo posto delle classifiche britanniche con ottanta settimane di permanenza;
  • Unico artista inserito nelle quattro Hall Of Fame: rock, gospel, country e rockabilly;
  • Milioni di fan club sparsi in ogni dove che, ancora oggi, lo ricordano attraverso festival e celebrazioni;
  • La sua residenza, Graceland, è stata dichiarata monumento nazionale ed è il secondo luogo più visitato degli Stati Uniti dopo la Casa Bianca;
  • L’indotto realizzato dal merchandising genera, tuttora, milioni di dollari annui

Elvis Presley, il mito senza tempo ha influenzato la musica dei Beatles, degli U2, di Bruce Springsteen e dei nostri Little Tony, Bobby Solo, Ligabue e tanti altri.

Un “certo” signore, John Lennon, scusate se è poco, disse: “Prima di Elvis non c’era niente”

Perché Elvis Presley ha catturato il pensiero e le sensazioni di intere generazioni?

Perché portava una nuova musica e un nuovo look rivolti ai giovani.

Prima di Elvis le grandi stelle musicali proponevano un tipo di musica adatta al solo pubblico adulto e non era, per i giovani, il modello in cui rispecchiarsi; era privo di vitalità e non entrava nell’animo dei teenager.

Elvis spazzò decisamente via tutto questo.

ELVIS PRESLEY, IL MITO !!Dopo il suo arrivo tutto sembrò improvvisamente preistorico. Fu il primo vero teen idol, un giovane che cantava per i giovani.

La sua musica era innovativa, rivoluzionaria e anticonformista in cui il ritmo relegava in secondo piano le parole e la melodia.

La sua musica era selvaggia e trascinante ma nel contempo riusciva ad esprimere anche tenerezza e sensualità grazie alla sua voce e agli arrangiamenti musicali che ne esaltavano la morbidezza e la duttilità.

Elvis Presley si presentava in scena con un’immagine nuova, con movenze mai viste prima (furono definite impudiche dai benpensanti) e con la voce più sexy mai udita fino ad allora.

Conquistò il cuore dei ragazzi e rese di successo un genere musicale considerato, fino a quel momento, di infima categoria.

Anche Chuck Berry e Little Richard devono il loro successo a Elvis Presley.

Nel 1955 la piccola casa discografica che lo aveva scoperto non fu più in grado di gestire l’enorme successo di Elvis che fu ceduto al colosso RCA che lo lanciò nel firmamento dello star-system internazionale.

I possenti mezzi della RCA non si fecero attendere: i singoli di Elvis schizzavano in testa alle classifiche, ospite conteso dai più importanti network, un pubblico stimato di 50 milioni di spettatori, fu soprannominato “Elvis The Pelvis” per il suo “modo sconcio di suonare e ballare che corrompeva la bella gioventù americana

ELVIS PRESLEY, IL MITO !!

Love Me Tender”  https://www.youtube.com/watch?v=BeTurYZuY4A&list=RDBeTurYZuY4A&start_radio=1&t=13

è un delicato brano di cui mi sono innamorata e la sua voce è soffice, disperata, tremolante ma decisa allo stesso tempo; è anche la colonna sonora di uno dei film di cui è stato protagonista

Nel 1958 la carriera di Elvis Presley fu interrotta per adempiere agli obblighi di leva biennale e al suo ritorno sulle scene si notò un cambiamento di stile musicale; non più brani “graffiati” e ribelli ma un sound più pacato orientandosi con più attenzione e per alcuni anni al cinema.

Dopo questa parentesi filmografica, nel 1968 avvenne il suo grande rientro nella musica e nei concerti ed il pubblico gli decretò nuovi grandi successi ma la sua vita privata risentì degli stressanti impegni e divorziò dalla moglie nel 1973.

Sempre nel 1973 si esibì in concerto in mondovisione e si calcola che fu seguito da 1 miliardo e duecento milioni di spettatori tuttavia, da quel momento, iniziò il declino di Elvis che iniziò a far uso massiccio di anfetamine e barbiturici per combattere lo stress.

Fu vittima del cosiddetto appannamento mentale e della paranoia che – di fatto – gli fecero perdere ogni interesse verso la musica.

Si rifugiò nella sua solitudine che tentò di combattere mangiando enormi quantità di cibo unito a micidiali dosi di medicinali

All’ultimo concerto si presentò obeso sotto il peso dei suoi 160 kg, sfatto, visibilmente inebetito dall’abuso di farmaci, incapace perfino a ricordare le parole dei suoi brani più famosi.

I suoi fans gli volsero le spalle.

Il 16 agosto 1977 alle ore 15,30 Elvis Presley fu dichiarato morto; aveva solo 42 anni

Appena diramata la notizia una folla di circa 80.000 persone si riversò intorno alla sua abitazione, Graceland a Memphis nel Tennessee dove fu sepolto.

ELVIS PRESLEY, IL MITO !!Graceland è diventata museo e meta di pellegrinaggi.

Ho voluto evidenziare solo l’aspetto umano del grande Elvis Presley, il mito senza tempo senza entrare dettagliatamente nella sua discografia che lascio ai critici musicali ben più qualificati.

Grazie

PH FOTO:

Di User:Maha – User:Maha took this picture himself, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=691626

Di Takashi Hososhima – Flickr: Day 2: Costumes of Elvis Presley, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27901970

Di Metro-Goldwyn-Mayer, Inc. – http://www.doctormacro.com/Images/Presley,%20Elvis/Annex/Annex%20-%20Presley,%20Elvis%20(Jailhouse%20Rock)_01.jpg, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15679730

Di Uncredited – https://archive.org/stream/modernscreen52unse#page/n385/mode/2up, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=76368090

Di Markuskun di Wikipedia in inglese – Trasferito da en.wikipedia su Commons., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5445560

Di Ollie Atkins, chief White House photographer at the time. See ARC record. – This is a cropped and retouched version of Image:Elvis-nixon.jpg, a White House photograph by Ollie Atkins via https://www.archives.gov/exhibits/nixon-met-elvis/, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=371039

Di Cliff – Flickr: Country Music Hall of Fame, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24877513

Per uso divulgativo non commerciale

 

 

CAROLYN CARLSON E BILL VIOLA

CAROLYN CARLSON E BILL VIOLA

CAROLYN CARLSON E BILL VIOLA

Un fantastico ed esclusivo evento coreutico firmato da Daniele Cipriani Entertainment in collaborazione con Arthemisia a Roma, Palazzo Bonaparte, il 23 giugno

Si tratta di una performance con tre sole repliche: alle ore 19,30 – alle 20,30 e alle 21,30

La celebre coreografa, accompagnata dai sonori ed accordati gorgoglii che emergono ogni tanto dai video “acquatici” di Viola, condurrà gli spettatori attraverso le sale, danzando tra le opere del videoartista americano: un vicendevole scambio tra le arti, un raffinato dialogo tra anima e movimento.

È da nove anni che Carolyn Carlson manca da Roma e la capitale si prepara ad accoglierla in un ambiente ‘imperiale’, nientemeno che a Palazzo Bonaparte, residenza di Letizia Ramolino, madre di Napoleone. Ma se l’architettura del Palazzo risale a fine ‘600, la performance “itinerante” che Carolyn Carlson ha ideato intorno alla mostra di Bill ViolaIcons of Light, ha un sapore che sembra anticipare un mondo futuro in cui le arti, e gli esseri umani, comunicheranno misticamente tra di loro senza parole, vibrando all’unisono.

La coreografa americana, naturalizzata francese, vive e lavora da molti anni oltralpe dove è, a ragione, considerata una delle figure più rappresentative della danza contemporanea tant’è vero che dal 15 giugno si può fregiare del titolo di Académicienne de France, essendo stata eletta membro della prestigiosa istituzione.

Sotto la “Coupole” dove in atmosfera di sontuosa ufficialità si sono tenute le investiture, Carolyn Carlson occupa ora il quarto e ultimo posto della sezione coreografia, accanto a Thierry Malandain, Blanca Li e Angelin Preljocaj e indossa la preziosa divisa ricamata – con tanto di spada cerimoniale – che fu introdotta proprio da Napoleone stesso.

Gli anni Ottanta videro spesso Carolyn Carlson nel nostro paese dove contribuì in maniera significativa alla formazione di una danza contemporanea italiana e ora, a riportarla da noi è di nuovo Daniele Cipriani che ha organizzato questo evento in collaborazione con Arthemisia e con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia. In questa performance che si avvale del coordinamento della coreografa Simona Bucci, sua storica collaboratrice, Carolyn Carlson, androgina e flessuosa come se gli anni la sfiorassero appena, si esibisce insieme a Sara Orselli, solista italiana della sua compagnia con sede a Parigi.

Particolarmente sensibile agli influssi dell’arte visiva non è un caso che la Carlson abbia scelto come ispirazione per questo suo nuovo lavoro le video opere, sospese nello spazio, senza tempo, di Bill Viola; sono opere che la riavvicinano all’elemento acqua che fu il leitmotiv della fortunata stagione veneziana in cui la Carlson guidò una sua compagnia di danzatori al Teatro La Fenice; fu una esperienza a cui seguirono quelle di Direttrice della Sezione Danza della Biennale di Venezia e fondatrice dell’Accademia Isola Danza – La Biennale di Venezia.

È un avvenimento d’eccezione la performance di questa “Poetessa della Danza”, come talvolta viene definita, personalità unica della modern dance  difficilmente paragonabile sia ai pionieri che l’hanno preceduta, sia a chi è venuto dopo.

Caroline usa la danza quale linguaggio visivo per tuffarsi nella psiche umana e portare in superficie la vera natura dell’essere. Come Bill Viola, Carolyn Carlson unisce la dimensione spirituale orientale con quella occidentale e di lei si può dire che irradi la luce e l’energia del sole californiano, che l’ha vista nascere, illuminando le tinte della danza moderna e arricchendole di quei contenuti filosofici che caratterizzano il pensare intellettuale della sua patria d’adozione.

Come Viola anche l’arte di Caroline è una continua sperimentazione e riflessione, un dialogare con lo spazio, un visionario percorso interiore attraverso emozioni.

Il connubio con Viola era pressochè inevitabile.

A Palazzo Bonaparte gli spettatori potranno seguirla da vicino, quasi a contatto, mentre entra, danzando, nelle misteriose acque di Bill Viola. Non a caso Carolyn Carlson – Bill Viola è il primo evento di una rassegna intitolata Dancing into Visual Art, ideata da Daniele Cipriani per Arthemisia.

Le tre repliche della performance Carolyn Carlson – Bill Viola sono eventi unici per un massimo di trenta spettatori ciascuno. Una visita alla mostra di Bill Viola è inclusa nel costo del biglietto. Questo il link per acquisto biglietti.

CAROLYN CARLSON E BILL VIOLAPH Credit Laurent Paillier e:

Ufficio Stampa  Daniele Cipriani Entertainment 

Simonetta Allder

ufficiostampa@danielecipriani.it

339 7523505

Ufficio Stampa  Arthemisia

Salvatore Macaluso

sam@arthemisia.it | M. +39 392 4325883

press@arthemsia.it | T. +39 06 69308306

Carolyn Carlson si definisce soprattutto una nomade. Dalla Baia di San Francisco all’Università dello Utah, dalla compagnia di Alwin Nikolais a New York a quella di Anne Béranger in Francia; dall’Opera di Parigi al Teatrodanza La Fenice di Venezia, al Théâtre de la City di Helsinki, dal Ballet de l’Opéra de Bordeaux al Cartoucherie di Parigi, dalla Biennale di Venezia a Roubaix, Carolyn Carlson è una viaggiatrice instancabile, sempre alla ricerca di sviluppare e condividere il suo universo poetico.

La sua è una danza sicuramente rivolta alla filosofia e alla spiritualità. Al termine “coreografia”, Carolyn Carlson preferisce quello di “poesia visiva”

Per quattro decenni ha svolto un ruolo chiave nel far emergere la danza contemporanea francese e italiana con il GRTOP all’Opera di Parigi e con il Teatrodanza alla Fenice. Ha realizzato più di cento pezzi e nel 2006 il suo lavoro è stato incoronato dalla Biennale di Venezia con il primo Leone d’Oro mai assegnato a un coreografo.