Difendiamo la nostra Arte

…che non è soltanto il bel canto, un’opera editoriale, una poesia, ma anche una rappresentazione teatrale o una esibizione di Danza.

Con i nostri articoli ci siamo sempre schierati per diffondere ed esaltare quanto di meglio le nostre eccellenze culturali ed artistiche erano in grado di creare e trasmettere al grande pubblico nazionale ed internazionale; non possiamo sottacere che l’Arte della Danza si è diffusa – dall’Italia –  in tutto il mondo.

Ora Difendiamo la nostra Arte, alla luce di quanto accaduto al Corpo di Ballo della Fondazione Arena di Verona, abbiamo raccolto in breve tempo circa 14.000 adesioni a sostegno della Petizione indirizzata al Presidente della Repubblica tesa a difendere l’esistenza in vita delle Fondazioni e dei Corpi di Ballo.

L’autorevole portavoce di tutti noi è il Maestro Luciano Mattia Cannito e la Petizione è stata presentata ieri, vedi il seguente link:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=1007704

Nel mentre esprimiamo la nostra stima e riconoscenza a Luciano Mattia Cannito per l’arduo compito che si è assunto, e che non sarà privo di ostacoli, è oltremodo necessario che tutti supportino questa importante iniziativa che – sottolineiamo – non è assolutamente elitaria o corporativistica ma abbraccia ogni amante dell’Arte poiché l’Arte si estrinseca attraverso tutte le forme ed espressioni.

E’ quindi necessario, proprio in questo momento, offrire il nostro semplice contributo morale per sottolineare incisivamente alle Istituzioni il profondo disagio ed amarezza che pervade tutto l’universo Danza intendendo con ciò tutte le figure professionali attive, produttive e necessarie per l’esibizione artistica.

Non sono soltanto 1.400.000 ragazzi che vedono infrangersi i loro sogni ma alle loro spalle ci sono le famiglie che li seguono e sostengono, spesso con notevoli sacrifici, e noi abbiamo il compito di tutelare la loro sana, pulita e genuina crescita.

Bastano pochi minuti

Seguite questo link per condividere e promuovere la raccolta firme:

 

https://www.change.org/p/morte-dei-corpi-di-ballo-delle-fondazioni-liriche-uccisa-la-passione-di-1-400-000-giovani?source_location=discover_feed

 

Difendiamo la nostra Arte

Astutillo

“Mi chiamo Harry Haller, come il “lupo della steppa” di Hermann Hesse e sono il sindaco di Colleriarso dove vive anche il nostro protagonista Astutillo.”

 

Così è solito presentarsi il primo cittadino di un piccolo paese immaginario, ma non troppo, dove d’estate fa molto caldo e d’inverno freddissimo. Qui, secondo una leggenda, ha vissuto Hermann Hesse in persona, che è rimasto nel cuore degli abitanti, tanto che, nel corso degli anni, strade, ospedali, scuole, ma anche i nuovi nati, sono stati chiamati con i nomi dei personaggi dei suoi libri.

 

In questo luogo magico vive Astutillo Colavolpe, il protagonista di Astutillo e il potere dell’anello (Graphofeel edizioni , 2016 ), un libro scritto da Dario Amadei adatto ai ragazzi di tutti le età e agli adulti che sanno ancora sognare. Il libro, per consentirne la lettura a tutti, è pubblicato utilizzando un carattere tipografico facilitato, adatto anche a chi ha problemi di dislessia.

astutillo

astutillo

 

Fin dalla prima pagina l’autore ci presenta il protagonista,  Astutillo, come un un bambino molto grasso, ma felice di esserlo e non avrebbe fatto nulla per cambiare.

Così, senza tanti giri di parole, Dario Amadei colpisce il lettore dritto al cuore e lo fa scontrare con una dura realtà: quanto è difficile al giorno d’oggi accettarsi, farsi conoscere per quello che si è e non nascondersi dietro maschere da indossare nelle diverse situazioni?

 

Missione non facile per nessuno, tanto più per un bambino, costretto a destreggiarsi con il mondo degli adulti e con le tante proibizioni quotidiane. Una cosa che però Astutillo non riesce proprio a sopportare è non poter fare il bagno nel lago Tufo ghiacciato durante l’inverno. Così arriva in suo soccorso una fata, molto diversa da quelle che la tradizione ci ha fatto conoscere, che gli regala un anello magico capace di esaudire tutti i desideri.

 

Astutillo ne saprà approfittare? Sarà in grado di fare buon uso di tanta fortuna? O capirà che per ottenere quello che vuole deve contare solo sulle proprie forze ed impegnarsi per raggiungere dei traguardi?

 

Per rispondere a queste domande, che sono tanto simili a quelle che si pone ciascuno di noi  nel corso della vita, da grandi e da piccini,  vi invitiamo a leggere il libro, anche perché si tratta di una lettura davvero piacevole, diretta e scorrevole:  ciò che non abbandona mai il lettore è la sottile ironia con cui lo scrittore permea le avventure di questo bambino cicciotello, che rappresenta, come sottolinea l’autore, “l’anima grassa” che alberga in tutti noi, quale che sia la nostra forma fisica o la nostra costituzione reale.

 

Lungo il percorso narrativo ci si ferma a riflettere più volte, tante sono le porticine da aprire pagina dopo pagina; i personaggi che vengono presentati sono solo in parte frutto della fantasia, perché si possono incontrare quotidianamente e con loro bisogna fare i conti nella vita reale.

 

Di una cosa siamo sicuri: se leggerete il libro, Astutillo diventerà il vostro migliore amico e potrete andare a trovarlo a Colleriarso ogni volta che avrete voglia di farlo.

 

Ringraziamo  Elena Sbaraglia e Laura Pacelli di Graphofeel edizioni per l’intervista concessa e non ci rimane altro che leggere il libro Astutillo.

Morto il Nobel Dario Fo, aveva 90 anni

dario fo

Avere 90 anni e non sentirli e ancora darsi per il teatro, per la cultura, per le arti, per la satira politica, instancabilmente e con passione. Attore, regista, pittore, scrittore: Dario Fo la sua rivoluzione l’ha portata avanti per una vita intera. Sessant’anni sul piccolo schermo e sui palcoscenici, un Premio Nobel per la Letteratura nel 1997 (già candidato nel 1975), rappresentazioni acclamate in tutto il mondo, diverse lauree honoris causa: con Dario Fo oggi se ne va un immenso protagonista della cultura italiana.

Morto all’ospedale Sacco di Milano, dove era ricoverato da una decina di giorni per problemi polmonari, Dario Fo lascia un vuoto incolmabile nel teatro del nostro Paese, lo stesso lasciato, nel 2013, da Franca Rame, sua compagna di vita e di spettacolo, coppia unita anche dall’impegno politico di sinistra.

“Con Dario Fo l’Italia perde uno dei grandi protagonisti del teatro, della cultura, della vita civile del nostro paese. La sua satira, la ricerca, il lavoro sulla scena, la sua poliedrica attività artistica restano l’eredità di un grande italiano nel mondo. Ai suoi familiari il cordoglio mio personale e del governo italiano”

ha scritto in una nota il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, commento a cui hanno fatto seguito quelli di tutti i maggiori esponenti della politica, dello spettacolo e della cultura italiana, tutti mondi, questi, che spesso avevano criticato la figura del poliedrico artista, arrivando a mettere in discussione anche il suo Nobel.

“Non è difficile essere ribelli a 20 anni, ma se sei considerato ancora un nemico irriducibile dopo gli 80, sei veramente un grandissimo rompicoglioni”

aveva scritto tempo fa Jacopo Fo, figlio di Dario e Franca Rame, ripercorrendo in un articolo il difficile rapporto dei suoi genitori con le reti televisive italiane, che più volte li avevano “censurati“.

E Dario Fo è stato certamente un personaggio un po’ scomodo, certo controcorrente, un “giullare” che col suo linguaggio che mescolava francese, italiano, veneziano, suoni e onomatopee (il grammelot, che si rifà, appunto, alle medioevali improvvisazioni giullaresche) raccontava di sacro e profano, raccontava ciò che qualcuno non voleva sentire o non era pronto a sapere, spesso prendendosi gioco del mondo ecclesiastico o criticando la morale borghese, rivolgendosi soprattutto al pubblico delle classi più deboli.

“Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”:

era stata proprio questa la motivazione fornita dall’Accademia per l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura, nel 1997, che dedicò alla moglie Franca e ai suoi “maestri” Ruzzante e Moliere.

https://www.youtube.com/watch?v=qgr3xecacZU

Via Cola di Rienzo

Tra le strade più belle di Roma possiamo senz’altro citare Via Cola di Rienzo che collega Piazza del Risorgimento a Piazza della Libertà; siamo quindi nel cuore di Roma a due passi da S. Pietro.

Fu realizzata a seguito del Piano Regolatore del 1873 ed inizialmente sorsero soltanto 10/15 case poiché, in effetti, gli imprenditori edili e la popolazione non credevano allo sviluppo abitativo e commerciale che l’Amministrazione Comunale aveva intravisto e posto in atto.

Dobbiamo attendere gli anni 20 per vedere la vera e grande nascita di Via Cola di Rienzo con i raffinati palazzi in stile e che facevano da ala a questa importante arteria.

Prestigiosi negozi di moda e di ricercatezze culinarie hanno, da allora, contraddistinto la vocazione commerciale – ma di qualità – della strada tanto che Via Cola di Rienzo entrò, da regina, nel tessuto urbano.

Fiore all’occhiello di questa mondanità fu senza dubbio il Caffè Latour, di proprietà degli omonimi fratelli discendenti, secondo alcuni storici, di un “ramo cadetto” di Napoleone; l’elegante locale aprì nel 1924 e fu chiuso negli anni 70

Via Cola di Rienzo è dedicata a Nicola di Lorenzo Gabrini (detto Cola de’ Rienzi), di origini popolane che divenne tribuno e senatore di Roma intorno al 1350 e che combattè una strenua battaglia morale denunciando i soprusi dei baroni romani nei confronti del popolo.

Ed è proprio su questa strada che abbiamo la disponibilità di un locale classificato per “Non Alimentari” dove poter svolgere attività culturali e/o editoriali.

roma_via_cola_di_rienzo

Siamo alla ricerca di collaborazioni, suggerimenti, alternative per questo progetto.

Parliamone, chiunque fosse interessato ci contatti.

Grazie

Il Maggio dei Libri a Lugnano

Tutti pronti per altro weekend all’insegna della cultura, del divertimento e della condivisione a Lugnano in Teverina, uno dei borghi più belli d’Italia. Dopo le tradizionali feste popolari che hanno caratterizzato la prima parte della rassegna Il Maggio Lugnanese, sabato 21 e domenica 22 saranno due giornate dedicate alla lettura e al mondo dei libri: per il secondo anno consecutivo, infatti, l’amministrazione aderisce alle iniziative promosse da Il Maggio dei Libri, la campagna nazionale nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura nella crescita personale, culturale e civile dell’individuo. “Se son libri fioriranno” è lo slogan ufficiale di questa edizione, un gioco di parole per diffondere in tutta la Penisola l’amore per la lettura e racchiudere il senso dell’iniziativa: leggere fa crescere, nutre la mente, aiuta a far sbocciare nuove idee e consente di vivere infinite esperienze.

Lugnano lo sa e, per questo, attraverso l’iniziativa “La Libridine… un libro al giorno leva il medico di torno”, grazie all’impegno di tutta l’amministrazione comunale ed in particolare dell’Assessore alla cultura Alessandro Dimiziani, intende dedicare la giornata di locandinaMaggiolibrisabato alla presentazione di alcuni libri con la presenza dei loro autori e all’anteprima del Premio Letterario Città di Lugnano e del Progetto Biblioteca del Pennone. Non solo libri per celebrare la cultura di questo splendido borgo: nella stessa giornata sarà infatti possibile visitare il Museo Civico con la sezione della Grande Guerra e la sezione Archeologica e partecipare alla Cena nella Locanda del Letterato, evento gestito dal Comitato festeggiamenti S.S. Maria Assunta in Cielo che proporrà assaggi delle prelibatezze dell’enogastronomia locale.

Domenica ancora libri, visite e, stavolta, musica d’autore: oltre alla possibilità di visitare la Biblioteca Comunale, nel pomeriggio presso la Chiesa di San Francesco il Quartetto d’archi dell’Orchestra di Santa Cecilia di Roma eseguirà un concerto di musica classica a favore dell’Associazione “Damiano per l’Ematologia”. Sempre nella Chiesa sarà possibile poi ammirare il quadro della Natività di Grazia Cucco alla presenza della stessa artista amerina.

 

PROGRAMMA DETTAGLIATO

 

Sabato 21 maggio 2016  

IL MAGGIO DEI LIBRI…se son libri fioriranno

– Ore 10 Museo Civico—Visita guidata

LEGGENDO LA STORIA DI LUGNANO… i libri

nel Museo Archeologico e della Grande Guerra 1915/18

– Ore 17,00 Galleria Pennone

Presentazione del libro

“ IL SILENZIO PERFETTO di Maurizio Ramogida – Intermedia Edizioni

Modera Elisabetta Putini, curatrice del Premio Letterario

– Ore 18 “LA LIBRIDINE…Un libro al giorno leva il medico di torno”

INCONTRO CON L’AUTORE

“La quarta persona più importante”

di Francesco Franceschini (edito Verba Volant)

e il suo laboratorio di scrittura creativa .

– Ore 19 Presentazione Premio Letterario Città di Lugnano,

Settimane della Cultura 2016 e Progetto Biblioteca del Pennone

– Ore 20 Piazza S. Maria

“Leggendo & Mangiando” nella Locanda del Letterato

– Ore 22 “LA LIBRIDINE…Un libro al giorno leva il medico di torno”

AUTORI A CONFRONTO:

Paolo Miggiano con “ALI SPEZZATE”

incontra Claudio Lattanzi

e si confronteranno sul tema delle mafie

 

Domenica 22 Maggio 2016

– Ore 12 La Biblioteca del Pennone …una nuova realtà

– Ore 18  Chiesa San Francesco

MAGGIO CONCERTISTICO LUNIANENSIS

Concerto Quartetto d’archi dell’orchestra di S.Cecilia di Roma

a favore dell’Associazione Damiano per  l’Ematologia

Ore 19,30 LA NATIVITA’ di Grazia Cucco…un quadro…una storia

Incontro con l’autrice

Presentazione del Libro “ Quando Le Pietre parlano”

di Padre Gualtiero Bellucci

L’Associaz. S. Francesco presenta: Il RESTAURO della Sagrestia del ‘600

 

CONTATTI

Ass. Alessandro Dimiziani 349/6602285

Alessio Santi 340/9752229  (amm.ne comunale)