Alberto Montesso: la danza è gioia, l’arte è evasione

alberto montesso

Una vita trascorsa con e per la danza, quella di Alberto Montesso, una carriera iniziata studiando all’Accademia Nazionale di Danza a Roma e proseguita presso diversi importanti teatri e compagnie (Teatro dell’Opera di Roma, English National Ballet, K Ballet, Tulsa Ballet). La danza lo ha portato in giro per il mondo, dall’Europa agli USA, dal Giappone alla Nuova Zelanda, per poi tornare in Italia ad insegnare.

Attualmente Alberto Montesso è impegnato presso il Teatro San Carlo di Napoli come Maestro di Danza Classica presso la Scuola di Ballo (diretta da Stéphane Fournial).

Parlare di danza con Alberto Montesso significa ricevere una carica di energia positiva, la carica di un ballerino appassionato e determinato e di un insegnante  propositivo che sta dalla parte dei giovani. E proprio alla figura di “Alberto Montesso insegnante” abbiamo rivolto qualche domanda, per meglio capire il suo rapporto con l’Italia e la sua visione dell’insegnamento, alla luce soprattutto dei tanti anni trascorsi lontano dal suo Paese, in nome della sua passione per la danza.

Alberto Montesso: l’intervista

Alberto, la danza ti ha portato a viaggiare tantissimo in giro per il mondo. Ora sei a Napoli e hai a che fare tutti i giorni con giovani desiderosi di intraprendere con successo una carriera nel mondo della danza. Che tipo di insegnamenti trasmetti loro, quali sono secondo te le fondamenta imprescindibili per un ballerino?

Devo dire che da quando sono arrivato a Napoli, al San Carlo, ho trovato un gruppo di allievi veramente affamati di imparare, di conseguenza a lezione c’è una bella atmosfera. I ragazzi vogliono imparare tutto nel più breve tempo possibile. Questo naturalmente è impossibile, però c’è tanta voglia di crescere insieme e quindi gli insegnamenti vengono recepiti meglio. I miei insegnamenti sono aiuti per farli migliorare, perché nei loro occhi leggo una grande voglia di crescere e questo mi fa piacere. Per un insegnante è la cosa più gratificante, perché alla fine non importa molto quanto insegni: la cosa più importante è la voglia che ha l’allievo di apprendere.

Secondo te è più produttivo un rapporto “formale” con gli allievi, o preferisci un approccio più personale? 

Se non stabilisci un bel rapporto di fiducia, stima, affetto e comprensione con i tuoi allievi puoi anche insegnare, ma nessuno ti seguirà! E poi io credo che la crescita debba essere anche dalla parte dell’insegnante. Non puoi più essere l’insegnante di una volta: duro, che non trasmetteva emozioni, che aveva gli occhi di ghiaccio. Erano altri tempi. Non c’era Facebook, non c’era Instagram, di conseguenza avevi più fiducia nell’insegnante perché era l’unica persona che poteva dirti quello che accadeva nel mondo. Se lui ti diceva: “In America gli asini volano” tu ci credevi, perché non avevi possibilità di constatarlo! Adesso basta andare su Wikipedia o su Youtube per verificare qualsiasi cosa. Per questo posso dirti che l’insegnante deve adeguarsi al modo di comunicare che hanno gli allievi, mantenendo chiaramente i valori fondamentali di disciplina, rispetto e stima.

I valori sono rimasti gli stessi insomma, a cambiare è solo il modo di comunicarli.

Esatto, per questo è fondamentale che l’insegnante cresca in questo senso: deve imparare a comunicare come comunicano i giovani, altrimenti non va da nessuna parte. Devi conquistare la loro fiducia, la loro stima.

Lo scorso 5 novembre c’è stato il Concorso di Civitavecchia, nato dalla collaborazione con Maria Rubulotta. Tu quando sei chiamato a giudicare su quali criteri ti basi? Da cosa capisci che un danzatore ce la può fare, che ha qualcosa in più rispetto agli altri?

Dalla spontaneità, dalla naturalezza con cui stanno sul palcoscenico. A Civitavecchia ho organizzato il Concorso e ho avuto modo di guardare con attenzione le esibizioni. Purtroppo ci sono persone che portano sul palco troppi problemi: ne abbiamo tanti già tutti i giorni, basta ascoltare il telegiornale. Portarli anche sul palcoscenico…

Quindi prediligi un tipo di danza che sia più di evasione?

Sì, perché l’arte è questo, serve a sollevare gli spiriti, non serve a incupirsi, a portare i problemi terreni su un palcoscenico. I problemi ognuno di noi li risolve quotidianamente nel proprio privato, ma quando si va a teatro ci si deve distrarre, si deve avere un’ora e mezza di svago, senza pensare ai problemi. Questo riguarda anche le scelte musicali: a volte si vuole fare un po’ troppo la filosofia della danza, ma non dimentichiamoci che si tratta di arte e come tale deve essere di accompagnamento, di gioia.

Tu sei di Civitavecchia, per te lì tutto è iniziato: cosa provi quando ci torni?

Quella è casa mia, lì mi sento protetto, ho i miei tre amici storici, la mia famiglia. Civitavecchia è il mio rifugio, quando posso ci torno sempre volentieri, ci sto bene. Quando sto lì stacco veramente, anche se continuo a lavorare tramite mail o telefono, ma sapere di essere a casa con mia mamma mi fa sentire nella mia tana, coccolato. E poi vivendo sempre in grandi città tornare in un posto dove puoi parcheggiare la macchina e riprenderla una settimana dopo è quasi surreale! Civitavecchia ce l’ho nel cuore.

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Lo Schiaccianoci di Amodio – Luzzati

Lo Schiaccianoci di Amodio - Luzzati

Lo Schiaccianoci di Amodio – Luzzati

presentato da Daniele Cipriani Entertainment

alla riscoperta del repertorio italiano

È Lo Schiaccianoci italiano più bello, uno dei più interessanti della storia della danza, senz’altro uno dei più incantevoli.

Dopo il successo della passata edizione, che ha registrato oltre 25.000 spettatori in tutta Italia, la rappresentazione danzante si è aggiudicata l’ambito premio “The Best Italian Dance Box Office 2016/2017” (ovvero lo spettacolo di danza di maggior successo dell’ultima stagione) conferito a Daniele Cipriani Entertainment nel corso del magnifico evento “Oscar della Danza Cinecittà World” che si è tenuto il 29 ottobre 2017 con la direzione artistica del Maestro Luciano Cannito. 

Lo schiaccianoci di Amodio - Luzzati

Daniele Cipriani Entertainment torna a meravigliarci di nuovo con il balletto in 2 atti Lo Schiaccianoci  con la coreografia e regia di Amedeo Amodio, con le scene ed i costumi di Emanuele Luzzati e con l’immortale stupenda musica di Piotr Ilych Ciaikovsky 

Una tournée lunga due mesi, dal 11 novembre 2017 presso il Teatro Coccia di Novara al 14 gennaio 2018 al Teatro Municipale di Piacenza

I ruoli principali sono danzati da Anbeta Toromani ed Alessandro Macario dei quali presentiamo alcune foto:

Lo Sciaccianoci di Amodio - LuzzatiLo Sciaccianoci di Amodio - LuzzatiLo Sciaccianoci di Amodio - Luzzati

Lo schiaccianoci di Amodio - LuzzatiLo schiaccianoci di Amodio - Luzzati

accompagnati dal corpo di ballo e solisti della Compagnia Daniele Cipriani Entertainment (vedi galleria foto):

Lo Schiaccianoci di Amodio - Luzzati

Si tratta di una produzione di tutto rispetto,  paragonabile per dimensioni e qualità solo a quelle dei più importanti teatri lirici; in scena vedremo 40 artisti (37 ballerini, 2 artisti del teatro d’ombre e un trampoliere); dietro le quinte daranno il loro essenziale contributo 15 altri professionisti tra maîtres, staff tecnico, sarte ecc.

Una presenza di talenti che, anche quest’anno, rende Lo Schiaccianoci di Amodio/Luzzati uno degli eventi più esaltanti della stagione.

Lo spettacolo coincide con il 10° anniversario della scomparsa di Emanuele Luzzati e, proprio al grande maestro genovese, è dedicato quindi lo spettacolo.

Egli ha fatto risplendere le scene italiane e del mondo con i colori della sua tavolozza e l’arcobaleno della sua fantasia; Lo Schiaccianoci di Amodio/Luzzati ne rende una ricca testimonianza.

Le prime versioni de Lo Schiaccianoci, a partire dalla prima versione del coreografo Marius Petipa seguono l’adattamento e l’addolcimento del racconto effettuato dello scrittore Alexandre Dumas; il balletto di Amodio – invece – si riallaccia alla novella originale “Schiaccianoci e il Re dei topi” riscoprendo in tal modo le forti tinte dello scrittore tedesco sottolineando il mai ben distinto confine tra l’immaginazione e la realtà.

Lo Schiaccianoci fu creato per Elisabetta Terabust e Vladimir Derevianko da Amedeo Amodio nel 1989 durante gli anni d’oro dell’Aterballetto di cui egli era direttore; Lo Schiaccianoci di Amodio – Luzzati  è il prodotto della fantasia di una bambina la quale gioca e parla con i suoi giocattoli facendoli vivere nel mondo magico della “sua” realtà: l’immaginazione.

Un semplice schiaccianoci può benissimo essere un principe, un’ombra sulla parete, può diventare un drago in quel mondo immaginario dove desiderio e paura, sogno e incubo si alternano in continuazione. Una rivisitazione in chiave psicologica del balletto normalmente popolato da fate e che lascia tuttavia intatto l’elemento fiabesco poiché nulla è più magico della fantasia infantile.

Lo Schiaccianoci di Amodio/Luzzati si rivolge a grandi e piccini e si inserisce tra gli obiettivi di eccellenza culturale e del meritorio impegno personale di Daniele Cipriani teso a recuperare il repertorio italiano del balletto della seconda metà del ‘900.

Questa produzione è una delle sue colonne portanti, esempio delle vette artistiche toccate quando alla concretezza del pensiero tedesco unita all’anima russa che avvolge la partitura, si inseriscono l’estro e la fantasia, qualità e sensazioni che solo gli artisti italiani sono in grado di trasmettere.

La coreografia e regia di Amedeo Amodio, le scene ed i costumi di Emanuele Luzzati, le “ombre” ideate dal Teatro Gioco Vita (realizzate della Compagnia teatrale L’Asina sull’Isola), gli inserimenti musicali di Giuseppe Calì, la voce di Gabriella Bartolomei, i primi ballerini Anbeta Toromani ed Alessandro Macario, il corpo di ballo ed i solisti della Daniele Cipriani Entertainment, le fotografie di Massimo Danza rendono Lo Schiaccianoci di Amodio – Luzzati un balletto di eccellente ed inusuale qualità artistica. 

Riportiamo le parole di Daniele Cipriani:

“Sono felice quando i sogni diventano realtà. Non sopportavo l’idea che un allestimento importante come Lo Schiaccianoci di Amodio – Luzzati fosse da anni nei depositi di Aterballetto, destinato a perdersi: ho avuto il coraggio di acquistarlo e farlo ristrutturare e rivivere, cosa che ho fatto anche con altri allestimenti.”

Ed è con una punta di orgoglio, ed anche di rammarico, che Daniele Cipriani sottolinea che:

In un’Italia dove i corpi di ballo chiudono i battenti uno dopo l’altro, la Compagnia Daniele Cipriani Entertainment rappresenta per i talenti italiani un importante sbocco di lavoro e di crescita artistica.”

Ed inoltre anticipa: “Nell’ambito del mio impegno volto a recuperare e dare nuova vita ai lavori del repertorio italiano della seconda metà del ‘900, a partire da gennaio 2018 la Daniele Cipriani Entertainment proporrà una nuova produzione di “Mediterranea”, balletto a serata intera di Mauro Bigonzetti in cui danzeranno 20 solisti della Daniele Cipriani Entertainment.”

 E’ opportuno e giusto dar merito alla Daniele Cipriani Entertainment ricordando che è la seconda produzione a livello nazionale riconosciuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Ufficio Stampa Daniele Cipriani Entertainment

Simonetta Allder

ufficiostampa@danielecipriani.it

339 7523505

foto credit Massimo Danza

produzione Daniele Cipriani Entertainment  

solisti e corpo di ballo Daniele Cipriani Entertainment

TOURNÉE Lo Schiaccianoci di Amodio – Luzzati STAGIONE 2017/2018


11, 12 NOVEMBRE 2017

TEATRO COCCIA NOVARA

18 NOVEMBRE 2017

TEATRO SOCIALE COMO

22 NOVEMBRE 2017

TEATRO COMUNALE DI BOLZANO

5,6,7,9,10 DICEMBRE 2017

TEATRO REGIO TORINO

PRIMI BALLERINI: ASHLEY BOUDER E TAYLOR STANLEY  Principals of New York City Ballet

Orchestra del Teatro Regio

Coro delle voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi”

16,17,19,20 DICEMBRE 2017

TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA

ORCHESTRA DEL TEATRO CARLO FELICE

CORO DELLE VOCI BIANCHE DEL TEATRO CARLO FELICE

5 GENNAIO 2018 

TEATRO COMUNALE DI FERRARA

14 GENNAIO 2018 

TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA

Grazie a Daniele Cipriani per l’importante pensiero rivolto ai giovani artisti italiani ed al rammarico – che è anche il nostro – per la progressiva chiusura dei Corpi di Ballo Italiani.

Lo Schiaccianoci di Amodio – Luzzati

 

 

 

Les Étoiles 2018: all’Auditorium danzano le stelle

les etoiles 2018

Nuova location ma stessa sostanza per Les Étoiles 2018, l’ormai tradizionale appuntamento annuale con la grande danza organizzato da Daniele Cipriani. Quella del 2018 sarà la quarta edizione e visti i grandi successi degli anni scorsi tante sono le aspettative per quello che vedremo.

Stavolta ad ospitare i ballerini di punta della danza mondiale non sarà l’Auditorium Conciliazione. Il gala, infatti, si sposta nella prestigiosa Sala Santa Cecilia presso l’Auditorium Parco della Musica il 27 e 28 gennaio.

Ogni stella ospite ha un suo talento unico, irripetibile, incomparabile, straordinario. Il gala Les Étoiles è un inno alla gioia, come volevano Schiller e Beethoven (sebbene qui danzata anziché cantata), all’amicizia tra i popoli della scena e della terra.

Daniele Cipriani

Alcuni nomi del cast sono già stati svelati: Léonore Baulac e Hugo Marchand (Opera di Parigi), Semyon Chudin, Jacopo Tissi e Evghenia Obraztsova (Teatro Bolshoi di Mosca), Kimin Kim (Teatro Mariinsky di San Pietroburgo),  Vadim Muntagirov e Marianela Nunez  (Royal Ballet di Londra), Tiler Peck (NY City Ballet).

Ma ancora molto c’è da scoprire su queste due attesissime serate che consentiranno di vedere sullo stesso palcoscenico le stelle della danza mondiale, provenienti dai più rinomati teatri.

Tra questi impossibile non menzionare Jacopo Tissi, unico ballerino italiano al Bolshoi di Mosca. Il suo è un caso che inorgoglisce particolarmente, perché mai prima di lui un italiano era diventato un “interno” nel sacro tempio del balletto russo.

Il cast sicuramente si amplierà e ci sarà, come nell’edizione 2017, un ballerino la cui identità verrà svelata solo la sera della prima. Lo scorso anno il danzatore in questione è stato Mariinsky Vladimir Shklyarov.

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Viva Momix Forever: incanto al Teatro Olimpico

viva momix forever

I Momix raggiungono il traguardo dei 37 anni di attività e festeggiano in grande stile, con uno show ospitato dal Teatro Olimpico di Roma: Viva Momix Forever

Lo spettacolo, in scena fino al 5 novembre, è una festa di compleanno in danza, un’esplosione di luci e colori, acrobazie ed effetti scenici, reale e surreale. Insomma, una festa in perfetto stile Momix. Uno stile che non delude mai.
Quella della compagnia risulta essere quasi una danza primordiale, frutto di un’esigenza assoluta di muoversi e raccontare col corpo in modo estremo, portando i movimenti al limite di ciò che sembrerebbe umano fare.
Una danza complessa tecnicamente e inserita in quadri scenici unici, eppure al tempo stesso essenziale nel suo colpire dritto lo spettatore, che resta come ipnotizzato.
Moses Pendleton è un vero genio creativo, capace di pensare e portare in scena coreografie innovative e strabilianti. Non a caso i Momix hanno raggiunto una fama di livello mondiale.
La preparazione atletica dei ballerini si nota in ogni gesto: la tensione dei muscoli, la potenza dei salti, le posizioni, gli equilibri. Tutto esplode con forza eppure è controllato e misurato. Tutto risulta magicamente e sorprendentemente giusto, esattamente come dovrebbe essere.

Viva Momix Forever: lo spettacolo

Viva Momix Forever è una raccolta delle più suggestive coreografie di Moses Pendleton, danzatore e coreografo fondatore della compagnia. Lo spettacolo è nato nel 2015 in occasione del 35esimo anniversario, 35 anni di grandi successi portati nei teatri di tutto il mondo.
Ecco una piccola curiosità: lo spettacolo ha debuttato nello stesso giorno e nello stesso teatro del debutto mondiale nel 1980. Era il 10 giugno 2015 al Barclays Teatro Nazionale di Milano.
Nove i danzatori in scena: Amanda Hulen, Jason Williams, Jennifer Chicheportiche, Jon Eden, Sarah Nachbauer, Seah Hagan, Heather Magree, Jacob Stainback, Morgan Hulen.
La prima parte dello spettacolo comprende otto creazioni, tra cui tre realizzate in occasione del 35esimo anniversario della compagnia.
Nella seconda metà altre sette coreografie tratte da Momix Classics, Bothanica, reMix, Opus Cactus e Sun Flower Moon.
Moses Pendleton regala agli spettatori uno spettacolo indimenticabile. Si spazia da scenografie che rimandano al firmamento a costumi che ricordano le corolle colorate dei fiori. E poi proiezioni, luci, attrezzi di scena, che nulla sarebbero senza la preparazione e la grande qualità di movimento dei ballerini.
Emozionante il passo a due Tuu di Sarah Nachbauer e Jonathan Eden, suggestivo il gioco di specchi con protagonista nuovamente la Nachbauer in Echoes Of Narcissus, energica e fisicamente impegnativa la Pole Dance di Jonathan Eden, Morgan Hulen, Jason Williams/Jacob Stainback.
Viva Momix Forever comprende tutto: eleganza, sensualità, vitalità, poesia, ironia, gioco.
Scenografia, musica, luci, coreografia, costumi: l’insieme è di forte impatto, ma non distoglie l’attenzione dalla bravura del ballerini, bensì la esalta. Insomma, sono loro l’anima pulsante di tutto lo spettacolo. Ciò che si sprigiona è energia, passione, creatività, bellezza. Insomma: la forma più autentica di Danza.
Life is short, art is long, Momix is forever

Oscar della Danza

Oscar della danza

Oscar della Danza , l’evento.

Presentiamo ora Ilenja Rossi, Massimo Romeo Piparo e Simone Di Pasquale anche loro giurati dell’ Oscar della Danza.

 

 

Con la direzione artistica del Maestro Luciano Cannito andrà in scena al Teatro 1, domenica 29 Ottobre un grande evento dedicato ai nuovi talenti della danza italiana, presentato da Rossella Brescia e Pino Strabioli.

Dalle 11:30 in poi si esibiranno le numerose e qualificate scuole ad iniziare dalla categoria baby seguita dalla categoria allievi per poi far esibire sul palco le categorie juniores e seniores.

Abbiamo già presentato alcuni componenti della Giuria che sarà anche costituita dai Magnifici 3 che sono:

ILENJA ROSSI

Oscar della Danza: i Giurati

Ballerina, coreografa, giudice in prestigiosi Concorsi, con una forte passione per l’hip hop che è diventato il suo stile di vita.

Cittadina del mondo si esibisce nei teatri europei e da luglio 2017 è la nuova docente dell’Accademia Sistina di Roma.

MASSIMO ROMEO PIPARO

Oscar della Danza

Direttore Artistico del Teatro Sistina di Roma, regista, autore televisivo, produttore di numerosi show di successo: The full monty, My fair lady, Il vizietto, Ballando con le stelle…

E’ stato docente di “Istituzioni e tecniche di Regia” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina.

Il suo progetto: “il mio Sistina aperto tutto l’anno per i Musical”

SIMONE DI PASQUALE

Oscar della Danza

Ballerino e insegnante, è tra i maestri di Ballando con le stelle più amati dal pubblico, é uno dei volti storici della trasmissione di successo  condotta da Milly Carlucci ed è presente sin dalla prima edizione.

Ha iniziato a danzare in teatro, interpretando Tony Manero in La febbre del sabato sera e poi recitando anche nel musical Hairspray – Grasso è bello.

Non soltanto ballerino ed insegnante ma ha debuttato anche come attore nella serie televisiva Don Matteo.

A questo punto, dopo aver presentato tutte le figure di altissimo valore artistico, intellettuale, umano, ricche della passione per l’Arte della Danza, vi invitiamo ad assistere ad un Evento primo ed unico nel suo genere quale è l’Oscar della Danza che segna un fondamentale ed irrinunciabile punto di svolta nelle rappresentazioni coreutiche e nell’attenzione che si deve porre verso le nuove generazioni di talenti offrendo loro visibilità, nuove opportunità e contratti di lavoro

Ricordiamo l’intero Team che ci farà ammirare l’Oscar della Danza:

Luciano Mattia Cannito: Direttore Artistico

Camilla Cacciamani

Monica Ratti

Luana Luciani

Fabrizio Pontani

Guido Sancilio

e la Giuria presieduta da: Lucio Presta

con i giurati: Raffaele Paganini, Rinus Sprong, Leonetta Bentivoglio, Alessandro Ferrucci, Veronica Peparini, Massimo Romeo Piparo, Simone Di Pasquale, Ilenja Rossi

Le qualità professionali messe in campo sono di assoluto rilievo, riconosciute, acclamate e richieste per collaborazioni a livello internazionale; perchè la nostra classe politica non riesce a cogliere e tutelare l’alto valore culturale insito nel mondo della Danza?

Lasciamo questo interrogativo per altri momenti.

Ora vi aspettiamo domenica 29 ottobre per assistere a questo spettacolare evento dell’Oscar della Danza.