Michelangelo Antonioni: “il pittore che non t’aspetti”

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

Cronaca di un amore, I vinti, La Signora senza Camelie i suoi primi tre film. Il grido, L’avventura, La notte, le tre creature venute alla luce nel bel mezzo di una carriera di successo. “Professione: reporter“, altra brillante idea del suo infinito ingegno che ha avuto il suo altrettanto seguito. L’Eclisse, film del lontano 1962, una pellicola che al di là della trama e dei suoi protagonisti, pone lo spettatore di fronte ad una delle piazze più belle, romantiche di Roma, da lui tanto amata: Piazza di Pietra.

Michelangelo Antonioni. Regista amato, apprezzato, non esente da critiche, sceneggiatore, montatore. Non solo film, ma anche diversi documentari. Uno stile, un modo di raccontare storie e personaggi che, sicuramente, non a tutti piaceva, ma che gli è valso la conquista di diversi riconoscimenti e, ciliegina finale sulla torta, un Oscar alla carriera venti anni fa. Fra le tante passioni, non tutti forse ne sono a conoscenza, Antonioni amava molto la pittura. Piazza di Pietra, nel cuore del centro storico capitolino, dalla scorsa settimana è la protagonista, “guarda un po’ il destino”, di un’interessante esposizione di alcune delle sue più significative opere, in qualità di pittore. Inaugurata lo scorso 30 ottobre e già in mostra alla Galleria 28 da sabato scorso, curata dalla moglie del talentuoso Michelangelo, Enrica Antonioni, e Francesca Anfosso, quest’ultima direttrice della Galleria. Già nel 2006, un anno prima della sua morte, avvenuta il 30 luglio 2007, molti suoi seguaci e semplici appassionati di arte poterono ammirare alcuni dei suoi dipinti per un mese, dentro il fantastico scenario del Tempio di Adriano.

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

La Signora Antonioni, durante la presentazione della mostra, ha inaugurato l’evento con queste parole: “Dipingere per lui era una gran gioia, i momenti dedicati alla pittura sembravano liberi dal tormento che il cinema poteva dargli, insieme alla soddisfazione di saper fare il mestiere che amava di più, ma che lo metteva sempre alla prova. Nei suoi ultimi anni, dal 2001, ha deciso di dedicare alla pittura tutto il tempo che gli rimaneva. Era al suo tavolo di lavoro tutto il giorno e tutti i giorni, assorbito nel colore, nella forma, nel silenzio, nella quiete del suo respiro. L’eleganza dei suoi gesti era disarmante, come sempre”. Francesca Anfosso ricorda il maestro così: “Provo ammirazione umana e professionale nei confronti del Maestro che ha dimostrato di essere artista compiuto, capace di esprimersi e creare coinvolgimento emotivo utilizzando con eguale maestria l’immagine, nella pittura come nel cinema. Le sue opere sono un’esplosione di colori e di forme, di suggestioni e di stili; colorate e “gioiose” ci svelano un Antonioni inatteso. Sono sicura che desteranno diffusamente la stessa ammirata emozione provata da me la prima volta che le ho viste nella splendida casa di Michelangelo ed Enrica a Bovara”.

“Dipingendo, dal suo silenzio ha voluto far emergere la sua voce: nitida, squillante, ricca d’infiniti colori e di molteplici forme, talvolta inquieta, ma altre volte persino allegra”. Questa la personalità di Antonioni, descritta da Alberto Asor Rosa. Colori, emozioni, un pizzico di astrattezza, a dimostrazione di un modo di esprimersi che variava, gioia all’ennesima potenza e una certa, particolare personalità. Il ritratto accurato di un Michelangelo Antonioni che, fino ad oggi, minimamente conoscevamo ed immaginavamo.

“Swing Club”: la Torino “jazzista” che pochi conoscono

"Compro Oro. Vivere Jazz, Vivere Swing"

“Compro Oro. Vivere Jazz, Vivere Swing”

Torino, ani 60′-70‘”. Una città operaia nel vero senso del termine. Buona parte del quotidiano ruotava attorno alla FIAT, l’icona ella filiera automobilistica italiana. Una città che, a partire dal primissimo dopo guerra fino a buona parte degli anni 80′, ha conosciuto i picchi più alti dell’immigrazione nostrana. Immigrazione che, purtroppo, fece conoscere anche i lati più oscuri, più brutti, fatti di odio e intolleranza. Sgomento e amaro in bocca regnarono per anni anche nella città Sabauda. Non solo questo e il lungo periodo degli “anni di piombo“.

Via Botero”. Il cuore del centro storico torinese, a pochi passi da Corso Galileo Ferraris, Piazza Solferino e dal Museo Egizio. E’ qui che nacque, tantissimi anni fa, lo Swing Club. Un’isola felice? Un’incantevole oasi? Semplicemente un delizioso, piacevole angolo artistico-culturale e musicale che, per poco più di due decenni, è stato il luogo dove si son esibiti i nomi più importanti del jazz americano. Fondato da Marco Barazzotto, gestito successivamente da Nini Questa e Toni Lama, allo Swing Club sono approdati e sin esibiti nomi del calibro di Mal Waldron, Art Farmer, Lou Bennett, Dizzy Reece, Slide Hampton, Barry “Kid” Martin, Michel Roque, Charlie Beal, Phil Wood, la European Rhythm Machine capitanata da George Gruntz, Henry Texier e Daniel Humair, Kenny Clarke, Art Blakey, Gato Barbieri e Chet Baker. Fra i migliori interpreti di uno dei generi più amati in assoluto nel Grande Continente, Giorgio Bartolucci e Ruben Bellavia. Tutti mostri sacri che hanno scritto pagine importanti della storia musicale a stelle e strisce, raccontando però significativi aneddoti anche nel nostro paese. “Subito dopo Parigi, varcare le porte torinesi era, per loro, una missione d’obbligo”. Musica di altri tempi faceva da padrona dentro le mura del noto locale: uno stile musicale che spingeva le menti umane ad immergersi e concentrarsi solo sulle note e la melodia, senza minimamente lasciar spazio ad altre questioni o pensieri.

"Swing Club"

“Swing Club”

Il giornalista Piero Angela, il regista Pupi Avati, Tullio De Piscopo, Enrico Rava e Dino Piana, i testimonial d’eccellenza di un periodo particolare, bello e, forse, unico per la città di Torino. Oggi dello Swing Club rimane solo un nome che ha fatto storia e tanti ricordi. Il tempio musicale è stato sostituito da un esercizio commerciale “Compro Oro”, ma questo non ha impedito di far tornare alla luce quegli anni. “Compro Oro. Vivere jazz, Vivere Swing”. Da un’idea di Toni Lama, un film documentario, con la regia dello stesso Lama e di Marino Bronzino che cura anche la sceneggiatura insieme a Giulia Passera. I brani, componenti la colonna sonora, portano la firma di Fabio Giachino. Un’idea, un progetto che ha avuto il pieno appoggio del Piemonte Doc Film Fund; è disponibile, a partire da oggi, presso la sala cinematografica “Fratelli Marx”, fino al 01 novembre e dai primi del prossimo mese in poi, lo si potrà vedere scaricandolo dalla piattaforma Ownair. Presto e su richiesta, vedremo questo documentario anche in altri cinema d’Italia.

Vivere Jazz, Vivere Swing”: “la Torino “jazzista” che fu” Solo pochi intenditori, fortemente nostalgici, la ricordano. Letteralmente sconosciuta alle generazioni odierne.

“Parallel Mirrors”: alla scoperta di Damien McFly

Damien McFly, "Parallel Mirrors"

Damien McFly, “Parallel Mirrors”

Vita”. Non un singolo percorso, ma una serie di vite parallele che, senza che ce ne accorgiamo, camminano insieme. Persone che conosciamo benissimo, con le quali abbiamo diverse affinità, prima amici e poi chissà? Sul più bello, strada facendo, ci rendiamo conto che siam fatti l’uno per altro. Molte volte, tutto capita quando abbiamo già una dolce metà, pensando in un primo momento che sia lei la persona giusta. Specchi paralleli che poi si incontrano, si uniscono fino a diventare un unico specchio che pensa, vive e continua il cammino in perfetta simbiosi.
Il sensazionale pensiero sentimentale di “Parallel Mirrors”, il nuovo album della rivelazione Damien McFly. Damiano Ferrari, giovane padovano, nel giro di poco più di un anno un successo costruito con talento, senza dubbio, ma un intenso lavoro che si è tradotto in quattro “cover collection”, alcuni videoclip prodotti per i brani significativi, diversi tour di successo in Europa e UK. Il Carfest e l’Hard Rock Festival di Edimburgo sono i due prestigiosissimi palchi di fama internazionale che il talentuoso Ferrari ha avuto l’onore di calcare e ora? Ora questo album che ci offre uno stile musicale grezzo, diretto, un folk pop nato, ispirandosi e prendendo spunto dalle “fundamenta” del pop puro. A settembre la pubblicazione dell’album nel Regno Unito, lo scorso 06 ottobre l’uscita in radio di “New Start”, una settimana fa l’esordio nel nostro bel paese di tutto l’album.
Damien McFly ci descrive “Parallel Mirrors” così: “L’album racconta di quanto tutte le nostre vite siano simili, di come per anni con persone ci si specchi costantemente senza mai incontrarsi davvero. Siamo tutti specchi paralleli e cerchiamo un po’ di noi stessi negli altri. Il concetto si rompe nel momento in cui gli specchi si incontrano e le due singole immagini diventano una sola”. Vi proponiamo un piccolo assaggio, “New Start”. “Abbandonate i vostri pensieri quotidiani, rilassate la mente, scaldate solo le vostre orecchie per orecchiare questa nuova creatura musicale”.

Guarda il video diNew Start

Fonte video: canale YouTube Damien McFly

Link video: https://www.youtube.com/watch?v=_9uVigqYyZU

“This is my life”: il tuffo nel passato di Matteo Brancaleoni

THIS IS MY LIFE (LA VITA) Matteo BrancaleoniThis is your life“. Storico brano, presentato al Festival di Sanremo nel lontano 1968. Elio Gandolfi e Shirley Bassey lanciarono questo pezzo da 90′ che impiegò pochissimi secondi per raggiungere l’apice del successo internazionale. 47 anni dopo, “This is my life“. Una versione moderna di quel vecchio testo, riproposto sotto una luce completamente diversa, a tratti anche accattivante e accompagnata dalle note del bravissimo jazzista, Fabrizio Bosso.

Un vero e proprio inno alla vita, il bene più prezioso che ci sia stato donato, raccontato da una simpatica videoclip, con la direzione di Luca Zerbini, e che vede protagonista Melita Toniolo. L’ex concorrente del Grande Fratello interpreta, anche qui sotto una veste decisamente moderna, una musa degli anni 50′. Figura che il popolare crooner italiano ha voluto studiare appositamente, ispirandosi ad una grande diva del nostro cinema: la compianta “Dolce VitaAnita Ekberg.

Non solo un ritorno al passato sul fronte musicale; anche il vecchio cinema italiano occupa un posto non indifferente nei ricordi di Brancaleoni. Un omaggio a Federico Fellini, ai suoi posti, alle sue tante gloriose pellicole. Un ricordo, più che piacevole, di quegli indimenticabili personaggi che tanto ci hanno fatto ridere come “l’americanoAlberto Sordi nel film “Un Americano a Roma” oppure di quelle scene finite nel mirino della critica, della censura come i celebri “baci proibiti” di Nuovo Cinema Paradiso. Dal 2007 a oggi 35mila le copie vendute fra Italia ed estero; apprezzatissimo dalla critica musicale nostrana e internazionale, definito uno dei migliori intepreti del songbook americano. Matteo Brancaleoni: “solo tanta, bella musica scorre nelle sue vene”.

Guarda il video “Matteo Brancaleoni with Melita Toniolo Ft. Fabrizio Bosso – This Is My Life” (La Vita)

Fonte video: canale YouTube Irmachannel1

Link video: https://www.youtube.com/watch?v=va2aR5ZFmGA

“Paziente al centro del percorso assistenziale”: il nuovo concorso di Merck Serono

Rapporto medico-paziente“Tutto deve ruotare, solo ed esclusivamente, attorno a loro”. Riprendiamo il “credo” di un vecchio spot pubblicitario, ma il protagonista assoluto anzi coloro che dovrebbero essere gli unici protagonisti della situazione, sono tutti i pazienti italiani. Una Sanità italiana sempre più attenta ai bisogni del singolo paziente, a cominciare da chi è affetto da malattie croniche o altre forme gravi di patologie fino alle persone che godono di buona salute e, solo per una semplice informazione, si rivolgono alla struttura di turno competente cercando di capire quale analisi o visita di controllo devono fare e dove farla. Sanità nostra seconda, come qualità di servizi offerti dai competitor, solo agli Stati Uniti d’America. Spesso forti lamentele, paragonabili alla conosciutissima “bora triestina”, si abbattono all’improvviso. Call center che non rispondono, email inviate che non conoscono alcun riscontro, nemmeno trascorsi sei mesi dall’invio, servizi esistenti di cui non si sanno origini e strutture medico-sanitarie che li offrono, difetto di comunicazione fra medico e paziente, molte volte non per colpa assoluta del professionista in questione.

“Il paziente deve rigorosamente essere al centro del percorso terapeutico-assistenziale”. Questo l’obiettivo, la missione di Merck Serono. L’informazione è il primo, vero punto di riferimento: quel mezzo che può concretamente aiutare, malati e non, informando in modo chiaro e corretto sui servizi, la qualità degli stessi, le strutture ospedaliere che li offrono, insieme ad adeguate terapie e un’assistenza che dovrebbe essere sempre impeccabile.  “Il valore della persona: il paziente al centro del percorso terapeutico-assistenziale”. Questo il titolo del bando di concorso, indetto dalla stessa Merck e presentato ieri mattina a Roma, durante il convegno “Biotecnologie ed Innovazione in Medicina sul web 2-0. Fonti di informazione, fruitori, linguaggi”. Concorso a premi rivolto a tutti gli operatori dell’informazione, giornalisti professionisti e pubblicisti, regolarmente iscritti all’Ordine e che operano, informando su tutto quanto accade nel settore medico-scientifico. Giornali e periodici, radio e TV, testate online e blog. Possono partecipare al concorso tutti quei servizi giornalistici che saranno pubblicati a partire dal prossimo 12 ottobre 2015 fino al 31 maggio 2016.

1- Rapporto diretto medico-paziente, 2- terapie all’avanguardia e continua assistenza al paziente malato, 3- empowerment dei pazienti affetti da malattie croniche o altre forme di patologie gravi, 4- tutte le iniziative volte a migliorare l’assistenza del paziente, 5- un accesso alla terapia uguale per tutti, senza discriminazione o esclusione alcuna, 6- tutto quel che si può fare per migliorare l’assistenza di un paziente malato. Questi i temi centrali che i giornalisti candidati dovranno saper affrontare. Il termine ultimo per la consegna dei lavori, massimo tre reportage, è il 15 giugno 2016. La Giuria si pronuncerà sui servizi dei rispettivi candidati entro il prossimo 20 luglio. Ai vincitori saranno assegnati una serie di premi nel corso della cerimonia ufficiale di premiazione che dovrebbe aver luogo entro la fine del 2016. Gli aspiranti partecipanti potranno inviare una loro email, per richiesta informazioni o chiarimenti, scrivendo alla segreteria organizzativa di Merck Serono: info@gascommunication.com

Medico-paziente: un rapporto continuo, a volte complesso, intricato, altre volte indissolubile, simbiotico, in piena sintonia. Malattia, giusta terapia e assistenza, alte possibilità di guarigione: “il perfetto ritratto della Sanità giusta che la nostra carta costituzionale tanto ci insegna”.