30 volte “Quelli della Notte”: una mostra racconta il “prode” Renzo Arbore

Renzo Arbore (foto)“Lasciate ogni tristezza o voi ch’entrate”. Una delle tante celebri espressioni che l’hanno fortemente distinto dagli altri volti noti dello spettacolo. 50 anni fa il suo esordio in radio. “Alto Gradimento e “Bandiera Gialla“; i due programmi di punta dell’intrattenimento radiofonico nostrano, dei quali fu ideatore e protagonista. 20 anni dopo, la nascita di uno dei format di successo della nostra televisione: “Quelli della Notte”. Musica e tanta vera “arte” condita da comicità e spensierato humor. I celebri e divertenti monologhi di Massimo Catalano, battute e risate con un giovanissimo Nino Frassica. Una giovanissima Nina Soldano; all’epoca straordinaria bella presenza e rivelazione di un altro celebre format TV, “Indietro tutta“. Oggi affermatissima attrice, oltre che affascinante donna. Aneddoti, gli amici di sempre, i tour musicali in giro per il mondo e, ovviamente, le sue due “deliziose figlie”: radio e televisione. “Chi beve birra campa cent’anni”. Altra celebre e indimenticabile espressione che questo artista pronunciò per uno storico spot della birra Peroni, per la prima volta andato in onda sui nostri schermi nel lontano 1982 e per buona parte degli anni 80′.

Renzo Arbore. Attore, cantautore, clarinettista, conduttore radiofonico e televisivo, disc jockey, regista, sceneggiatore. La sua lunga carriera, la sua vita più che movimentata saranno raccontati da un’ampia e curiosa mostra, in esposizione a partire dal prossimo 19 dicembre dentro gli spazi della Pelanda al Macro Testaccio di Roma. Esposizione che celebrerà il trentennale della nascita del programma TV, “Quelli della Notte“, e sarà accompagnata da una serie di filmati che saranno proiettati con l’obiettivo di ripercorrere, rivivere i momenti salienti della lunga carriera dello showman pugliese. La regia e il montaggio degli stessi portano la firma di Luca Nannini che si è avvalso di una serie di ricerche, svolte con la preziosa collaborazione di Sabina Arbore e Adriano Fabi. Un bookshop esporrà una serie di particolari oggetti tanto amati dal presentatore e conduttore TV e che rappresentano le sue collezioni, le sue infinite passioni: la musica, l’America, soprattutto il suo grande rapporto con il Little Italy di New York, gli oggetti da collezionismo e in plastica, il cinema, i viaggi, le più importanti città conosciute e visitate, la moda e il design, la Lega del Filo d’Oro, il suo significativo interesse per i più deboli e sfortunati. Alla mostra si affianca un libro. Un vero e proprio volume: “E se la vita fosse una jam session? Fatti e misfatti di quello della notte“. Edito da Rizzoli con un’accurata prefazione della giornalista e scrittrice, Lorenza Foschini. Una mostra prodotta da Civita, insieme a Rai e Rai Teche, con il patrocinio dell’Assessorato Cultura e Sport di Roma- Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Il Materasso”, “Ma la Notte No”, “Si la vita è tutta un quize gli altri pezzi da 90’ del suo repertorio. La sua squillante voce, il suo clarinetto, la sua chitarra, l’immancabile pianoforte. Dal duetto radiofonico con Gianni Boncompagni durante lo storico “Alto Gradimento“, agli infiniti duetti con un indimenticabile della musica napoletana, Roberto Murolo. Renzo Arbore; una delle tante icone di un periodo del tubo catodico rimpianto, difficilmente ripetibile, minimamente compatibile e paragonabile con la concezione odierna di radio, televisione e spettacolo.

Michelangelo Antonioni: “il pittore che non t’aspetti”

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

Cronaca di un amore, I vinti, La Signora senza Camelie i suoi primi tre film. Il grido, L’avventura, La notte, le tre creature venute alla luce nel bel mezzo di una carriera di successo. “Professione: reporter“, altra brillante idea del suo infinito ingegno che ha avuto il suo altrettanto seguito. L’Eclisse, film del lontano 1962, una pellicola che al di là della trama e dei suoi protagonisti, pone lo spettatore di fronte ad una delle piazze più belle, romantiche di Roma, da lui tanto amata: Piazza di Pietra.

Michelangelo Antonioni. Regista amato, apprezzato, non esente da critiche, sceneggiatore, montatore. Non solo film, ma anche diversi documentari. Uno stile, un modo di raccontare storie e personaggi che, sicuramente, non a tutti piaceva, ma che gli è valso la conquista di diversi riconoscimenti e, ciliegina finale sulla torta, un Oscar alla carriera venti anni fa. Fra le tante passioni, non tutti forse ne sono a conoscenza, Antonioni amava molto la pittura. Piazza di Pietra, nel cuore del centro storico capitolino, dalla scorsa settimana è la protagonista, “guarda un po’ il destino”, di un’interessante esposizione di alcune delle sue più significative opere, in qualità di pittore. Inaugurata lo scorso 30 ottobre e già in mostra alla Galleria 28 da sabato scorso, curata dalla moglie del talentuoso Michelangelo, Enrica Antonioni, e Francesca Anfosso, quest’ultima direttrice della Galleria. Già nel 2006, un anno prima della sua morte, avvenuta il 30 luglio 2007, molti suoi seguaci e semplici appassionati di arte poterono ammirare alcuni dei suoi dipinti per un mese, dentro il fantastico scenario del Tempio di Adriano.

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

La Signora Antonioni, durante la presentazione della mostra, ha inaugurato l’evento con queste parole: “Dipingere per lui era una gran gioia, i momenti dedicati alla pittura sembravano liberi dal tormento che il cinema poteva dargli, insieme alla soddisfazione di saper fare il mestiere che amava di più, ma che lo metteva sempre alla prova. Nei suoi ultimi anni, dal 2001, ha deciso di dedicare alla pittura tutto il tempo che gli rimaneva. Era al suo tavolo di lavoro tutto il giorno e tutti i giorni, assorbito nel colore, nella forma, nel silenzio, nella quiete del suo respiro. L’eleganza dei suoi gesti era disarmante, come sempre”. Francesca Anfosso ricorda il maestro così: “Provo ammirazione umana e professionale nei confronti del Maestro che ha dimostrato di essere artista compiuto, capace di esprimersi e creare coinvolgimento emotivo utilizzando con eguale maestria l’immagine, nella pittura come nel cinema. Le sue opere sono un’esplosione di colori e di forme, di suggestioni e di stili; colorate e “gioiose” ci svelano un Antonioni inatteso. Sono sicura che desteranno diffusamente la stessa ammirata emozione provata da me la prima volta che le ho viste nella splendida casa di Michelangelo ed Enrica a Bovara”.

“Dipingendo, dal suo silenzio ha voluto far emergere la sua voce: nitida, squillante, ricca d’infiniti colori e di molteplici forme, talvolta inquieta, ma altre volte persino allegra”. Questa la personalità di Antonioni, descritta da Alberto Asor Rosa. Colori, emozioni, un pizzico di astrattezza, a dimostrazione di un modo di esprimersi che variava, gioia all’ennesima potenza e una certa, particolare personalità. Il ritratto accurato di un Michelangelo Antonioni che, fino ad oggi, minimamente conoscevamo ed immaginavamo.