DNA, storia e segreti in mostra a Roma

mostra DNA

Ormai è universalmente riconosciuto come il padre della genetica e del DNA: Gregor Mendel, “un genio troppo avanti per i suoi tempi”, come lo definisce il curatore Telmo Pievani, ha il merito di aver gettato le basi della scienza che ha trasformato per sempre il nostro modo di intendere la natura. Una storia di curiosità, la sua, iniziata a metà Ottocento, ma anche una storia di diffidenza, visto che bisognerà aspettare diversi anni affinché le sue leggi sull’ereditarietà vengano riscoperte, accettate e approfondite.

Gregor Mendel è solo uno dei protagonisti della mostra DNA. Il grande libro della vita da Mendel alla genomica, a cura di Bernardino Fantini, Telmo Pievani, in corso presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma (Via Nazionale 194) e aperta fino al 18 giugno.

La mostra è suddivisa in un percorso storico in cui dove vengono ripercorse tutte le tappe fondamentali della pionieristica avventura scientifica cominciata con Gregor Mendel e proseguita con gli studi di Hugo de Vries, Carl Correns, Erich von Tschermak, William Bateson, Wilhelm Johannsen, Thomas Hunt Morgan, Ronald Fisher, Sewall Wright, J.B.S. Haldane, Rosalind Franklin, James Watson e Francis Crick.

La seconda parte, invece, racconta le tecnologie più avvenieristiche e le sfide contemporanee della genetica, dalla biologia sintetica alla clonazione.

Sette, le sezioni, dove si alternano narrazioni testuali e reperti originali, alcuni assolutamente inediti in Italia, come le parti del modello originale che Watson e Crick usarono per descrivere la struttura del DNA a doppia elica e un cranio fossile originale di Neanderthal da cui si sta provando ad estrarre il DNA. Accanto a questi reperti provenienti da ogni parte del mondo, anche video, apparati iconografici, ricostruzioni: una mostra interattiva e immersiva insomma, dall’elevato valore didattico e capace di stimolare la curiosità su una tematica di per sé molto affascinante e in continua evoluzione, capace di avere un grande impatto sul nostro futuro.

Etica e DNA: il labile confine

Il determinismo genetico e il libero arbitrio, le relazioni fra geni e ambiente, la sintetizzazione in laboratorio di genoma umano, il naturale che diventa artificiale: fin dove può spingersi l’uomo? La genetica è un campo di studi che apre a domande dalle implicazioni non solo scientifiche, ma anche etiche e tutte molto attuali, visto che il DNA è entrato nel linguaggio comune ed è diventato, oggi più che mai, un elemento determinante nelle indagini antropologiche e giudiziarie, nonché negli studi sull’evoluzione.

Basti pensare a questioni controverse come la modifica della linea germinale, di cui si è nuovamente parlato proprio di recente: significa agire su ovuli, spermatozoi ed embrioni nelle prime fasi di sviluppo, così da intervenire e modificare la progenie di un individuo e di quelli a venire.

Questo significa dare un’opportunità concreta ai portatori di difetti genetici di avere figli biologici sani, ma significa anche la possibilità di potenziare alcune caratteristiche della specie umana e modificarne il corso dell’evoluzione.

La sesta e settima sezione di DNA. Il grande libro della vita da Mendel alla genomica sono quelle che si soffermano di più sulle implicazioni etiche degli sviluppi futuri della genetica: vediamole tutte e sette.

DNA. Il grande libro della vita da Mendel alla genomica

Queste le sette sezioni della mostra:

1. Il monaco nell’orto: uno scienziato troppo in anticipo sui tempi

2. Un moscerino del tutto speciale

3. DNA. Il testo della vita

4. Dolly e le altre: Cloning Hall of Fame

5. Grazie Henrietta. La medicina su misura

6. DNA & CSI: cacciatori di fossili e di molecole

7. Leggere il codice, riscrivere il codice: io sono davvero il mio genoma?

L’ARTE DELLA PAROLA

lartedellaparola

Grazie, un forte grazie a tutti gli autori – e sono tanti – che ci hanno inviato le loro opere per partecipare al nostro Concorso Letterario L’Arte della Parola il cui termine di invio delle opere si è concluso il 28 febbraio 2017.

Questa massiccia partecipazione è un incisivo messaggio di fiducia che ci è stato riservato; sapremo rispondere con la nostra serietà, imparzialità e porremo la massima attenzione a tutte le opere pervenute.

Quanto prima, come già scritto su https://www.concorsiletterari.it , formeremo la commissione di valutazione alla quale verranno consegnate le opere in forma assolutamente anonima cioè prive del nome dell’autore.

Riteniamo che, così facendo, sia massimamente tutelato ogni singolo autore eliminando l’ipotetica e remota possibilità di una valutazione “personalizzata”.

Vi aggiorneremo sul procedere dei lavori della commissione ed avremo il piacere di conoscervi in occasione delle premiazioni del Concorso L’Arte della Parola presso il Teatro Barnum nostro sponsor.

barnumseminteatro

barnumseminteatro

Difendiamo la nostra Arte

…che non è soltanto il bel canto, un’opera editoriale, una poesia, ma anche una rappresentazione teatrale o una esibizione di Danza.

Con i nostri articoli ci siamo sempre schierati per diffondere ed esaltare quanto di meglio le nostre eccellenze culturali ed artistiche erano in grado di creare e trasmettere al grande pubblico nazionale ed internazionale; non possiamo sottacere che l’Arte della Danza si è diffusa – dall’Italia –  in tutto il mondo.

Ora Difendiamo la nostra Arte, alla luce di quanto accaduto al Corpo di Ballo della Fondazione Arena di Verona, abbiamo raccolto in breve tempo circa 14.000 adesioni a sostegno della Petizione indirizzata al Presidente della Repubblica tesa a difendere l’esistenza in vita delle Fondazioni e dei Corpi di Ballo.

L’autorevole portavoce di tutti noi è il Maestro Luciano Mattia Cannito e la Petizione è stata presentata ieri, vedi il seguente link:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=1007704

Nel mentre esprimiamo la nostra stima e riconoscenza a Luciano Mattia Cannito per l’arduo compito che si è assunto, e che non sarà privo di ostacoli, è oltremodo necessario che tutti supportino questa importante iniziativa che – sottolineiamo – non è assolutamente elitaria o corporativistica ma abbraccia ogni amante dell’Arte poiché l’Arte si estrinseca attraverso tutte le forme ed espressioni.

E’ quindi necessario, proprio in questo momento, offrire il nostro semplice contributo morale per sottolineare incisivamente alle Istituzioni il profondo disagio ed amarezza che pervade tutto l’universo Danza intendendo con ciò tutte le figure professionali attive, produttive e necessarie per l’esibizione artistica.

Non sono soltanto 1.400.000 ragazzi che vedono infrangersi i loro sogni ma alle loro spalle ci sono le famiglie che li seguono e sostengono, spesso con notevoli sacrifici, e noi abbiamo il compito di tutelare la loro sana, pulita e genuina crescita.

Bastano pochi minuti

Seguite questo link per condividere e promuovere la raccolta firme:

 

https://www.change.org/p/morte-dei-corpi-di-ballo-delle-fondazioni-liriche-uccisa-la-passione-di-1-400-000-giovani?source_location=discover_feed

 

Difendiamo la nostra Arte

Carla Fracci

La prestigiosa testimonial

“Carla Fracci, Beppe Menegatti e tutti i nomi più prestigiosi della danza italiana hanno firmato con entusiasmo questa petizione.

Sono tantissimi gli artisti di eccellenza della lirica e della musica, italiani ed esteri, a sostenerci con forza e con passione”.

 

Sappiamo tutti che Luciano Cannito si è assunto l’arduo ma onorevole compito di rappresentare, ai massimi livelli istituzionali, il profondo senso di scoramento che pervade tutto il mondo della Danza a seguito della recente chiusura del Corpo di Ballo della Fondazione Arena di Verona e ciò può far presagire ulteriori e nefaste decisioni che interesseranno altri Corpi di Ballo; l’eccellenza italiana.

Luciano Cannito ha promosso una Raccolta firme contro la chiusura dei Corpi di Ballo ed a sostegno delle Fondazioni Liriche proprio per evitare che venga uccisa la passione di 1.400.000 giovani.

lucianocannito

Questa e la lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:

“Signor Presidente,

raccogliendo l’invito di farmi portavoce di un vastissimo movimento di opinione che si sta formando spontaneamente in Italia in questi giorni di fronte all’ennesima chiusura di un Corpo di Ballo di una Fondazione Lirico Sinfonica, Le chiedo aiuto per la difesa e salvaguardia della Danza italiana.

Suona davvero strano che tantissimi semplici cittadini lottino per salvare un’arte dall’apparente volontà statale di eliminarla, perché a difenderla e a salvaguardarla dovrebbe pensarci proprio lo Stato. Credo che il nostro sia l’unico caso esistente in Europa e forse nel mondo, se si esclude la distruzione di Palmira.
E se ci scandalizziamo per Palmira, forse dovremmo scandalizzarci anche per la distruzione della Danza in Italia.
A Palmira hanno distrutto teatri di pietra, da noi si distruggono gli artisti che fanno i teatri vivi.

Il 31 dicembre 2016, nel Suo discorso di capodanno in TV a reti unificate, Lei ha ufficialmente dichiarato:
“i sogni dei giovani siano il futuro del nostro Paese”.

Ci sono 1 milione e 400 mila giovani che sognano di diventare ballerini ma i loro sogni, chissà perché, non sono ritenuti degni di rispetto e considerazione al pari di quelli che studiano Musica e Canto.
Eppure l’arte della Danza, insieme alla Musica, al Canto, allo Sport, è una delle più grandi passioni dei giovani italiani.

Lo Stato Italiano sta chiudendo i Corpi di Ballo dei grandi Teatri d’Opera e Balletto che, per legge, sono sovvenzionati proprio per tutelare e incentivare la nostra tradizione culturale di Musica, Opera e Balletto.

Perché allora eliminare il Balletto? Chi l’ha deciso? Dove, quando e con quale autorità?

Qualche giorno fa è stato chiuso il nono Corpo di Ballo italiano. Quello della Fondazione Arena di Verona.
Erano 13 i Corpi di Ballo delle 13 Fondazioni Lirico Sinfoniche. Ora sono rimasti in 4.
In Germania sono 50.
In Francia, tra Corpi di Ballo di teatri d’Opera e Compagnie di residenza municipali, sono 95.

Non c’è più ombra di dubbio che tutto ciò sia un disegno politico di dismissione dell’arte della Danza e del Balletto in Italia, ma nessuno ne comprende il motivo.

Eppure, sono 1 milione e 400 mila i giovani in Italia che studiano Danza, mentre non raggiungono il milione gli iscritti alle scuole di calcio.
Chiudere i Corpi di Ballo dei grandi teatri d’Opera, significa togliere le motivazioni e spegnere le passioni di questi giovani.
Significa privarci di 1.400.000 ragazzi che crescono con uno scopo, una disciplina e l’educazione all’impegno.

Significa non aiutare centinaia di migliaia di adolescenti a liberarsi dei vuoti e del cinismo che sono il vero cancro del mondo di oggi, sempre più solitario, virtuale, immateriale.
Significa privarci di giovani che si impegnano in un’arte dello spirito e del corpo, crescono sani, dinamici e positivi.

Come è possibile che nessuno stia calcolando l’immenso costo sociale che la chiusura dei Corpi di Ballo produrrà nei prossimi anni, anche alla luce dei recenti, drammatici fatti di cronaca che riguardano proprio i giovani, le loro speranze deluse, i loro vuoti riempiti con atti tragici?

Se ci fossero 10 Fondazioni lirico sinfoniche con 10 Corpi di Ballo di 50 ballerini l’una, incluso direttori, maîtres de Ballet, assistenti e collaboratori, costerebbero 20 milioni di euro lordi l’anno. Il che ovviamente significa 10 milioni di euro, in quanto il 50% ritornerebbe allo Stato in contributi e tasse.

Come é possibile che non si trovino 10 milioni di euro per 500 artisti che con la loro attività farebbero rinascere un’arte e tutto il suo infinito indotto, fatto di 15 mila scuole di danza, laboratori di scenografie, sartorie, industrie di abbigliamento specializzato, maestri, coreografi, pianisti, quando solo i dipendenti della Camera dei Deputati (esclusi i Deputati) costano 315 milioni di euro l’anno?

A chi serve questa politica folle e perché?

È inimmaginabile che una Nazione di 60 milioni di abitanti possa avere solo uno o due Corpi di Ballo di grandi teatri nazionali. È una discriminazione territoriale anticostituzionale e senza senso.

10 milioni di Euro, in una nazione che stava tranquillamente per stanziarne 98 per un torneo di golf di un paio di settimane, sono davvero pochi, visto che possono rappresentare un obiettivo concreto di vita per un milione e mezzo di persone: studiare ed impegnarsi per arrivare a lavorare in un luogo di eccellenza come un teatro d’Opera e Balletto.
E’ fuor di dubbio che solo pochi, di questo milione e mezzo di giovani, diventerebbero alla fine ballerini di professione, e chi studia Danza lo sa benissimo; così come lo sa chi studia Musica, Canto e Recitazione.

I tedeschi, bravissimi nei conti e nella pianificazione, si sono fatti anche questo calcolo. Di Teatri d’Opera con Orchestre, Cori e Corpi di Ballo ne hanno più di 50. Hanno evidentemente compreso che avere tanti centri di propulsione culturale e creativa sparsi nel territorio, nonostante i consistenti contributi pubblici, arricchisce di fatto quel territorio, con importanti ricadute positive sia a livello economico che culturale e sociale.
Hanno evitato, cioè, di concentrare tutti i nuclei e motori culturali solo in due o tre metropoli principali della nazione, mantenendoli, invece, nella provincia normalmente esclusa dai grandi flussi di tendenza.

Perchè lo Stato italiano, caso unico tra i Paesi occidentali, ignori questo numero impressionante di suoi cittadini che gravitano intorno alla Danza? É una delle attività più formative e complete per la mente ed il corpo oltre ad essere “l’attività fisica che ha in assoluto migliori risultati per la salute, per la forma, per le endorfine prodotte e per i benefici straordinari per la prevenzione delle malattie cardiovascolari” (pubblicazione ufficiale della ricerca ventennale ufficializzata nel Convegno Mondiale di Cardiologia tenutosi a Parigi nel 2011 – fonte Corriere della Sera).

Anche perché, ovviamente, alla bufala del “costa troppo” ormai non credono più neppure i ragazzini di quarta elementare, dato che la maggior parte dei leader politici, incluso il Ministro della Cultura, continuano ad affermare che lo spettacolo dal vivo produce ricchezza economica, crescita culturale, benessere, indotto produttivo e ritorno di immagine.

Le Fondazioni Lirico Sinfoniche ed i loro amministratori hanno il dovere storico di salvaguardare la storia culturale italiana: Musica, Opera, Balletto. A tal scopo, per legge dello Stato, sono sovvenzionate.
È inammissibile considerare Musica ed Opera lirica arti da sovvenzionare ed il Balletto un costo da eliminare.
Non è così che dice la legge, che a tal riguardo è chiarissima:

“un fondo da erogare in sovvenzioni a favore di manifestazioni liriche, concertistiche, corali e di balletto” (Legge 800 1967)

I 3 milioni di genitori ed il milione e mezzo di studenti di Danza italiani, chiedono il ripristino della legalità culturale, il rispetto delle scelte di studio senza discriminazioni e le pari opportunità di scelte professionali per chi studia Danza, equiparate alla Musica ed al Canto.

È impensabile che in un Paese civile, scelte di vita sane e produttive che riguardano i giovani, siano dallo Stato stesso, incanalate verso un inevitabile futuro di emigrazione.

Se esistono 13 Fondazioni Lirico Sinfoniche con orchestre e cori in pianta organica, devono esserci altrettanti Corpi di Ballo.
Perché siamo l’Italia ed il Balletto è un nostro patrimonio culturale, dal momento che, come tutti sanno, è un’arte nata nel nostro Paese, che abbiamo poi esportato in Francia (Caterina De’Medici), in Russia (Scuola di Ballo del Bolshoi fondata da Filippo Beccari nel 1773) e di lì diffusa in tutto il resto del mondo.

Oggi le Fondazioni che hanno chiuso i Corpi di Ballo, acquistano gli spettacoli di balletto dall’estero, utilizzando, dunque, i soldi dei contribuenti italiani per finanziare e produrre i Corpi di Ballo russi, francesi, tedeschi, americani, estoni, inglesi.

Caro Presidente Mattarella, eliminare il luogo nel quale un giovane sogna di poter vivere in eccellenza la propria vita professionale, taglia alla radice la motivazione stessa del suo impegno e della sua passione.
Si cancella, di fatto, il suo sogno.

“I sogni dei nostri giovani siano il futuro del nostro Paese”.
Sono parole sue Presidente.
Siamo certi che Lei sarà con noi in questa battaglia civile che ha come unico intento l’impegno costituzionale per l’educazione ed il futuro dei nostri meravigliosi ragazzi.
Nessun sogno dei giovani va sottovalutato. Non può esserci peggior autogol. Basta avere un figlio per saperlo”.

 

La petizione è stata già firmata da oltre 13.000 persone che vivono la passione per la Danza.

Ora è necessario diffondere, condividere, farsi promotori della raccolta firme per difendere i sogni,  i sacrifici, la passione sana pura e genuina dei nostri figli o nipoti.

Seguite questo link per condividere e promuovere la raccolta firme:

https://www.change.org/p/morte-dei-corpi-di-ballo-delle-fondazioni-liriche-uccisa-la-passione-di-1-400-000-giovani?source_location=discover_feed

carlafracci

Rivolgiamo un rispettoso saluto alla immensa Carla Fracci.

Ringraziamo vivamente Luciano Cannito per il supporto fornitoci.

 

 

 

Libri Come: torna la Festa della Lettura

libri come 2017

Libri Come, la Festa del Libro e della Lettura, torna a Roma: anche quest’anno un programma ricco di ospiti ed eventi animerà per 4 giorni l’Auditorium Parco della Musica, dal 16 al 19 marzo.

Libri Come, organizzata dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con le Biblioteche di Roma, con Rai Radio 3 e con l’Agenzia di Stampa DIRE, a cura di Marino Sinibaldi, Michele De Mieri e Rosa Polacco, giunge quest’anno alla sua ottava edizione: il tema scelto è particolarmente attuale e delicato e verrà affrontato con personalità di spicco del panorama culturale internazionale.

Libri Come parlerà di Confini e lo farà in modi diversi, guardando a tutte le sfaccettature che questa parola possiede, a tutti i suoi echi: l’integrazione, la globalizzazione, le frontiere, i limiti, le disuguaglianze, la libertà, le contraddizioni, le barriere, i conflitti, le connessioni, l’accoglienza. Confini è una parola che racchiude speranze e sfide, perché se da un lato fa pensare a qualcosa che separa e allontana, dall’altro è anche definizione e identità, dunque deve essere considerata come qualcosa di mutevole e aperto, in cui muoversi nell’ottica del confronto e dello scambio. 

Giovedì 16 marzo si svolgerà l’inaugurazione di Libri Come in 14 biblioteche della città: in tutte si affronterà il tema dei Confini, quelli territoriali e geografici, ma anche quelli interpersonali, di genere, della legalità, etico-culturali, intergenerazionali. Presso l’Auditorium Parco della Musica, invece, si svolgeranno tutti gli altri incontri in programma.

Libri Come: gli appuntamenti per gli studenti

Secondo l’Istat circa il 60% degli italiani non legge più libri e sono circa 3 milioni e 300 mila i lettori persi dal 2010 ad oggi. L’Italia occupa posizioni imbarazzanti nelle classifiche europee riguardanti il mercato librario e i tassi di lettura e a preoccupare è soprattutto il panorama rilevato tra i giovanissimi, perché sono proprio loro a non leggere più: i lettori maschi tra gli 11 e i 14 anni sono diminuiti in questi anni addirittura del 25%.

Proprio per questo Libri Come anche quest’anno mostra un’attenzione particolare agli studenti e si rivolge a quelli delle scuole superiori con tre incontri molto interessanti: tre esperienze didattiche affidate a Mario Calabresi, Andrea Marcolongo e Licia Troisi.

Il Direttore di Repubblica terrà una lezione di Giornalismo e porterà gli studenti nella macchina operativa del suo giornale, per raccontare come nasce e come vive l’informazione al di là della carta stampata, nel web e sui social network.

Con Andrea Marcolongo, grecista e autrice del libro La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco stuzzicherà la curiosità degli studenti e li solleciterà a guardare al greco in un modo nuovo, in un’ottica diversa: non una lingua morta, odiata e spesso insegnata male, ma un vero e proprio modo di vedere il mondo, una lingua più attuale, utile e intelligente di quanto si pensi.

Licia Troisi scrittrice e astrofisica, terrà una lezione poetica sui confini del cielo e dello spazio, accompagnando gli studenti in un percorso fatto non di numeri e formule, ma di emozioni, paure, stupori e meraviglie.

Libri Come: il programma

17/03/2017 ore 18:00
Ilaria Capua, Rossella Panarese

17/03/2017 ore 18:00, ore 19:00, ore 20:00
Autori, Lettori, Editori

17/03/2017 ore 19:00
Giuseppe Montesano, Andrea Cortellessa

17/03/2017 ore 21:00
Mauro Covacich, Emanuele Trevi

17/03/2017 ore 22:00
Francesco Piccolo, Elena Stancanelli

18/03/2017 ore 11:00, ore 12:00, ore 13:00
Autori, Lettori, Editori

18/03/2017 ore 12:00
Massimo Recalcati

18/03/2017 ore 12:00
Gary Shteyngart, Gianni Riotta

18/03/2017 ore 15:00
Maurizio de Giovanni, Carlo Lucarelli

18/03/2017 ore 15:00
Rainer Stach

18/03/2017 ore 16:00
Sergio Romano, Lucia Annunziata

18/03/2017 ore 17:00
Diego Bianchi

18/03/2017 ore 17:00
Patrick Ourednik, Ermanno Cavazzoni

18/03/2017 ore 18:00
Alan Friedman, Antonio Di Bella, Gerardo Greco, Gianni Riotta

18/03/2017 ore 19:00
Emmanuel Carrère, Sandro Veronesi

18/03/2017 ore 19:00
Eric Jozsef, Paolo Rumiz

18/03/2017 ore 20:00
Teju Cole, Maria Nadotti, Giovanni De Mauro

18/03/2017 ore 21:00
Ian McEwan

18/03/2017 ore 22:00
Donpasta, Salvatore Fundarò

19/03/2017 ore 11:00, ore 12:00, ore 13:00
Autori, Lettori, Editori

19/03/2017 ore 12:00
Vladimir Sorokin, Francesca Sforza

19/03/2017 ore 12:00
Franco Arminio, Paolo Cognetti

19/03/2017 ore 12:00
Luigi Lo Cascio

19/03/2017 ore 15:00
Zerocalcare, L. Lipperini, T. Giagni, E. Caruso

19/03/2017 ore 15:00
Giulio Giorello, Guido Tonelli, Pino Donghi

19/03/2017 ore 15:00
Shukri al-Mabkhout, Parisa Reza, Burhan Sönmez

19/03/2017 ore 16:00
Sandro Ferri, Nicola Lagioia, Chiara Valerio

19/03/2017 ore 16:00
Eshkol Nevo, Wlodek Goldkorn

19/03/2017 ore 17:00
Juan Pablo Escobar, Giancarlo De Cataldo

19/03/2017 ore 17:00
Hisham Matar, Benedetta Tobagi

19/03/2017 ore 18:00
Paul Beatty, Elena Stancanelli

19/03/2017 ore 18:00
Enrico Terrinoni e Fabio Pedone

19/03/2017 ore 18:00
Senza Confini – Maratona

19/03/2017 ore 19:00
Carlos Ruiz Zafon