NAPOLEONE BONAPARTE : RIFLESSIONI

NAPOLEONE BONAPARTE : RIFLESSIONI

By Martina Servidio

La complessa figura di Napoleone Bonaparte, di cui si sono recentemente celebrati i 200 anni dalla sua morte, merita una analisi più approfondita ma lontana dai pensieri opportunistici e dettati dall’ancien regime e dai suoi successori.

Fu uomo di grandi conquiste militari e disfatte disastrose, brillante stratega, ha indugiato nel culto della personalità tanto da nominarsi Imperatore, eccellente illuminista; il suo governo fu caratterizzato da avveniristiche aperture ai diritti della persona fino ad allora impensabili.

Se oggi fossimo alla data del 5 maggio 1821 le agenzie di stampa mondiali avrebbero diramato in una frazione di secondo la notizia che avrebbe interrotto i TG e avrebbe costretto a realizzare degli Speciali in tutta fretta.

Napoleone Bonaparte, durante il suo esilio sull’isola di S. Elena, è morto”

Ma dove si trova l’isola di S. Elena?

NAPOLEONE BONAPARTE : RIFLESSIONINell’Oceano Atlantico a quasi duemila chilometri dalla costa dell’Angola (Africa Meridionale) e questa sperduta località di prigionia, che faceva parte del territorio britannico d’oltremare, era in realtà una prigione destinata ad accogliere fino alla morte personaggi illustri e dissidenti.

Dopo due secoli Napoleone Bonaparte è ben radicato nella storia dell’Europa e dell’Occidente estendendosi anche nel “nuovo mondo”

Volendo affrontare il risvolto politico, sociale e storico di Napoleone non indugiamo nel ricordare in dettaglio i suoi successi militari che tutti noi conosciamo.

Nato nel 1769 ad Ajaccio, in Corsica, sin da giovane intraprende la carriera militare costellata di vittorie e nel 1804 a soli 35 anni viene incoronato Imperatore dei Francesi.

Napoleone era certamente un grand’uomo fuori dal comune e ben superiore ai regnanti dell’epoca. Era intelligente, riusciva a lavorare anche quasi tutta la notte, possedeva una capacità di memoria stupefacente, una capacità di sintesi invidiabile e sapeva afferrare con immediatezza le opportunità che le situazioni sul campo presentavano. Aveva intuizioni geniali.

NAPOLEONE BONAPARTE : RIFLESSIONI

Tuttavia era anche un uomo come tutti noi, con i suoi difetti e con tutta una serie di paure, di egoismi e di limiti anche nei confronti delle donne che lo hanno accompagnato nella vita.

Tra grandi vittorie militari e clamorose sconfitte il suo nome è legato al primo codice giuridico moderno, il Codice Civile Napoleonico.

Egli rappresenta un passaggio importante per la storia europea ed ha inciso profondamente nel disegno politico, sociale ed economico che si andava a delineare. Siamo alla nascita del grande colonialismo prevalentemente Inglese, il cosiddetto “secolo inglese” che vede appunto l’Inghilterra conquistare i mari ed estendere il suo dominio in ogni dove.

Napoleone Bonaparte era un elemento di disturbo per tutte le monarchie europee.

Con il governo di Napoleone assistiamo alla nascita del nazionalismo e ci si pone la domanda: il mondo di oggi è figlio delle sue gesta?

Certamente Napoleone è l’erede della Rivoluzione Francese e tuttavia non riesce a comprendere la nascita dei nuovi sentimenti popolari. È un illuminista e divulga l’ideale dell’uguaglianza fra tutti gli uomini.  Il Codice Civile Napoleonico, certamente non privo di difetti, è indubbiamente una rivoluzione nel sistema giuridico vigente.

Egli è attento anche al dettaglio, concede la possibilità di un riscatto per tutti, attua un sistema di vita più dignitoso per il popolo.

Si affermano, nel concreto, una serie di valori della Rivoluzione, forse la parte migliore della Rivoluzione.

Cosa emerge dalla figura di Napoleone in esilio a S. Elena?

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È la tragedia di un uomo, di un sovrano ormai sconfitto e cancellato dalla storia ma anche la rappresentazione della dignità che vuole in ogni caso trasmettere.

E’ ovviamente tagliato fuori dal mondo ma è consapevole che la sua azione innovatrice, fortemente perseguita, aveva raggiunto lo scopo che voleva ottenere.

La stampa europea dipinge Napoleone come “il mostro che aveva scatenato le guerre con milioni di morti” omettendo la considerazione che voleva dare un volto più umano al “potere” e diffondere il concetto di democrazia; il regime, o meglio ancora, le ricostituite monarchie gestiscono opportunamente le informazioni.

La storia di Napoleone si intreccia con quella del pontificato di Papa Pio VII che si reca a Parigi nel 1804 per l’incoronazione imperiale.

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Malgrado ciò i rapporti tra i due sovrani diventano sempre più tumultuosi dopo l’invasione nel 1807 delle Marche e, nel 1808, le truppe di Napoleone occupano Roma. Su Castel Sant’Angelo svetta la bandiera francese.

Nel 1809 Papa Pio VII firma la Scomunica nei confronti dei mandanti e degli autori dell’occupazione ma, caso strano e opportunità politica, il nome di Napoleone non viene citato.

La situazione degenera ancora di più quando le truppe francesi arrestano Pio VII nel Palazzo del Quirinale e, portato in prigionia in diverse località, il Pontefice farà ritorno a Roma solo nel 1814

Come già detto tra i due regnanti si creò un rapporto complesso e c’è da notare che analoga cerimonia di incoronazione si ebbe con Carlo Magno che, però, si recò sottomesso a Roma

NAPOLEONE BONAPARTE : RIFLESSIONImentre invece Napoleone pretese che la sua incoronazione avvenisse a Parigi; quanto tempo è passato tra le 2 cerimonie; le situazioni sono mutevoli.

Potrebbe dipendere dal fatto che per raggiungere il trono di Napoleone e procedere alla sua incoronazione si dovevano salire 33 gradini configurandosi così una umiliazione per il Papa?

Parliamo del Concordato tra Napoleone e la Santa Sede firmato nel 1801; perché è importante questo atto? Perchè c’è un riconoscimento di fatto che la Rivoluzione Francese, che aveva perseguito l’obiettivo di abolire il cristianesimo dalla Francia, non è riuscita in questo suo scopo.

Napoleone ha però una dote: è realista e prende quindi atto del fallimento dei principi rivoluzionari e che il popolo francese è legato alla Chiesa Cattolica con la quale egli deve fare i conti.

Capisce che non può ignorare la Chiesa e che alla stessa deve anche riconoscere alcuni diritti riservandosi però la nomina dei vescovi che dovranno essere approvati dal Papa; la scelta dei vescovi è comunque prerogativa dell’Imperatore.

Altro aspetto importante, se non primario per il suo significato, è che Napoleone riconosce l’autorità del Papa. Ciò significa che Napoleone sconfigge tutti quei movimenti di pensiero che volevano la Chiesa di Francia autonoma rispetto all’autorità del Papato. Napoleone si differenzia così da quanto avvenuto in Inghilterra con lo scisma anglicano.

L’esilio di S. Elena ha avvicinato Napoleone alla Fede? Certamente egli ripercorre la sua vicenda umana, politica, storica e religiosa e sono significative le sue riflessioni, che pur lasciano irrisolto il dubbio, contenute in un suo scritto del 1816:

ho avuto bisogno di credere ed ho creduto” riferendosi alla sua formazione cattolica data dalla famiglia e prosegue “ad un certo punto la mia fede si è inceppata così come si inceppa una pistola perché non ha retto la sfida della ragione

Conclude con una espressione di speranza divina “forse continuerò di nuovo a credere ciecamente; speriamo che Dio mi vuole, io non gli oppongo resistenza, non chiedo di meglio e penso che questo mi darà grande felicità

NAPOLEONE BONAPARTE : RIFLESSIONI

Napoleone Bonaparte, magnifica figura.

Grazie

Martina

Foto tratte dal Web ad uso non commerciale

Si ringrazia lo scrittore Saverio Di Tullio dal cui libro “Napoleone La sfida d’Italia

NAPOLEONE BONAPARTE : RIFLESSIONIabbiamo tratto notizie per la stesura dell’articolo.