Prima Conferenza Ministeriale Italia – Africa

Il 18 maggio 2016 si è svolta alla Farnesina la Prima Conferenza Ministeriale Italia – Africa, organizzata dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale.

I lavori sono stati aperti dal discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha dato il benvenuto ai rappresentanti dei 52 paesi africani invitati per l’occasione.

Mattarella si è detto fiducioso riguardo la possibilità di costruire un dialogo più forte e strutturato tra Italia e continente africano; il processo di globalizzazione, la crisi internazionale e l’allarme terrorismo pongono nuove questioni che possono essere risolte solamente con una stretta collaborazione.

Secondo il Presidente della Repubblica, Europa e Africa hanno il dovere di allacciare relazioni più solide anche per quanto riguarda la costruzione di progetti economici e industriali comuni.

Da questo punto di vista l’Italia ha da molto tempo un ruolo importante; oltre a rappresentare un ponte geografico e storico tra i due continenti, il nostro paese investe ingenti risorse per favorire lo sviluppo politico e finanziario dei paesi africani.

Sergio Mattarella, a questo proposito, ha elogiato gli sforzi dell’imprenditoria privata italiana e le attività di volontariato delle Organizzazioni Non Governative che operano per contribuire a migliorare le condizioni di vita in Africa.

È necessario però non distogliere l’attenzione da annosi problemi e situazioni d’emergenza come il cambiamento climatico, la vulnerabilità alimentare legata alle carestie e i conflitti ancora in corso in diversi stati.

L’instabilità è senza ombra di dubbio la vera piaga dell’Africa e rappresenta una delle cause principali dell’attuale fenomeno migratorio, la cui portata è stata definita “epocale” dal Presidente della Repubblica.

La Prima Conferenza Ministeriale Italia – Africa è stata quindi la giusta occasione per continuare il confronto anche su questo tema così delicato; il semplice contenimento dell’emergenza non può rappresentare una soluzione efficace e durevole.

Sergio Mattarella ha affermato che l’unico modo per porre rimedio alla crisi dei migranti è far sì che vengano meno i motivi di disperazione e miseria che ogni anno costringono migliaia di persone a lasciare la loro casa.

Le migrazioni di massa rappresentano per l’Africa un vero e proprio impoverimento; un gran numero di coloro che decidono di andar via per cercare condizioni di vita migliori altrove è costituito, infatti, da professionisti e laureati che potrebbero dare un importante contributo allo sviluppo dei loro paesi d’origine.

I paesi più ricchi hanno il dovere di creare occupazione nelle terre di provenienza dei migranti per fare in modo che, in un futuro possibilmente non troppo lontano, nessuno sia costretto ad abbandonare la propria famiglia per vivere dignitosamente.

Per ottenere risultati concreti è quindi necessario fare più investimenti e realizzare progetti a lungo termine in Africa.

L’Italia ha recentemente presentato all’Unione Europea il “Migration Compact”, un documento che affronta alcuni tra i punti principali della questione migratoria che, come sottolineato anche in questa occasione da Mattarella, deve essere trattata con maggior attenzione e serietà a livello comunitario.

Alla Prima Conferenza Ministeriale Italia – Africa hanno partecipato alcune tra le massime cariche istituzionali italiane: Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni, il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, il Ministro dell’Interno Angelino Alfano e il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.

Il Ministro Gentiloni ha affermato che il sostegno ai paesi africani è uno dei capisaldi della politica estera italiana; l’incontro alla Farnesina ha rappresentato un ulteriore passo in avanti verso la costruzione di una partnership sostenibile e paritaria.

Il titolare del Ministero degli Affari Esteri ha annunciato inoltre che l’Italia collaborerà attivamente alla realizzazione di un piano operativo comunitario per fronteggiare la crisi migratoria africana; i lavori cominceranno in occasione della riunione di giugno del Consiglio Europeo.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso rammarico per i rapporti commerciali ancora troppo poco stretti tra Italia e paesi africani; l’obiettivo principale del Governo è intensificare gli investimenti soprattutto dal punto di vista energetico, industriale e tecnologico.

I dibattiti della Prima Conferenza Ministeriale Italia – Africa sono stati organizzati in una sessione generale e in quattro distinti panel tematici così chiamati: “Sostenibilità economica: Italia – Africa, le sfide per una crescita comune”, “Sostenibilità socio – ambientale: ambiente e sviluppo sociale”, “Sostenibilità del fenomeno migratorio: per un nuovo modello di dialogo” e “Pace e sicurezza: peace keeping, peace building e ownership africana”.

Agli incontri hanno partecipato alcuni rappresentanti di istituzioni estere come il Presidente della Commissione dell’Unione Africana Dlamini Zuma, il Ministro degli Affari Esteri del Ciad Moussa Faki Mahamat, il Commissario all’Energia dell’Unione Africana Elaham Ibrahim, il Direttore della F.A.O. José Graziano da Silva e l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi.

Sergio Mattarella ha assicurato che la Prima Conferenza Ministeriale Italia – Africa non resterà un caso isolato; il Governo si è posto l’obiettivo di creare una partnership lunga e paritaria con i paesi africani.

Questa non può che essere un’ottima decisione; la tenuta dell’Europa è legata anche ai rapporti con l’Africa e nuove sinergie tra i due continenti porterebbero grandi benefici per tutti.

Euro 2016

Il rischio che le partite di “Euro 2016” si svolgano a porte chiuse è sempre più forte, soprattutto dopo gli attacchi terroristici di matrice jihadista del 22 marzo che hanno sconvolto Bruxelles, con 32 persone che hanno perso la vita e 270 feriti.

Il Campionato europeo di calcio, che quest’anno si svolgerà in Francia, prenderà il via il 10 giugno.

La partita inaugurale sarà Francia-Romania e si giocherà allo stadio Saint-Denis di Parigi.

Proprio la capitale francese è stata la città europea più colpita dal terrorismo islamico negli ultimi mesi; prima con gli attentati alla sede del giornale satirico “Charlie Hebdo” e al supermercato kosher tra il 7 e il 9 gennaio 2015, poi con le stragi del 13 novembre dello stesso anno.

Nel novembre scorso i jihadisti hanno colpito il teatro Bataclan, alcuni ristoranti e lo stesso stadio Saint-Denis dove era in corso l’amichevole tra le nazionali di calcio di Francia e Germania e nel quale, secondo i piani terroristici, ci sarebbe dovuto essere il maggior numero di vittime.

In questo caso le forze dell’ordine, che si trovavano fuori dalla struttura per i controlli all’ingresso, sono riuscite a evitare il peggio; nonostante questo, però, un civile è stato ucciso dall’esplosione di uno dei terroristi kamikaze.

In tutto le vittime degli attentati del 13 novembre sono state 130, la maggior parte delle quali si trovavano al Bataclan, dove sono morte 93 persone.

Con gli attacchi terroristici di Bruxelles i timori sono tornati vivi. L’Europa è spaventata dalla minaccia jihadista e i dubbi sulla sicurezza sono innumerevoli.

In molti si stanno chiedendo se non sia il caso di annullare “Euro 2016”.

Il vicepresidente della Uefa, Giancarlo Abete, ha tenuto a precisare che questa possibilità non è stata presa in considerazione dai vertici dell’organismo che amministra il calcio europeo. Così facendo, infatti, si rischierebbe di darla vinta ai terroristi.

Lo stesso Giancarlo Abete, però, non ha escluso che alcune partite di “Euro 2016” – considerate a rischio – possano svolgersi senza tifosi sugli spalti.

La priorità è la sicurezza del pubblico e dei calciatori e, per garantirla senza troppe difficoltà, Giancarlo Abete ha dichiarato che la Uefa è disponibile a valutare tutte le opzioni, nessuna esclusa, ma solo a ridosso dell’evento sportivo. Ora come ora, a poco meno di tre mesi dall’inizio della manifestazione calcistica, è ancora troppo presto per prendere decisioni drastiche.

Altri dirigenti della Uefa hanno smentito le parole di Abete dicendo di essere certi circa l’efficienza dell’apparato di sicurezza francese e negando l’esistenza di piani alternativi per far giocare alcune partite di “Euro 2016” a porte chiuse.

L’auspicio è che abbiano ragione questi ultimi; senza pubblico sugli spalti, un evento sportivo di tale importanza perderebbe il suo fascino ed il suo significato.

Un “Euro 2016” senza incidenti potrebbe essere utile per restituire la speranza ad una Europa sempre più debole e lacerata.

Giuseppe Loris Ienco