Le Cinture di sicurezza

La sicurezza stradale è un tema importante che ancora non gode dell’attenzione che meriterebbe.

La ricerca condotta dall’IPSOS e promossa dalla Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale lo conferma: un italiano su cinque non allaccia Le Cinture di sicurezza quando è in auto.

L’indagine demoscopica mette in luce questo dato impietoso e preoccupante: il 20% degli automobilisti non è abituato a far uso della cintura.

La percentuale aumenta per quanto riguarda i passeggeri dei sedili posteriori. In questo caso addirittura più della metà degli italiani non allaccia Le Cinture di sicurezza.

In moltissimi sono convinti che sia facoltativo.

In realtà il Codice della Strada prevede l’obbligo di utilizzo delle Cinture di sicurezza per tutte le persone a bordo di vetture in marcia. Non viene fatta alcuna distinzione tra chi è seduto davanti o dietro. La ricerca di IPSOS e Fondazione ANIA rivela così una gravissima ignoranza diffusa tra conducenti e passeggeri.

L’inosservanza di queste basilari norme è particolarmente comune tra chi guida nelle strade dei centri urbani. I tragitti più brevi sembrerebbero preoccupare, erroneamente,  in misura minore gli automobilisti.

Il segretario generale della Fondazione ANIA, Umberto Guidoni, ha però voluto fare chiarezza riguardo tale questione.

Il dato è allarmante: oltre il 75% degli incidenti stradali in Italia si verifica proprio nelle città.

Solo nel 2014 ci sono stati 1.505 morti e 180mila feriti per effetto di incidenti avvenuti sulle strade urbane.

Il triste primato spetta a Roma: ben 154 persone sono decedute a seguito di incidenti stradali.

Nel 2012 ci furono 1.633 morti a livello Italia. Uno studio dello European Transport Safety Council – l’Associazione senza scopo di lucro che promuove la sicurezza stradale nell’Unione Europea – ha rivelato che 448 di questi si sarebbero potuti salvare se gli occupanti delle autovetture avessero indossato Le Cinture di sicurezza allacciate.

Sono dati a dir poco impressionanti che ci debbono far riflettere.

Secondo Umberto Guidoni è necessaria una maggiore consapevolezza da parte del guidatore per contrastare il fenomeno. La conoscenza delle sanzioni a cui si va incontro nel caso di infrazioni e comportamenti scorretti è fondamentale ma ben un italiano su tre è all’oscuro anche di questo.

L’automobilista che viene colto alla guida senza cintura rischia infatti la sospensione della patente fino a due mesi più altre pene accessorie (multa, detrazione punti patente…)

L’obbligo di portare allacciate Le Cinture di sicurezza è in vigore dal 1988 ma in quasi trent’anni di applicazione della legge ancora non si è riusciti a far riflettere quel famoso 20% di utenti che tutt’ora non indossano Le Cinture di sicurezza.

Il numero sempre troppo elevato di incidenti impone alla nostra coscienza civica di riflettere sulla reale necessità di utilizzo delle Cinture di sicurezza per la nostra ed altrui incolumità.

Giuseppe Loris Ienco

Corruzione a Roma: l’accusa di Raffaele Cantone

corruzione

Raffaele Cantone, Presidente dell’Anac (Autorità Nazionale Anti Corruzione), ha stroncato il Comune di Roma accusandolo di un sistema di corruzione e sistematica violazione delle norme vigenti in materia di buona amministrazione.

Il pesante giudizio investe sia l’operato di Gianni Alemanno che quello di Ignazio Marino, gli ultimi due sindaci della Capitale: entrambe le legislature, rispettivamente di centro destra e centro sinistra, avrebbero trascinato Roma, tra il 2012 e il 2014 (il periodo preso in esame), in una gestione decisamente truffaldina e poco trasparente degli appalti di asili, canili, servizi per disabili, manutenzione stradale, affitti, all’insegna della corruzione e degli sprechi.

Corruzione ovunque, insomma. L’indagine ha rivelato

nell’attività contrattuale di Roma Capitale numerosi profili di illegittimità e di non rispondenza alle previsioni normative e regolamentari

andando a confermare quanto già emerso dalle indagini della procura di Roma su Mafia Capitale.

Improprio ricorso ad affidamento diretto di servizi a cooperativa sociale, violazione dei principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalità negli affidamenti di servizi sociali e socio-sanitari, uso improprio della procedura negoziata, violazioni della pubblicazione della gara: queste sono solo alcune delle criticità emerse dall’analisi delle attività contrattuali oggetto di indagine.

Il dossier “Roma Capitale, attività contrattuale con particolare riferimento alle procedure negoziate” è stato consegnato sia alla Procura che alla Corte dei conti: nelle sue 15 pagine evidenzia una serie di anomalie e irregolarità sistematiche che investono più settori, dalla gestione dell’immigrazione all’organizzazione delle cooperative sociali, dai servizi per i disabili fino alla manutenzione delle strade.

Diciotto, in tutto, le violazioni dei Dipartimenti del Comune di Roma, spiegate punto dopo punto, dipartimento per dipartimento (Dipartimento politiche sociali, sussidiarietà e salute; Dipartimento Tutela ambientale e Protezione civile; Dipartimento Innovazione tecnologica; Dipartimento Sviluppo territoriale; Dipartimento Servizi educativi e scolastici; Municipio I – Centro storico).

E la conclusione è durissima:

Ne è derivata una gestione non conforme ai principi di buon andamento ed imparzialità dell’amministrazione sanciti dall’art. 97 della Costituzione e richiamati dall’art. 2 del d.lgs. n. 163/2006, con ricadute negative in termini di incremento di costi, soprattutto per aver sottratto alle regole di competitività del mercato una cospicua quota di appalti, affidati per la maggior parte senza gara.

Una fotografia preoccupante che allarma ancor di più in vista delle imminenti elezioni amministrative della Capitale, una città al collasso che non trova la forza di rialzarsi e cambiare e che soffre del sistema di corruzione che ha investito tutti i settori, stringendo legami con la malavita.

Corruzione a Roma: le reazioni dei politici

Nelle ultime ore in tanti hanno espresso il loro pensiero in merito al dossier di Cantone, compreso l’ex sindaco della capitale.

Ignazio Marino si è detto offeso, ha ribadito la sua estraneità e i suoi tentativi di salvare la città dalla disastrata situazione in cui l’aveva lasciata la precedente amministrazione:

Avevo ereditato una mela avvelenata.

Lunedì prossimo Cantone incontrerà Virginia Raggi, candidata del M5S nella corsa al Campidoglio, come da lei chiesto, proprio per

approfondire i lavori svolti dall’organismo che presiede e, in particolare, l’ultima relazione su Roma resa nota il 10 marzo scorso

come si legge sulla pagina Facebook della candidata, che aggiunge:

Negli ultimi anni siamo stati ostaggio di un sistema teso principalmente a riempire le tasche di pochi, sempre a scapito dei cittadini romani. Ci hanno lasciato una città sull’orlo del baratro, ma possiamo risorgere, basta la volontà politica. Ci vogliono impegno e un grande coraggio per provare a cambiare la Capitale. Noi ce l’abbiamo.

Ha detto la sua in merito alla corruzione nella gestione di Roma anche Giorgia Meloni, candidata del centro destra a sindaco. In piazza della Rotonda, di fronte al Pantheon, una volta ufficializzata la sua candidatura ha detto:

Si tratta di restituire dignità a Roma. Una volta quando dicevi civis romanus sum era motivo d’orgoglio. Oggi si pensa solo a mafia capitale. Noi vogliamo ridare orgoglio ai romani. La cosa che mi spaventa di più è pensare che i cittadini non ci credano più.

Devastato cimitero italiano a Tripoli

tripoli

La Libia arriva a minacciare l’Italia a causa di tre navi italiane nelle acque territoriali libiche, e a Tripoli viene devastato il cimitero italiano, come monito per rapporti non idilliaci che corrono tra i due Paesi e che possono essere fatti risalire al periodo di occupazione fascista, dove si raggiunse l’apice con l’uccisione di Omar Omar al Mukhtar, considerato il leader dell’indipendenza libica contro i dominatori stranieri. Continua a leggere