Il F.C. Garbatella quest’anno fa sul serio

Garbatella

La Garbatella è uno dei quartieri periferici più belli e caratteristici della Capitale. Negli ultimi anni questa zona di Roma sud sta vivendo un periodo incredibile di riqualificazione, sia architettonica che urbanistica, che la sta portando sempre più agli onori della cronaca. Ma la Garbatella non è solo architettura e sana romanità: grazie alla squadra dilettantistica del F.C. Garbatella sta diventando sempre più importante anche da un punto di vista calcistico.

Cambio di panchina sul F.C. Garbatella

Subito importanti novità in casa F.C. Garbatella. L’anno scorso sedeva sulla panchina della squadra Franco Pagliarini, sostituito quest’anno da Giuseppe Felici. La notizia è freschissima, di qualche giorno fa appena. Con questo cambio la società ha voluto dare un segnale forte per partire bene fin da subito nel campionato di Promozione.

Non solo: la dirigenza si è mossa sul mercato anche per quanto riguarda il parco giocatori acquisendo Mario Scafati, ex attaccante della Giov. Hel. Roma e della Castelnuovese. Il nome è di quelli che solleticano gli orecchi dei tifosi: basti pensare che Scafati, lo scorso anno, è riuscito a vincere la classifica cannonieri del girone B del campionato di Promozione segnando ben 23 reti.

GarbatellaQuest’anno, dunque, il F.C. Garbatella fa sul serio. A sottolineare come la società si stia muovendo (bene) in molti aspetti, ecco ad esempio il cambio di campo deciso dal presidente Daniele Giovannoni. A partire da questa stagione, il F.C. Garbatella disputerà tutte le partite sul campo Fuso di Ciampino. Rispetto al campionato scorso, la squadra potrà gareggiare e allenarsi finalmente sullo stesso campo da gioco. Un vantaggio non indifferente e assolutamente da non sottovalutare, soprattutto a livello dilettantistico.

La società, i calciatori e la dirigenza vogliono cambiare registro ed elevare il livello calcistico espresso l’anno scorso. La salvezza è stata raggiunta, forse con qualche patema d’animo di troppo per chi era partito con ben altre ambizioni. Da quest’anno però, la musica sembra proprio destinata a cambiare: così come il quartiere sta subendo un’evoluzione (e una rivalutazione) forse insperata, allo stesso modo anche la squadra si sta elevando sempre di più. Sempre più in alto.

Dicevamo all’inizio che la Garbatella è uno dei quartieri più caratteristici di Roma e ciò è sostanzialmente vero. Da qualche tempo a questa parte, dunque, la Garbatella non è più solo sinonimo di tratttorie con tovaglie a quadri, di tifosi dell’A.S. Roma e di dialetto romanesco: essa è anche sinonimo di un sano e verace calcio dilettantistico.

 

 

Noel Gallagher su Ibrahimovic: “Un fottuto idiota”

Ibrahimovic

Due caratterini forti quelli del cantante Noel Gallagher e del calciatore Zlatan Ibrahimovic, a fronte di due personalità molto tenaci e decise. Due duri, insomma, che di certo quando parlano non dicono cose scontate o banali ma arrivano dritti al punto senza tanti giri di parole. Questa volta, però, l’ex Oasis ha decisamente espresso la sua opinione in maniera.. diciamo un po’ troppo diretta.

Noel Gallagher senza peli sulla lingua

Interrogato su cosa pensasse dell’attuale attaccante del Paris Saint-Germain, Zlatan Ibrahimovic, il cantante inglese, da sempre grande appassionato di calcio, ha espresso così la sua opinione: “Ibra? Non mi piace. È un fottuto idiota, un pallone gonfiato.”

IbrahimovicChiaro, chiarissimo il suo pensiero. D’altronde la vicenda burrascosa degli Oasis non poteva essere una casualità, tant’è che nel 2009 le irrimediabili differenze caratteriali tra Noel (chitarra e voce) e suo fratello Liam (voce e tamburello) portarono allo scioglimento dell’amato gruppo brit pop. Inevitabile, dunque, il parallelo tra Ibrahimovic e suo fratello Liam.

“È come mio fratello: parla tanto e non combina nulla -ha detto- Tatuaggi fighi, e bocca larga“. E allora, a fronte di queste parole, la memoria ritorna ancora una volta allo scioglimento degli Oasis, con insulti alla famiglia da un lato e violenza ingiustificata dall’altra. Nello specifico, si parlò all’epoca addirittura di una chitarra scagliata addosso da uno dei due fratelli verso l’altro; un modo decisamente sobrio e british di affrontare le discussioni.

Zlatan Ibrahimovic, un personaggio che fa discutere

Da parte sua, Ibrahimovic non è che al momento se la passi benissimo. L’età avanza, il peso degli anni inizia a farsi sentire e forse, tirando le somme, lo svedese ha raccolto molto meno di quanto avesse meritato. Al momento, i francesi lo considerano un peso.

IbrahimovicLapidario France Football: «Ibra ha perso il ruolo di condottiero, indebolito dagli infortuni e dagli acciacchi dell’età. Il Psg può tranquillamente fare a meno di lui grazie a giocatori in ascesa come Pastore e Cavani, pronti finalmente a prendere per mano la squadra». Che Ibrahimovic sia davvero giunto al capolinea in terra d’oltralpe?

In carriera Ibrahimovic ha spesse volte cambiato squadra (Juventus, Inter, Milan, Barcellona) inseguendo più e più volte la tanto agognata Champions League, senza mai vincerla. Allo stesso modo, anche il Pallone d’Oro gli è sempre sfuggito dalle mani, senza nemmeno avvicinarsi lontanamente a un traguardo del genere.

A fronte di alcune sue dichiarazioni passate (“Un mondiale senza di me è poca cosa, non c’è davvero nulla da guardare e non vale nemmeno la pena aspettarlo con ansia.”) la realtà dei fatti si è dimostrata un po’ diversa. Magari non come l’ha interpretata Noel Gallagher, però, ma sicuramente diversa.

Scintille Rossi-Marquez

Marquez

Ancora scintille tra Valentino Rossi e Marc Marquez, protagonisti di un duello non proprio in punta di fioretto sulla pista di Assen. Tra l’italiano e lo spagnolo c’è stato un serrato botta e risposta, sia a caldo che in seguito, quando oramai la gioia da una parte e la rabbia dall’altra erano sbollite. Nulla di nuovo comunque in uno sport come il motociclismo, dove il contatto è ampiamente presente in ogni gara.

MarquezMarquez, famoso per il suo stile di guida non proprio lineare e ortodosso, ha rivolto parole al vetriolo al collega Valentino. Ha infatti dichiarato: “Ero all’interno quando Rossi se n’è accorto, ha causato il tocco e tagliato la curva.” Dunque accuse precise da parte dello spagnolo, secondo il quale l’italiano avrebbe agito furbescamente causando di proposito il contatto fatale tra i due.

Non solo. Marquez ha anche asserito di ritenersi il vero vincitore ad Assen, a scapito proprio dell’italiano. Sempre con la franchezza che lo contraddistingue lo spagnolo ha affermato: “Sono contento di essere tornato sul podio ma moralmente sento di aver vinto io perché la curva io l’ho fatta dentro la pista, Rossi no, ha tagliato la strada”. Parole dure, forti, che lasciano il segno.

Dall’altra parte, anche Valentino Rossi ha voluto far sentire la sua voce. A suo modo, come è nel suo stile, altrettanto diretto e pungente. Ricordiamo che anche “il dottore” è un atleta abituato a lotte, “sportellate” e duelli durissimi dentro e fuori dalle piste. Tanto per citare qualche nome, chi non ricorda i memorabili scontri con Biaggi e Gibernau?

Queste le parole di Rossi sul contatto avvenuto con Marc Marquez: “Sinceramente non so come avrei dovuto fare visto che mi ha buttato fuori. Purtroppo per lui ero lì. Con Marc la certezza è che quando lotti con lui una carenata la prendi. Come avrei potuto sparire da quella posizione?”. Anche l’italiano, quindi non ci è andato tanto leggero, in quanto a parole.

MarquezIn questa lotta dialettica e sportiva, la Honda ha deciso di lavarsene le mani, metaforicamente parlando. Non è stato infatti prospettato alcun reclamo riguardo al contatto Marquez-Rossi. Il team manager della Honda, Livio Suppo, ha infatti decretato la “patta”, esattamente come avviene negli scacchi. Da una parte lo spagnolo ha esagerato nel contatto e, dall’altra, Valentino ha inequivocabilmente tratto vantaggio dall’aver tagliato la curva. Uno a uno e palla al centro, insomma.

E adesso? La lotta per il titolo sembra doversi svolgere tutta in casa Yamaha, con un vibrante testa a testa tra Lorenzo e Rossi, con un possibile inserimento in corsa di Marquez. Staremo a vedere.

Coppa America, Neymar perde la testa

Neymar

Che il calcio non sia uno sport per signorine è cosa nota e arcinota. Che i calciatori in quanto a fair play e a eleganza in campo non siano proprio un esempio, anche. Se aggiungiamo poi all’inevitabile ebbrezza dell’essere ricchi e famosi la giovane età (che mai è sinonimo di saggezza e ponderatezza), allora il mix è davvero letale. Naturalmente anche il brasiliano Neymar non è riuscito a sottrarsi ai difetti tipici della sua giovinezza.

NeymarPrima di entrare nel vivo dell’accaduto, è bene fare un passo indietro. Neymar e compagni sono arrivati in questa Coppa America con il preciso compito di far dimenticare ai tifosi la figuraccia patita contro la Germania (che poi avrebbe battuto l’Argentina e vinto il titolo) nei mondiali casalinghi del 2014. Chi non si ricorda di quella tremenda goleada subita?

Con questo spirito di rivalsa la squadra di Dunga si è approcciata alla Coppa America. A differenza degli anni passati, però, questo Brasile ha poca, pochissima qualità tecnica. Sembra strano dirlo, ma una nazione che tempo addietro ha sfornato campioni come Pelè, Ronaldo e Romario, (tanto per fare solo qualche nome) da qualche anno a questa parte sembra patire una carestia di talenti. L’unico rimasto è proprio Neymar.

Durante la partita contro la Colombia è avvenuto l’inevitabile, soprattutto visti i precedenti che c’erano con Zuniga, un centrocampista colombiano. Zuniga, infatti, aveva infranto il sogno di Neymar mettendolo fuori gioco nel mondiale scorso grazie a un’ entrata non consona con il ginocchio sulla schiena del giovane attaccante brasiliano. A causa di queste “vecchie ruggini” già durante la partita erano volate parole grosse.

NeymarQuesto nervosismo latente è esploso poi a fine partita. Neymar ha perso completamente la testa: prima ha scagliato addosso il pallone ad Armero e poi ha rifilato una testata a Murillo. Sull’entità della testata a dir la verità c’è più di qualche dubbio: Murillo sembra aver accentuato l’entità del colpo ma, come si diceva a inizio articolo, il fair play non è di questo mondo. E nemmeno di questo calcio.

Il risultato è stato disastroso: tre giornate di squalifica per Neymar causa rissa, e una ulteriore giornata per il cartellino giallo preso con il Perù e la Colombia. In totale fanno quattro, il che significa dare l’addio alla tanto agognata Coppa America. E adesso? Adesso per il Brasile di Dunga, spuntato e senza talento, la strada è tutta in salita. Una salita ripidissima e assai impervia.

Camila Giorgi si aggiudica il primo titolo WTA

Camila Giorgi

Quando oramai nessuno ci sperava più, il tanto atteso primo titolo in carriera per Camila Giorgi è arrivato. Alla prima partecipazione nel torneo olandese di ‘s-Hertogenbosch, giocato in Olanda sull’erba, l’italiana ha sconfitto la giovane svizzera Belinda Bencic con un secco 7/5, 6/3. L’avversaria non ha praticamente mai impensierito la nostra giovane connazionale.

Camila GiorgiSulla tecnica di Camila Giorgi non c’è mai stato nulla da obiettare. L’attuale numero 35 del ranking mondiale (ma con questa vittoria scalerà moltissime posizioni facendo un bel balzo in avanti) ha infatti dalla sua un talento straordinario, abbinato ad una grande forza. Nonostante il fisico minuto e leggero, l’azzurra è in grado di servire a velocità quasi maschili e a colpire la pallina con incredibile potenza e precisione.

Il problema, almeno fino ad oggi, è stato mentale. Camila Giorgi è più volte arrivata in finale in un torneo WTA ma ne è sempre uscita sconfitta. Il motivo? Forse eccessiva pressione da parte del suo team, dell’allenatore e dei fans che si sono sempre aspettati molto da lei. In effetti, quando si ha un futuro da predestinata non è forse lecito che tutti attendano da te fuoco e fiamme?

Alcuni hanno sempre obiettato a Camila Giorgi una quasi totale mancanza di variazioni nel suo gioco e in effetti tutto ciò è vero. Vedere l’italiana scendere a rete, colpire qualche slice o una palla corta è praticamente impossibile: lei gioca solo ed esclusivamente di potenza e piatto. Martella l’avversaria con palle profondissime, molte delle quali si rivelano essere vincenti. Quando è in giornata.

Camila GiorgiQuando non lo è, accadono i guai. I vincenti si trasformano in errori gratuiti che, alla fine dei conti, pesano moltissimo sul punteggio finale trascinandola verso una inevitabile sconfitta. Per di più, molto spesso Camila Giorgi perde la testa e ha dei momenti di vuoto nei quali può perdere molti punti. Proprio in questi momenti di vuoto si sono sempre inserite le sue avversarie per sconfiggerla.

Ma questa volta, nella finale WTA del torneo di ‘s-Hertogenbosch, Camila Giorgi ha finalmente dimostrato tutto il suo valore contro la giovane e promettente Belinda Bencic, che pure ha giocato come meglio non poteva. L’italiana e la svizzera si sono fronteggiate a colpi di sciabola più che di fioretto, rasentando una potenza tale da ricordare molto da vicino una stella mondiale come Serena Williams, anch’essa vera e propria bombardiera.

Dunque, lo ribadiamo, Camila Giorgi vince a ‘s-Hertogenbosch e si aggiudica il primo titolo WTA in carriera. A questo punto è lecito chiedersi: che si sia definitivamente sbloccata?