Borsellino: 24 anni fa la strage di Via D’Amelio

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Ricorre oggi il 24esimo anniversario dell’uccisione, per mano mafiosa, del giudice Paolo Borsellino, che perse la vita nell’attentato di Via D’Amelio insieme a cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Una Fiat 126 imbottita di tritolo, parcheggiata sotto l’abitazione della madre del giudice, esplose al suo arrivo. Era il 19 luglio 1992.

“Un cadavere che cammina”, si era definito Borsellino, consapevole che la mafia non avrebbe tardato a riservare anche a lui lo stesso trattamento che aveva avuto per l’amico, prima che collega, Giovanni Falcone, assassinato solo due mesi prima insieme alla moglie Francesca Morvillo e ai tre uomini di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro in quella passata alla storia come la strage di Capaci: 1000 kg di tritolo furono sistemati da uomini di Cosa Nostra in un cunicolo di drenaggio sotto l’autostrada e fatti esplodere a distanza, tramite un telecomando azionato da Giovanni Brusca.

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Un capitolo buio della storia d’Italia, un attacco alla giustizia che non si dimentica; e il dolore aumenta nella consapevolezza che a 24 anni di distanza ancora non è stata fatta piena luce su un così efferato e brutale attentato. Chi sorvegliava Borsellino? Qualcuno lo tradì? Che fine ha fatto la famosa “agenda rossa”?

La verità è ancora lontana, dunque ciò che resta, per onorare il lavoro encomiabile svolto da Falcone e Borsellino è il ricordo, è la memoria dell’appassionato ed instancabile lavoro di uomini che per servire lo Stato hanno accettato il rischio, e poi la certezza, della morte.

Il lascito di Falcone e Borsellino è costituito da ideali di giustizia e legalità, dall’amore per la patria, dalla lotta quotidiana per un’Italia libera dalle mafie, da condurre senza paura e senza condizionamenti, a partire dal singolo fino alle istituzioni.

Un uomo intelligente, estroverso, dotato di grande intuito e umorismo, che amava le piccole cose, tenace: così lo ricorda su Facebook il Presidente del Senato Pietro Grasso, che poi scrive:

ventiquattro anni diventano improvvisamente un tempo lunghissimo e doloroso, un fardello insopportabile che scuote la coscienza di tutti i cittadini che hanno a cuore il presente e il futuro del nostro Paese. Le vittime innocenti della mafia, gli uomini e le donne delle forze dell’ordine caduti, le persone che facevano il tifo per Giovanni e Paolo ai tempi del maxiprocesso e che non hanno smesso di impegnarsi per la legalità chiedono a gran voce che sia fatta giustizia. Lo dobbiamo a ciascuno di loro, a noi stessi, alla memoria di Paolo e di chi ha perso la vita onorando il rischioso compito di proteggerlo.

E messaggi di cordoglio sono giunti anche dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, dal Premier Matteo Renzi, dalla Polizia di Stato, dal Presidente della Camera Laura Boldrini, ma soprattutto, tanti cittadini oggi si sono stretti nel ricordo: chi c’era, quel 19 luglio, e chi quella domenica d’estate l’ha vissuta nei racconti dei genitori o nelle immagini dei telegiornali, percependone la gravità, l’ingiustizia, il dolore.

Ed è bene che soprattutto i giovani sappiano, è bene che si informino, che ascoltino quanto è stato fatto da grandi uomini come il giudice Borsellino, che ne conoscano la storia, il lavoro, il sacrificio, affinché siano di esempio, affinché non si dimentichi.

Tante, le iniziative promosse oggi per ricordare il sacrificio di Borsellino e di quanti si sono immolati in nome della lotta alla criminalità organizzata, compresa la storica fiaccolata, appuntamento fisso da ormai 20 anni, tanto da essere la più longeva manifestazione antimafia in Sicilia. Sarà un corteo silenzioso e senza comizi dal tema “Esempi non parole”, per sottolineare la differenza tra chi, come Falcone e Borsellino, ha agito in modo drastico ed imponente, rimettendoci la vita, e tutti quei magistrati, imprenditori e giornalisti che hanno operato solo con le parole, rivelandosi incoerenti o corrotti.  La fiaccolata partirà alle 20:00 da Piazza Vittorio Veneto, attraverserà via Libertà, via Autonomia Siciliana e arriverà in via D’Amelio dove verrà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale.

Seguirà, in via D’Amelio alle ore 22.00, la proiezione del film “Era d’estate“, uscito nelle sale cinematografiche il 23 maggio scorso. La pellicola racconta il periodo trascorso da Falcone e Borsellino, insieme alle loro famiglie, all’Asinara, a causa di pesanti e allarmanti minacce di morte, nell’estate del 1985. Parteciperanno alla proiezione la regista Fiorella Infascelli Giuseppe Fiorello (interprete della figura di Paolo Borsellino).

È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola. (Paolo Borsellino)