LA DANZA IN GINOCCHIO

APPELLO PER LA CULTURA

 

By Martina Servidio

No, non è una nuova e futuristica coreografia ma è lo stato d’animo – e non solo –  in cui oggi versa l’Arte della Danza.

Non più “sulle punte”, in sala, con il Maestro che corregge, sprona, infonde coraggio e disciplina.

Si, perché la Danza è anche disciplina del corpo, del carattere e della mente. Tutti gli allievi, per il fatto stesso di fare Danza sin da piccoli hanno ben assimilato le regole comportamentali da tenere sia all’interno dei locali che fuori; altrettanto i Maestri, i coreografi, i musicisti.

Perché allora la Danza è ferma da Marzo 2020?

Perché le scuole e le accademie di Danza, pur avendo rigidamente attuato tutte le indicazioni suggerite dai vari DPCM che si sono succeduti, quali ad esempio la realizzazione di percorsi interni obbligatori, distanziamento in sala, frequenti sanificazioni, areazione controllata dei locali, utilizzo dei D.P.I., tamponi ricorrenti, rilevazione delle presenze, frequentazione contingentata, sono ancora chiuse e non si prevede una riapertura a breve delle attività?

Per evitare assembramenti?

Ma se le lezioni sono a numero contingentato e distanziato negli orari non credo possa sussistere questo rischio.

La Danza, così come altre forme di Arte, è stata travolta dalla pandemia e forse ogni decisore dovrebbe analizzare, con particolare attenzione, se e come la Danza rappresenti un effettivo pericolo per la diffusione della pandemia da Covid 19

Come si sentono i ragazzi?

Sconcertati, amareggiati, frustrati.

La DaD o il video tutorial in streaming non può funzionare per la Danza anche se in casa ciascuno ha provveduto a tenersi in allenamento; la Danza non è una trasmissione di nozioni, è una trasmissione di sentimenti che necessita di un diretto rapporto con il Maestro.

La quasi totalità dei docenti ha realizzato video lezioni per mantenere vivo il rapporto con gli allievi ma ritengo che, pur apprezzando molto queste meritorie iniziative, sono forse un necessario palliativo per non disperdere queste ricche energie artistiche giovanili che non potevano essere abbandonate a se stesse; loro sono il futuro della nostra Danza quantunque più di un danzatore mi abbia amaramente confessato “il tempo perso non si recupera”

Le Sale che ci hanno visto gioire, sudare, apprendere uno stile comportamentale e di vita  sono ora vuote; solo il futuro potrà dirci quanto danno ci ha provocato direttamente, o indirettamente, questa pandemia e la sua gestione.

Foto: archivio A.d.A.  Roma che ringraziamo

Grazie

 

 

AMORE TRA LE STELLE

 

AMORE TRA LE STELLE

Daniele Cipriani ci ha ormai abituato ad assistere a produzioni di alto livello coreutico con stelle del palcoscenico di livello internazionale.

Il Gala internazionale di danza “L’amore – Il passo a due” ne è una ulteriore conferma; l’attesa performance si svolgerà il 13 e 14 agosto 2020 al Parco della Musica del Teatro Lirico di Cagliari.

AMORE TRA LE STELLE

Ricordando Ezio Bosso

Una produzione Teatro Lirico di Cagliari a cura di Daniele Cipriani

Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari
direttore Domenico Longo

Danzano:

Sergio Bernal (già Ballet Nacional de España), Sebastian Kloborg (già Danish Royal Ballet), Maria Kochetkova (già San Francisco Ballet), Maia Makhateli (Dutch National Ballet), Denis Rodkin (Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca), Eleonora Sevenard (Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca), Artur Shesterikov (Dutch National Ballet)

Assoli e pas de deux da Don Chisciotte, Carmen Suite, Il lago dei cigni, Romeo e Giulietta, La Sylphide, Il cigno

musica di Ludwig van Beethoven
costumi originali del Maestro Roberto Capucci

CONCERTO IN FORMA SCENICA
con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretto da Andrea Battistoni
a cura di Daniele Cipriani

movimenti coreografici di Simona Bucci

coproduzione: Spoleto63 Festival dei 2Mondi Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova

EPPUR SI DANZA

Ricordando Galileo Galilei potrebbe essere questo lo slogan dei festival estivi italiani dove ancora una volta l’italico ingegno di trovare soluzioni si dimostra vincente.

La formula trovata da Daniele Cipriani (già sperimentata con il recente spettacolo da lui curato, Duets and Solos) è quella di non rinunciare agli intrecci dei corpi dei passi a due ballettistici, che il distanziamento sociale precluderebbe, ma di chiamare ad interpretarli coppie di ballerini che sono anche sposati o conviventi.

Coppie di stelle, per giunta, poiché, come spiega Daniele Cipriani: “Nel mondo della danza, ci sono molto ballerini che fanno coppia, sia in palcoscenico che nella vita reale e, tra loro, anche diverse étoiles.”

Il gioco è presto fatto, è il classico e ben conosciuto “uovo di Colombo” e, dalle maggiori compagnie internazionali, arrivano le stelle del palcoscenico che, sotto la vivida luce delle stelle celesti, voleranno, volteggeranno, e piroetteranno nel Gala internazionale di danza “L’amore – Il passo a due” nel Parco della Musica del Teatro Lirico di Cagliari, 13 e 14 agosto (ore 21) per Classicalparco.

Il gala sarà impreziosito dalla musica dal vivo eseguita dall’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari diretta dal Maestro Domenico Longo.

Il Tema centrale è costituito dall’amore e il passo a due, quest’ultimo in grado di svelare o determinare il rapporto della coppia all’interno di una drammaturgia coreografica.

AMORE TRA LE STELLE

Arrivano, nientemeno che dal Bolshoi di Mosca, Denis Rodkin e Eleonora Sevenard; sono la coppia romantica del momento su cui sono puntati gli occhi dei rotocalchi mondiali. Recentemente sono stati ritratti in un tenero bacio persino sulla copertina di un celebre magazine italiano. Russi entrambi, giovani, belli e innamoratissimi, indosseranno vesti iberiche per interpretare il Grand pas de deux del III atto di Don Chisciotte (coreografie di Marius Petipa, musiche di Ludwig Minkus) in cui i giocosi Kitri e Basilio, danzano allegramente con virtuosismi tecnici mozzafiato; il lieto fine di un amore contrastato, il coronamento di un sogno d’amore.

Atmosfera iberica, anche se di tutt’altro sapore, per la loro seconda esibizione, un pas de deux tratto Carmen Suite (coreografia Alberto Alonso, musica di Rodion Shchedrin), che esprime invece un volto più selvaggio della amore: la passionalità della sigaraia di Siviglia e l’amore sensuale e brutale tra lei e Don José.

L’amore è seduzione, inganno, tradimento, nel “Pas de deux del Cigno Nero” (coreografia di Marius Petipa, musica di Piotr I. Ciaikovsky), tratto dall’irrinunciabile Lago dei Cigni.

AMORE TRA LE STELLE

Danzano Maia Makhateli e Artur Shesterikov (primi ballerini del Dutch National Ballet). Un momento che richiede spiccate doti interpretative oltre a capacità tecniche. In chiusura dell’esibizione Maia Makhateli si esibirà in una serie di virtuosismi tra cui i famosi trentadue fouetté . Ci viene mostrata la faccia “dark” dell’amore.

Profondo è il contrasto con l’amore puro e adolescenziale – ma assoluto e immortale – di Romeo e Giulietta di cui vedremo queste due stelle (georgiana lei, russo lui) interpretare il passo a due del balcone, scena in cui i due giovani innamorati si dichiarano i loro sentimenti.

Amore impossibile, invece, nel passo a due tratto da La Sylphide (coreografia August Bournonville, musica di Herman S. Løvenskiold) che tratta l’amore come sogno, illusione e perdizione:

AMORE TRA LE STELLE

lei, qui interpretata dalla stella russa Maria Kochetkova, già del San Francisco Ballet, è una creatura evanescente, una silfide, che non può essere sfiorata, né tantomeno amata da un uomo; lui, il giovane scozzese James che ha perso la testa per lei, è il danese Sebastian Kloborg, già del Balletto Reale Danese la compagnia che conserva l’eredità coreografica, dello stile detto “bournonvilliano”.

Particolarmente significativo sarà, poi, l’altro brano interpretato da questa coppia, in quanto tratto da Within The Golden Hour, balletto creato da uno dei coreografi più in vista al momento: Christopher Wheeldon. Questo passo a due, che indaga anch’esso sul rapporto di coppia, vuole essere soprattutto un omaggio ad Ezio Bosso, a tre mesi dalla scomparsa; il compianto compositore scrisse la partitura originale per archi, incorporando musiche di Vivaldi per questo balletto che fu creato nel 2016 e di cui il pubblico italiano vede un brano dal vivo per la prima volta.

In mezzo a tanta beatitudine di affetti stabili, “Single è bello!” sembrerà invece gridare Sergio Bernal

AMORE TRA LE STELLE

quando irromperà sulla scena nella sua drammatica Farruca de Molinero (coreografia di Antonio Ruiz Soler, musica di Manuel de Falla tratta da El sobrero de tres picos). Sergio Bernal, già primo ballerino del Balletto Nazionale di Spagna, emozionerà lo spettatore che potrà ammirare tutta l’eleganza e l’espressività del gesto del carismatico artista madrileno che in questo gala interpreta anche Zapatedo de Sarasate, danza spagnola dal ritmo travolgente. Un assolo, ma conosciuto anche come ballo di corteggiamento (coreografato da Antonio Ruiz Soler, su musica di Pablo de Sarasate).  L’amore è sempre lì, a un passo, vicino a noi…

http://www.teatroliricodicagliari.it/it/spettacoli/2020_estate_2020.html

Foto: Massimo Danza, Dance Open, Sasha Gouliaev per Danza Passione Vita, Daniele Cipriani che ringraziamo. Uso divulgativo e non commerciale

 

 

 

Venere Turi: 1° classificata nella Sezione Danza

Venere Turi: 1° classificata nella Sezione Danza

By Martina Servidio

Motivazione: per l’intensità interpretativa unita alla essenzialità del movimento, per la piena e matura padronanza del linguaggio corporeo, per il perfetto equilibrio dell’insieme che rivelano sensibilità coreografica

Questa è la motivazione espressa dalla Giuria che ha attribuito il 1° Premio nella Sezione Danza a Venere Turi.

Venere Turi: 1° classificata nella Sezione Danza

Confesso che far parte, per la prima volta, di una Giuria di esperti di ciascuna Sezione su cui si è articolato il Concorso L’Arte della parola e dell’Arte coreutica mi ha emozionato e – al tempo stesso – mi ha messo di fronte alle responsabilità connesse al ruolo.

Finora mi sono sempre trovata “dall’altra parte” e cioè sul palcoscenico, in sala, in esibizione dove si è valutati, giudicati, dove si arriva portandosi alle spalle sudore, rinunce, sogni, obiettivi sempre più ambiziosi ma anche felicità ed appagamento.

Questa è la Danza.

Ma non sono stata sola; un Concorso così strutturato non poteva avere in Giuria, per la Sezione danza, solo la sottoscritta.

Ringrazio Catia De Gaetano direttrice artistica dell’Accademia delle Arti, membro CID, con il suo bagaglio di esperienze artistiche ed il suo livello Advanced sia come ballerina che come insegnante rilasciato dalla Royal Ballet School per poi diplomarsi anche in danza modern jazz. Catia è docente e l’Accademia delle Arti è Centro RAV ufficiale di Roma dove, oltre agli esami RAD, si svolgono anche gli esami Vocational.

Ringrazio inoltre Piero Casoli presidente e direttore di La Macina Magazine, anche lui membro CID oltrechè critico teatrale e giornalista; le sue esperienze sono pluriennali.

Venere Turi, con il suo encomiabile curriculum artistico, ci è apparsa meritevole di attenzione quantunque le altre concorrenti abbiano presentato esibizioni di tutto riguardo e ciò ha reso complesso, e con la necessità di varie rivisitazioni dei video pervenuti, il lavoro della Giuria.

Alcune concorrenti sono state eccellenti su alcuni passi, variazioni, ma in Venere Turi la Giuria ha premiato la globale armonica esecuzione; si è notato anche l’accenno ad alcuni movimenti della pizzica salentina ben integrati nella coreografia complessiva.

L’intera Giuria, compresa anche la parte letteraria, segnala il valore aggiunto che Venere Turi ha apportato con le sue poesie “Anima” e Distanze unite

Complimenti Venere Turi

https://youtu.be/hvQHbDCetnY

 

 

 

  

 

La Direttrice Enrica Palmieri e l’Accademia Nazionale di Danza

La Direttrice Enrica Palmieri e l’Accademia Nazionale di Danza

Intervista condotta da Catia Di Gaetano

Incontriamo, con grande piacere, la Dott.ssa Enrica Palmieri recentemente confermata nel ruolo di Direttrice dell’Accademia Nazionale di Danza per il triennio 2020/2022

E’ nostro desiderio sottolineare il rigoroso profilo professionale della Dott.ssa Palmieri che ci ha concesso l’intervista solo dopo l’esito delle votazioni proprio per evitare una possibile sovraesposizione mediatica.

Buongiorno Direttrice e le porgiamo le nostre congratulazioni.

Tracciamo un breve profilo artistico della Dott.ssa Maria Enrica Palmieri:

danzatrice, coreografa, docente, coordinatrice della scuola di coreografia dell’Accademia Nazionale di Danza e, da gennaio 2017, Direttrice dell’AND

La Dott.ssa Palmieri è anche membro componente del CNAM (Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale) del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Ha partecipato a numerosi Festival e tourneè in Italia e all’estero per poi trasferirsi negli USA a New York City, a Portland (Oregon), a S. Francisco (California) rientrando in Italia per dedicarsi alla creazione di coreografie che sono rappresentate in quasi tutti i paesi europei ed anche in Iraq, Mali e Capo Verde.

E’ la rappresentante italiana alla XII edizione dell’International Course for Professional Choreographers & Composers a Guilford (GB).

Curatrice di numerose manifestazioni artistiche pone in evidenza il connubio della danza con le arti visive multimediali ed attua un percorso di integrazione delle tradizioni coreutiche delle Isole di Capoverde in un processo creativo di più ampio respiro e non racchiuso in una ristretta ottica di unica centralità nazionale.

La Direttrice Enrica Palmieri e l’Accademia Nazionale di Danza

Direttrice, questa rinnovata fiducia manifesta l’apprezzamento del lavoro da lei svolto nel precedente triennio e delle indicazioni contenute nel suo documento programmatico delle attività per il triennio 2020/2022; ci può dare un suo pensiero?

Ricordo che nel mio passato ho vissuto esperienze professionali e di vita anche in zone di guerra dove ho partecipato intensamente con azioni umanitarie, ho attraversato pericoli di ogni genere che mi hanno formato e fortificato nell’affrontare la realtà e le responsabilità, ritengo quindi di poter gestire anche l’Accademia Nazionale di Danza.

Le difficoltà indubbiamente ci sono però esiste sempre una soluzione che deve essere cercata, analizzata ed attuata per la migliore prosecuzione ed affermazione dell’AND; il tempo aiuta a derimere le nubi all’orizzonte e far cessare le azioni o gli atteggiamenti che ostacolano lo sviluppo che essa merita.

Direttrice, questo suo pensiero evidenzia una forza di carattere non comune perché superare questi momenti di riflessione con le proprie forze significa avere un carattere combattivo e che non si arrende; è certamente un atteggiamento positivo.

Spesso sono testarda e determinata, mi sono trovata in momenti molto difficili della vita, momenti che anche di notte non mi hanno consentito di dormire ed anche in questa realtà – inizialmente – ho percepito un senso di solitudine, non ho percepito la felicità e la condivisione dei programmi e del pericolo che incombeva sullo sviluppo futuro dell’Accademia; in tempo di guerra ci si unisce, ci si aggrega, qui ho invece avvertito la divisione. Per fare un paragone è come se avessi aperto la scatola di Aladino ma non è apparso il genio che ha aiutato a risolvere situazioni, anche stratificate nel tempo, le ha soltanto messe in luce.

E’ stato un allenamento emotivo e razionale, un alternarsi di paura e razionalità che induce quindi al ragionamento, che permette di creare i vari collegamenti tra fatti e situazioni, di capire dinamiche, di aver chiari alcuni contesti, di scoprire i vari perché, i quali non sono mai casuali; posso ben dire che si è trattato di un intenso allenamento.

Il primo anno è stato molto pesante poi l’ho colto come una ulteriore opportunità di crescita personale e collettiva. C’è una parola ricorrente nel mio programma di lavoro e che ho enfatizzato durante il mio discorso di presentazione quando ho parlato di Navigazione.

Durante un percorso si possono trovare dei porti, degli approdi ai quali si arriva perché spinti dalla tempesta, dal vento o da altri fenomeni ma proprio questi, che possono apparire situazioni negative, si tramutano in nuove opportunità, in nuove soluzioni.

L’Odissea, la Navigazione è un percorso non un arrivo.

Su questo ho riflettuto, non bisogna pensare solo in termini negativi alle difficoltà e agli incidenti di percorso poiché esistono anche le soluzioni; se io nel mio ruolo creo un approdo io creo – conseguentemente – nuove opportunità. Le difficoltà apparentemente rallentano il percorso ma questi “incidenti” consentono di accrescere e migliorare noi stessi e l’AND   

La Direttrice Enrica Palmieri e l’Accademia Nazionale di Danza

Sono pronta ad affrontare anche queste situazioni inaspettate; tutta la mia direzione è stata una riflessione per elaborare un piano di interventi e di programmi che ci portano lontano, mi sono interfacciata con tanti personaggi ed istituzioni con cui mi sono trovata a lavorare e questi incontri e opportunità si possono replicare all’infinito.

Il nostro pianeta è meraviglioso ed in costante mutamento e leggendo tutti i punti contenuti nel programma si potrebbe erroneamente concludere che sia impossibile attuarli e che io desideri “apparire”. Io sono al servizio dei colleghi e degli studenti, non ho alcun atteggiamento agonistico, il mio ruolo è quello di creare nuove opportunità attraverso la realizzazione di progetti

NO, ogni indicazione o decisione è frutto di approfondita riflessione e non vale l’antico concetto che… un progetto vale l’altro.

Ogni progetto ha un significato ed un obiettivo ben preciso, il numero dei progetti non mi deve spaventare ci deve spaventare perché ogni progetto racchiude in se un seme che deve germogliare e far realizzare una nuova opportunità.

Questo ragionamento lo faccio anche nei miei confronti perché mi gratifica così come gratifica l’AND, il corpo docente e gli studenti che hanno sempre vissuto nell’ambiente familiare un po’ serviti e riveriti però poi, quando è il momento di prendere iniziative autonome, potrebbero cadere se non avessi creato per loro un percorso di crescita.

Non li devo far cadere, non è questa la mia funzione; io li devo sostenere e quindi il mio ruolo consiste nel creargli opportunità che possono realizzarsi in Italia o all’estero, su tutto il territorio, con i teatri, con i municipi con tutte le realtà.  

La danza si può ben declinare all’interno di ogni realtà culturale. E’ chiaro che sarà loro compito proseguire e perseguire i loro obiettivi ma io non posso abbandonarli a se stessi.

Loro sono sostenuti nella formazione che comprende non solo la tecnica ma anche la conoscenza più in generale del mondo esterno all’Accademia Nazionale di Danza. Si troveranno ad affrontare tante battaglie ma questo è insito nella evoluzione del processo educativo. I progetti sono come il percorso formativo con i crediti. I progetti sono affini cioè sono una parte del percorso formativo educativo con i relativi crediti che sono necessari per la completa formazione del futuro Professionista.

Se vogliamo continuare su questo futuro la Danza è ora chiamata a fornire risposte di altro genere non solo quelle di abbellire esteticamente i vari programmi TV oppure di creare un prodotto fruibile in teatro se poi non contribuisce a risolvere problemi o tensioni sociali.

Abbiamo visto che con la danza si uniscono le persone, con la danza si possono scegliere tra i diversi linguaggio del corpo e, rispetto al linguaggio orale, benchè più universale e riconoscibile, è più facile con la danza creare solidarietà.

Quantunque il governo non abbia varato una politica di interventi strutturali per il settore danza io invece ho ricavato uno spazio ed un programma di opportunità da poter cogliere. Consideriamo, per esempio, che la danza è ecologica, non crea inquinamento, abbiamo in mano un’arte capace di adattarsi. La danza ha una sua missione che si adegua ai tempi che si stanno evolvendo, si plasma ai movimenti è in continuo divenire.

La Direttrice Enrica Palmieri e l’Accademia Nazionale di Danza

La danza ha la sua funzione.

A che scopo vivere, a che serve il tempo e le opportunità che la vita ci concede? Il trascorrere del tempo è un’opportunità perché ci permette di vedere cose che prima non si vedevano, l’arte della danza è stata sempre percepita come una professione di nicchia. L’arte è parte della cultura, l’arte è un prodotto umano, è un prodotto della cultura.

L’uomo ha bisogno della cultura per sopravvivere, in natura l’uomo è debole rispetto agli altri animali, la cultura e l’arte rappresentano invece la forza, sono la vita che necessita all’uomo.

La cultura nasce prima ancora della nascita della norma, del diritto; l’arte è la prima forma della cultura, è il primo atto creativo. Si può concettualmente assimilare alla cornice del famoso quadrato che se viene posizionato perpendicolarmente diventa una parete, se lo sposto in alto diventa un tetto, in pratica realizza una delimitazione del territorio.

L’arte è la vita.

 L’essere umano deve essere abituato e facilitato ad apprendere l’arte e senza l’arte l’uomo non può vivere.  L’uomo dovrebbe sempre avere la possibilità di coltivarla anche se poi si inserisce in un percorso lavorativo dove l’arte è esclusa ma dovrebbe sempre conservarne il Segreto.

L’arte è universale.

Direttrice, nel suo programma elettorale o di lavoro che aveva proposto al mondo dell’AND vi è il concetto della democrazia che coinvolge l’intera struttura e, in modo particolare, il concetto dell’internazionalizzazione. Ci può dare maggiori indicazioni?

Io la democrazia la intendo come concetto di RESPONSABILITA’. La democrazia potrebbe essere facilmente confusa con il concetto di populismo o anche per la capacità di saper creare un consenso. Voglio che le scuole, le strutture didattiche siano responsabili del progetto che deve legarsi alle finalità dell’Accademia, esse devono muoversi in direzione univoca e conforme alla funzione che esplicano. Nel mio caso il concetto di Responsabilità implica anche risvolti di tipo legale e penale connesse al mio ruolo.

Nel caso dei docenti la considero una responsabilità individuale, il ruolo del docente necessita di una forte deontologia professionale. Mi piace la trasparenza e la lealtà, mi piace vedere che gli studenti sanno, per esempio, orientarsi mediante indicazioni chiare senza che debbano vagare a chiedere e cercare. Allora che cosa significa comunicazione chiara? Questa chiarezza, anche nelle indicazioni, consente di trovare agevolmente ciò che è di personale interesse anche se si è un neofita; ci si rende conto che si è all’interno di un sistema, di conoscerlo, si sa dove andare, come muoversi e quindi non si rimane escluso.  Se esiste un sistema verticale e centralizzato che non è user friendly, è difficoltosa la sua consultazione; il sito deve essere chiaro, trasparente e fornire ogni indicazione. Ogni struttura didattica ha corsi particolari con diverse finalità e non si può seguire tutto, bisogna saper scegliere. Quell’atto di scegliere è quello che ci contraddistingue, si deve effettuare una scelta consapevole, si deve portare avanti il proprio obiettivo con consapevolezza.

La Direttrice Enrica Palmieri e l’Accademia Nazionale di Danza

Direi che il suo programma di lavoro è stato compreso e sono state messe in atto le sue indicazioni.

Io non ho fatto promesse particolari a nessuno, tutti si sono responsabilizzati e tutti hanno afferrato le indicazioni fornite malgrado – inizialmente – ci siano state anche difficoltà di comunicazione tra me ed i colleghi i quali si sono trovati investiti di molte responsabilità. In alcuni momenti c’è stato anche qualche attrito su cui ho meditato.

 Se i miei programmi, le mie azioni sono rapidi e dinamici non posso pretendere che siano seguiti da tutti però è anche vero che è meglio rischiare un attrito interno piuttosto che tornare a situazioni precedenti dove nessuno sceglieva, dove nessuno si responsabilizzava. Ci sono stati anche momenti dove mi sono sentita esclusa in quanto, nel mio ruolo di Direttore, dovevo fermare un piano artistico che magari non avevo avuto modo di condividere nella discussione con gli altri. Tuttavia ho preferito correre questo rischio piuttosto che tornare a “prima” dove c’era imposizione oppure consuetudine perché la consuetudine genera vizi; preferisco invece che ogni attività, ogni pratica sia ragionata, sia condivisa e ci sia la convinzione che quella pratica non è una semplice formalità ma è sostanza dell’azione.

 La nostra fondatrice è stata una innovatrice, ha praticamente creato l’Accademia dal nulla, l’AND è nata come una costola della Regia Scuola di Arte Drammatica, ha fatto molto bene in quel periodo storico ma quella eredità non dobbiamo, non possiamo mantenerla immutata sino ai giorni nostri. Non possiamo soltanto continuare a gestire un’eredità e sopravvivere di rendita. Oggi dobbiamo ampliare il nostro sguardo oltre un corto raggio ma non esporsi a rischi finanziari, dobbiamo investire con cautela e lungimiranza.

Direttrice, in un suo punto del programma di lavoro lei accennava a un percorso più legato alle istituzioni, può ampliare questo punto?

Assolutamente SI, noi siamo unici ma non possiamo rimanere nella nostra unicità o solitudine La solitudine è una condanna a rimanere soli, noi dobbiamo invece interagire con istituzioni a noi affini e mi riferisco a Campobasso, Benevento, Roma parlando di Conservatori e Napoli, Ravenna e Torino come Accademie.  Li ho inclusi nei miei progetti di collaborazione e devo dire che i colleghi delle altre istituzioni mi hanno supportato, ci siamo supportati, c’è stata una condivisione di progetti.

La Danza potrebbe rappresentare una Istituzione all’estero dove ho lavorato lungamente con molti compositori. Posso affermare che le creazioni più belle che hanno realizzato questi compositori per la danza le hanno realizzate grazie alla danza che gli ha creato una logica e soprattutto gli ha fatto scoprire delle tematiche a loro prima estranee; la danza gli ha permesso di fare ricerca e quelli che non si sono legati alla danza non ne hanno tratto vantaggio perché non si sono abbandonati alla danza, non sono stati contaminati dalla danza… sono rimasti “sospesi”.

 Direttrice, l’internazionalizzazione è un concetto a cui lei tiene in modo particolare, questa internazionalizzazione può essere legata anche al supporto che fornisce la Cuomo Foundation?

Assolutamente SI

La Cuomo Foundation ha come slogan “L’arte dell’educazione è l’educazione del cuore”.  E’ un assioma chiaro che non lascia dubbi circa la Mission che si è data. Ho avuto anche altri contatti con altre fondazioni private di grandissimo livello ma ho verificato che questa Fondazione sa fare le cose con stile, con qualità ed amore. Madame Cuomo mi assomiglia, è pragmatica ed anche lei lotta per raggiungere gli obiettivi. Ha il senso del bello e dell’arte, la capacità di perseguire i sogni come me e, come me, non intende far rimanere i sogni nel cassetto. Ho avuto l’opportunità di visitare il loro centro cardio pediatrico a Dakar mentre ero impegnata in un altro progetto che non vedeva la presenza della Cuomo Foundation e questo centro cardio pediatrico è stato realizzato a misura di bambino e a misura di mamma. Quando sono arrivata era in corso una sessione di musicoterapia per i bambini piccoli, per i più grandi e con le mamme. Possiede macchinari ad altissima tecnologia, un centro di ricerca all’avanguardia. La Cuomo Foundation è una organizzazione privata che fa investimenti, è attenta alla propria visibilità ma la sua missione è anche rivolta all’Arte. Madame Cuomo è sensibile alla crescita dei giovani ed infatti i suoi collaboratori sono prevalentemente giovani professionisti di grande qualità. Altrettanta sensibilità la rivolge alla crescita dei giovani artisti.

La Direttrice Enrica Palmieri e l’Accademia Nazionale di Danza

Si è interessata ai miei programmi di sviluppo dei giovani artisti per i quali voglio creare alleanze, creare opportunità. Al Premio Roma la giuria è costituita da coreografi, critici, da organizzatori di festival, proprio con l’intento non finalizzato solo a corrispondere premi in denaro ma – principalmente – offrire connessioni, legami che possano generare contatti e accordi ed avere una continuità futura.

Madame Cuomo ha sposato pienamente le finalità del progetto per far emergere le qualità dei giovani ma non necessariamente emergere significa essere “il primo in assoluto” però consente di cambiare la propria esistenza. Certamente un artista senza un pubblico a cui parlare rimane racchiuso in se stesso, non riesce ad esprimersi quindi il fatto di vivere il Premio Roma consente di trasmettere le proprie sensazioni; tutto ciò rientra nella Mission della Cuomo Foundation. Diciamo che Dio mi ha mandato le persone giuste al momento giusto. Anche Madame Cuomo ama le cose belle che racchiudono anche un valore filantropico e senso di umanità. Ci piace pensare all’umanità, abbiamo sogni che si devono realizzare, non siamo missionari quindi tutto quello che attiene i nostri specifici credo, ai nostri valori religiosi, sono messi da parte.

Madame Cuomo ha perfettamente compreso che la sua sponsorizzazione del Premio Roma, come possibilità offerta ai giovani, costituisce la realizzazione di alleanze e connessioni di alto profilo artistico.

Aggiungo che la Cuomo Foundation sarà con me al Padiglione Italia a Dubai perché il Padiglione Italia che presenterà il Premio Roma sarà incentrato sulla bellezza

La Direttrice Enrica Palmieri e l’Accademia Nazionale di Danza

Direttrice è evidente che questa sua impostazione riguardo al futuro dell’Accademia naturalmente necessità di un corpo docenti e di una struttura alle spalle che condivida pienamente i programmi. Concorda su questa affermazione?

Ritengo sia assolutamente opportuno che non vengano creati ostacoli alla visione del futuro dell’AND, che non ci si opponga a questo tipo di esperienze. Indubbiamente non è semplice e ci sono detrattori, non tutti sono dalla mia parte.

Si può anche ignorare il consenso rispetto a questo tipo di difficoltà ma i programmi non sono una novità, sono una continuazione di quanto già programmato e svolto. Mi si può anche contrastare ma si deve prendere atto che l’Accademia vuole andare in questa direzione così come espresso dalla maggioranza la quale potrebbe eccepire il mio mancato rispetto dei programmi stabiliti; ho anche una responsabilità nei confronti della maggioranza.

Io sono tenuta a rispondere del mio programma elettorale, l’ho sempre seguito e ogni volta verificavo se mi stavo muovendo verso quella direzione stabilita.

Direttrice il suo programma di lavoro elettorale per il prossimo triennio va a confermare o integrare i famosi 7 punti contenuti nel precedente programma?

Migliorare SI:  la comunicazione, l’ascolto ed ampliare il processo di internazionalizzazione Quest’anno abbiamo accordi con quattro paesi extraeuropei su cui dobbiamo lavorare per tre anni, adesso mi accingo a realizzare un altro progetto con altri tre partner europei. Se questi progetti saranno approvati avremo ben sette opportunità per l’Accademia Nazionale di Danza.

Ci sono tanti altri progetti con l’obiettivo “Europa” per i quali l’AND corre veloce nella internazionalizzazione. Sottolineo, come già detto, che è una prosecuzione di quanto già posto in essere, nessuna novità. 

Direttrice, non c’è stato nulla di quei 7 punti che ha incontrato maggiori ostacoli al suo conseguimento?

Nessuno per me era sbagliato ma una cosa non sono riuscita ancora a concludere ma non perché non l’abbia voluta realizzare. Ci ho lavorato due anni e mezzo e molto probabilmente riusciamo a farcela; mi riferisco al decentramento dell’Accademia.

Pur lavorandoci intensamente mi è apparso poi chiaro che il MIUR non mi avrebbe concesso i necessari finanziamenti e quindi, non volendo agire sulla leva economica riguardante la retta degli studenti, ho condotto un altro tipo di politica e cioè sono stata inclusa all’interno di un vasto ed articolato progetto che – se riceve le approvazioni – è il preludio del decentramento. Con ciò intendo costituire corsi esterni all’Accademia, in altri qualificati siti; l’Accademia è unica e prestigiosa e noi dobbiamo rispondere alle aspettative e richieste di iscrizione che sono molto numerose. Vivere a Roma e frequentare l’AND impone un esborso economico a dir poco significativo. Per ottenere il decentramento perseguo una politica di alleanze e non di aggressività.

Ovviamente non è realizzabile in tempi brevi ma con il decentramento creiamo servizi e proposte per il territorio, mostriamo così di avere una visione lungimirante, l’Accademia Nazionale di Danza si apre verso l’esterno anziché rimanere confinata nella sua unicità.

La Direttrice Enrica Palmieri e l’Accademia Nazionale di Danza

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 Direttrice le vorremmo proporre una riflessione forse “politica” circa la mancanza di offerta formativa coreutica nelle scuole, quale è il suo pensiero?

 L’Arte coreutica non è stata mai inserita nel processo culturale. Se io vado a leggere la storia dell’Italia è pur vero che la danza nasce in Italia ma non è stata mai inserita nel processo di crescita culturale; la cultura italiana – di fatto – non è legata alla danza. È una semplice questione numerica. Mi spiego: quanti danzatori hanno contato nel mondo del lavoro? Ben pochi. Nelle scuole si conducono processi di acculturazione, di identità. Se dovessi pensare a personaggi famosi penso a Verdi a Michelangelo a Leonardo, dico quindi che necessita sviluppare un processo culturale sin dalle elementari, che la danza possa essere inclusa ma non a scapito della matematica, dell’italiano o di altre attività utili proprio per diventare “persona”. La danza deve affiancarsi e con le stesse attenzioni che vengono rivolte ad altri tipi di attività. Lo sport è utile, lo sport crea spirito comune cosa invece che la danza non crea, lo può creare se utilizzata in un certo modo ma è molto individualistica, crea un lavoro sull’ individuo, sul proprio corpo. Il calcio, dove ognuno ha un ruolo definito, rappresenta il gioco di squadra. Quando si mette in scena un balletto abbiamo il primo ballerino e il corpo di ballo e si crea così la squadra dove il gruppo rappresenta la cornice ed il primo ballerino esegue la prestazione artistica eccellente. La danza non è soltanto una esplosione di energie, che comunque avviene, ma è una esaltazione dell’anima, da una lezione di danza si esce sfinite ma contente, la danza è un sentimento molto personale.

Tornando alla sua precedente domanda relativa alla offerta formativa coreutica nelle scuole aggiungo che la nostra cultura si fonda sullo scritto, non c’è nulla che non passi attraverso uno scritto che esso stesso è un linguaggio; la musica è scritta, tutto è codificato. Da ciò è facile intuire il perché in Africa la danza rappresenta la storia dell’uomo, della tribù. La storia della tribù è tramandata attraverso la danza, che non è fondata sullo scritto. Ci sono danze che vengono rappresentate ogni 70 anni e i danzatori indossano dei copricapo alti 4 mt. con i quali eseguono movimenti molto difficili. I movimenti dei danzatori esprimono valori spirituali o legami tra le comunità: matrimoni, accordi tra le tribù ecc. e dai movimenti ed intrecci dei danzatori ne scaturisce un presagio.

Nulla è scritto, la storia è tramandata per via orale, la danza è l’unico strumento, è un linguaggio comune, crea identità culturale.

 Direttrice lei è chiamata ad altri impegni, cosa può dire a tutti coloro che “fanno danza”?

Di non dimenticare la propria libertà; la danza deve istruire alla libertà che non è una cosa dovuta. E’ la libertà di scelta ma con consapevolezza. Il messaggio più importante che io lancio è utilizzare pienamente questa libertà, farla divenire una sorta di guida quotidiana. Deve venire “da dentro”, la danza non è una finalità ma uno strumento che rende capace di affrontare le avversità con lealtà con rigore e con chiarezza.

Grazie Direttrice.

PH Federica Maria Bianchi tratte dal sito AND per finalità divulgative e non commerciali

L’Arte della Parola e dell’Arte Coreutica

L’Arte della Parola e dell’Arte Coreutica

 

 

L’Arte della Parola e dell’Arte Coreutica

Concorso Letterario e non solo: oltre alle tradizionali Sezioni previste per la Poesia, i Racconti, i Corti teatrali è presente la Sezione dedicata agli Articoli giornalistici e, novità assoluta, la specifica Sezione dedicata all’Arte Coreutica.

Molti scrittori, poeti, già si cimentano nella scrittura sul tema della Danza e – altrettanto – molti danzatori amano scrivere composizioni; da questa considerazione è scaturita la decisione di inserire la nuova Sezione Danza.

Gli scrittori “puri” saranno valutati solo in funzione delle qualità letterarie dell’opera mentre per i danzatori che svolgono attività di Danza verrà considerata sia la rispondenza dello scritto rispetto al tema che la qualità coreutica espressa nel breve video che viene richiesto.

Più in particolare al vincitore/vincitrice della Sezione Danza che svolge attività verrà attribuito un riconoscimento consegnato da un membro ufficiale del CID.

L’Arte della Parola e dell’Arte Coreutica

 

 

La Giuria sarà composta da scrittori, giornalisti, coreografi e docenti di danza per fornire una valutazione organica e complessiva delle opere.

Gli sponsor sono di pregevole profilo:

  • Il Teatro Barnum Gianicolense;
  • La Banca BCC Roma;
  • Concorsiletterari.net;
  • Accademia delle Arti

ai quali esprimiamo il nostro ringraziamento.

Abbiamo ragione di ritenere che, a breve, potremo fornire ulteriori anticipazioni relative a nuovi sponsor.

Nel ringraziare i concorrenti che ci seguiranno nel nostro Concorso Letterario edizione 2020 pubblichiamo il Regolamento comprensivo dell’allegato.

Grazie

L_ARTE DELLA PAROLA_REGOLAMENTO ED. 2020 _

Allegato_Arte_parola_2020