Il tuo 5×1000

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Il tuo 5×1000

Il tuo 5x1000

Con il tuo 5×1000 all’Associazione “LA MACINA ONLUS” hai la possibilità di sostenere una realtà seria ed in costante crescita con molti importanti progetti realizzati nel corso degli anni e tanti altri in cantiere per il futuro.

Il tuo aiuto è fondamentale per permettere che l’ottimo lavoro svolto fino ad oggi da tutto il gruppo possa continuare ancora a lungo; l’esperienza e il desiderio di darsi da fare non mancano di certo.

Sin dalla sua originaria costituzione nel 2007 e successivo sviluppo nel 2011, l’Associazione “LA MACINA ONLUS” ha portato avanti programmi di beneficenza e solidarietà rivolti a minori, anziani, disabili e bisognosi, offrendo assistenza a persone in difficoltà e, in alcuni casi, in fuga da situazioni pericolose e terribili.

Uno dei punti di forza è l’intenso e costante impegno in campo socio culturale; grazie al lavoro ed agli sforzi delle persone che operano all’interno dell’organizzazione sono stati realizzati molti spettacoli teatrali e musicali a Roma oltre ad eventi rivolti alla cittadinanza come incontri di quartiere, gare sportive amatoriali, concorsi artistici e letterari anche a carattere nazionale.

In aggiunta alle numerose attività in ambito solidale e culturale, l’Associazione “LA MACINA ONLUS” è  casa editrice di libri e del giornale “La Macina Magazine”, periodico online con iscrizione al Tribunale di Roma.

L’Associazione “LA MACINA ONLUS” è accreditata al Registro Nazionale Alternanza Scuola – Lavoro per lo svolgimento delle attività previste dalla Legge 107 del 2015 ed è Ente Ospitante accreditato con le Università La Sapienza e Roma 3 per lo svolgimento dei tirocini curriculari per il rilascio dei C.F.U. (Crediti Formativi Universitari)

Un piccolo contributo può fare un’enorme differenza per tante persone; sostenendo l’Associazione “LA MACINA ONLUS” con il tuo 5×1000 darai un prezioso aiuto a chi fa del bene.

Il tuo 5×1000 non è un ulteriore peso fiscale, è una tua preziosa scelta per aiutare la tutela della Cultura e dell’Arte in tutte le sue espressioni.

C.F. 97639460589

Grazie.

 

 

LA POESIA CONTRO IL FEMMINICIDIO

LA POESIA CONTRO IL FEMMINICIDIO

LA POESIA CONTRO IL FEMMINICIDIO

Molti poeti e scrittori hanno già dedicato il loro pensiero al triste fenomeno del femminicidio che, tutt’ora, insanguina le coscienze ed il cuore della nostra società.

Sono stati però singoli momenti di riflessione e che meritano, comunque, l’attenzione di tutti noi.

Ancora più meritevole è l’importante progetto condotto e concluso da Giambra Giancarlo, coordinatore del Gruppo Profumo di Vita e consigliere del World Union of Poets, di raccogliere in unica Antologia ben 58 opere poetiche di altrettanti autori che hanno condiviso con profonda intensità il forte messaggio di condanna della violenza sulle donne.

LA POESIA CONTRO IL FEMMINICIDIO

Ciascuna poesia esprime il sentimento di dolore, di repulsione che tutte le donne, unite, intendono trasmettere alla società ed alle Istituzioni affinchè non venga mai meno o si affievolisca la primaria attenzione che questa piaga necessita.

Il progetto, il primo nel suo genere considerata la qualità delle poesie e l’elevato numero di poeti partecipanti, ha inizialmente sofferto di prevedibili difficoltà che sono state superate grazie anche allo staff di coordinamento.

Un progetto di tale spessore artistico non poteva non essere magnificamente rappresentato da una copertina altrettanto magnifica e significativa

LA POESIA CONTRO IL FEMMINICIDIO

ed essere accompagnato, al suo interno, da alcuni dipinti che rappresentano “la figura femminile” vittima di soprusi.

Un particolare merito è rivolto ai pittori partecipanti che hanno saputo cogliere il profondo significato sociale che l’Antologia trasmette ed anche, di analoga importanza, il non comune previlegio di essere presenti su un “palcoscenico” che si apre al pubblico ed alle Istituzioni di riferimento non solo nei confini dell’Italia ma anche all’estero.

A tal proposito, qualora ci fossero pittori/pittrici sensibili nei confronti di questo tema possono rivolgersi a Giambra Giancarlo:

https://www.facebook.com/profumodivita.reasonjc

o alla pagina dedicata:

https://www.facebook.com/La-poesia-contro-il-femminicidio-359858344461499/

per conoscere eventuali possibilità di inserimento di dipinti ed i dettagli per la partecipazione.

L’Antologia verrà stampata entro breve tempo e, dopo le procedure legali di registrazione, sarà commercializzata al prezzo di Euro 13,50

Vi invitiamo a seguirci e seguire i riferimenti sopra citati.

8 MARZO

8 MARZO

8 MARZO

Nella ricorrenza della Giornata Internazionale della donna vogliamo promuovere un momento di riflessione e confronto sul perdurare ed aumentare, in maniera esponenziale, di tragici eventi di cui sono vittime ancora oggi le donne.

Fino a pochi anni fa il fenomeno era  sottovalutato e quasi ignorato per effetto di una secolare predominanza maschile, dalla atavica consuetudine che la donna, in quanto tale, aveva il destino di moglie, di mamma e “colf” all’interno del nucleo familiare, “destino” già programmato e designato senza vederle riconosciuto alcun altro merito o diritto come la dignità, la pari responsabilità familiare, la capacità intellettuale, la capacità di produrre reddito tramite la sua attività lavorativa al di fuori del proprio nucleo familiare.

Ciò, nella realtà, soggiogava la donna impedendone il suo equo e legittimo sviluppo.

Oggi, invece, il vecchio ordine patriarcale si può considerare definitivamente smantellato per effetto prima della rivoluzione femminista e, poi, di una profonda e meritoria presa di coscienza della società e dell’universo maschile.

8 MARZO

Un’opera altrettanto meritoria la si deve al Legislatore che, con la promulgazione della Legge 38/2009, ha reso più incisive le azioni di prevenzione e tutela delle donne. Prima della promulgazione della su citata Legge le violenze erano semplicemente considerate come “molestia e disturbo alle persone” punite con una semplice oblazione. Ulteriore passo in avanti, poi, lo dobbiamo alla successiva e fondamentale Legge 119/2013 che ne ha  radicalmente modificato l’approccio considerando -finalmente- gli atti di violenza contro le donne come reati contro la persona e stabilendo non solo interventi preventivi di tutela ma anche, e soprattutto, pene severissime.

Ha inoltre istituito  una virtuosa “rete” Istituzionale e trasversale (Commissariati P.S., Carabinieri,  ASL, Comuni, Associazioni, Centri Antiviolenza, Strutture Sanitarie) i cui interventi, in stretta comunicazione reciproca, accrescono la tutela preventiva e le azioni a supporto delle vittime.

La nostra coscienza civile ha ormai assimilato il concetto di uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità tra uomini e donne ma, ancora per troppi uomini, è difficile comprendere ed accettare l’autonomia femminile. Ecco quindi che, quasi quotidianamente, si registrano sempre più reati per Violenza di genere che annovera la violenza fisica, sessuale, le vessazioni  psicologiche, i ricatti economici, le minacce, le persecuzioni, lo stalking fino a sfociare nella forma più estrema quale è il femminicidio.

8 MARZO

Da notare che tutte le statistiche ufficiali rappresentano solo il 43% del fenomeno poiché solo il 43% delle vittime denuncia il reato subito.

8 MARZO

Questa scarsa propensione da parte delle vittime a denunciare il reato induce a considerare le motivazioni psicologico-sociali sottostanti tale atteggiamento e che si riferiscono principalmente:

  • al senso di colpa e di vergogna da parte della vittima;
  • all’assenza di adeguato supporto da parte del nucleo familiare;
  • al timore di ulteriori “rappresaglie” da parte del persecutore;
  • all’abitudine atavica a subire all’interno della famiglia (anche dal nucleo familiare d’origine);
  • alla mancata conoscenza dell’impianto legislativo a tutela della donna;
  • e , forse, alla scarsa fiducia verso le Istituzioni.

In virtù di tutto quanto sopra espresso, siamo spinti a proporre un diffuso momento di attenzione e riflessione sul tema “La violenza contro le donne” che ciascuno potrà arricchire con la propria competenza, esperienza e sensibilità.

 

Francesca “Wondy” Del Rosso

Francesca “Wondy” Del Rosso

 

Francesca “Wondy” Del Rosso

e la Mostra fotografica itinerante “Wondy sono Io”

“Sono Francesca ma alcuni mi conoscono come “Wondy”, giornalista, scrittrice, blogger e sperimentatrice, amo i viaggi intercontinentali e le sfide.”

 Nella Sala Museale del Baraccano, a Bologna, grazie all’Associazione Loto Onlus, con il patrocinio del Comune di Bologna – Quartiere Santo Stefano – si è tenuta fino al 4 febbraio la prima tappa in Emilia Romagna della Mostra fotografica itinerante di “Wondy sono Io”.

Ad aprire l’evento è stato l’Assessore al Comune di Bologna, Marco Lombardo, la Presidente dell’Associazione Dr.ssa Balboni e la Psicologa Margherita Galli.

Francesca “Wondy” Del Rosso

Il percorso è composto da quindici tavole che raccontano il viaggio di una scrittrice e giornalista, Francesca “Wondy” Del Rosso durante un tumore al seno che l’ha rapita alla sua famiglia l’11 dicembre 2016.

La mostra fatta di immagini e testi racconta i suoi veri viaggi con la famiglia ma, soprattutto, le tappe del suo vissuto con l’”alieno” in corpo (termine con cui Oriana Fallaci definiva il cancro).

Il best seller editoriale, “Wondy. Ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro”

edito da Rizzoli, raggiunge e catalizza l’attenzione del lettore suscitando commozione ma, soprattutto ammirazione, per l’atteggiamento da perfetta “resiliente” avuto da Francesca nei confronti della malattia.

Lei non c’è più ma, tramite il libro, le tavole esposte in tutta Italia e le testimonianze del marito – Alessandro Milan – a tutti noi rimane la convinzione che per non essere malati è basilare non sentirsi ammalati.

I convenuti all’evento hanno regalato a Francesca la loro attenzione, l’ammirazione per il suo coraggio e, ne sono convinta, il loro ricordo.

Sono stati letti degli spezzoni del libro di Francesca ed altri brani tratti dal volume ”La voglio gassata”, scritto dalla Prof.ssa Caterina Guttadauro La Brasca, tutti intensamente letti dalla stessa Scrittrice.

Francesca “Wondy” Del Rosso

Un libro, quello di Francesca “Wondy” Del Rosso, che tratta ampiamente l’argomentazione della Resilienza in un caso analogo ma più fortunato. Resilienza è una parola molto in voga che spiega la modalità di affrontare la malattia, gli ostacoli, la sofferenza e tutto ciò che questo comporta.

L’Associazione “Wondy sono Io” fondata dal marito di Francesca, Alessandro Milan, insieme a Francesca Ravelli e alla collega Alessandra Tedesco ha lo scopo di spiegare e diffondere il significato della parola Resilienza, riferita a tutte le infauste avventure della vita, quindi d’interesse comune.

E proprio un’altra Associazione bolognese la Loto Onlus (Loto è un’associazione no profit che nasce con il preciso intento di colmare un vuoto informativo e di consapevolezza sul carcinoma dell’ovaio) si è fatta carico di allestire questa Mostra aperta a tutti per divulgare il messaggio di Francesca.

Un cancro che Lei combatte, con tutte le sue forze, senza perdere la voglia di vivere, cercando di mantenere la felicità negli occhi dei suoi bimbi, raccontando loro la malattia aiutandosi con la fantasia e restando ben ancorata alla sua vera arma, un’arma che Wondy tiene stretta e difende anche dal cancro: l’ironia.

Wondy è madre di due figli e una madre sa che non può arrendersi quando si trova dinanzi ai loro occhi smarriti  che vivono qualcosa più grande di loro.

Wondy è la forza di una mamma che, nel cuore della notte, vede il suo ometto che va da Lei perché non riesce ad abbandonarsi a sogni belli come devono essere i sogni dei bambini:

“perché non dormi?” gli chiede.

“mamma, devo chiederti una cosa”

“dimmi e poi vai a nanna”

“se tu muori, come faccio a trovare la strada?”.

Francesca, col cuore a pezzi, a maggior ragione continua a lottare, come un soldato, senza far pesare su nessuno quello che veramente vive.

“Wondy è stata sconfitta”.

Sì, ha perso la guerra, ma ha vinto tante battaglie.

E soprattutto ha insegnato a tante donne e uomini il coraggio; il coraggio di lottare con il sorriso, di strappare pezzi di vita, di radersi la testa dopo la chemio ma essere sempre bellissima.

Grazie Francesca, c’è adesso un pezzetto di te in ogni donna, in ogni mamma che ti legge, non sei morta invano.

Grazie anche ad un “grande” marito che ha la forza di silenziare il suo dolore o quantomeno di trasformarlo in tante iniziative che dichiarano e rinnovano il suo amore e la sua ammirazione per una Donna che è la sua Donna, ormai organo vitale della sua Vita.

Francesca “Wondy” Del Rosso

Francesca “Wondy” Del Rosso: schietta, sincera, combattiva, ironica, creativa. Un vulcano.

 Ringraziamo la Prof.ssa Caterina Guttadauro la Brasca, scrittrice, presente all’evento.

 

 

 

MADRE TERESA DI CALCUTTA – IL SORRISO DI DIO

MADRE TERESA DI CALCUTTA - IL SORRISO DI DIO

MADRE TERESA DI CALCUTTA – IL SORRISO DI DIO

Ha vissuto tutta la sua vita regalando a tutti un sorriso soprattutto là dove c’era il dolore più grande, la malattia più grave, la miseria più nera. Senza arretrare mai dinanzi ai potenti ai quali chiese sempre aiuto per i derelitti, gli ultimi, come li chiamava Lei.

Parliamo di una piccola donna ma talmente Grande che il mondo quando lei lo lasciò, si senti orfano e ingiustamente colpito. Parliamo di Agnese Gonxha, figlia di un droghiere albanese, nata nel 1910 nella cittadina macedone di Skopje, ma da tutti conosciuta come Madre Teresa di Calcutta.

MADRE TERESA DI CALCUTTA – IL SORRISO DI DIO

Entrata nel 1928 nella congregazione delle Suore di Loreto (irlandesi), venne inviata a Dajeeling, in India. Questa terra diventa la sua patria perché li si compie il suo destino, comprende lo scopo per cui è venuta al mondo e inizia un percorso che la porterà alla grandezza che non ha pari e che si conquista solo con l’amore per chi è solo, ammalato, per coloro che per tetto hanno solo il cielo.

A trentasette anni, Suor Teresa indossa per la prima volta un “sari” (veste tradizionale delle donne indiane) bianco di un cotonato grezzo, ornato con un bordino azzurro, i colori della Vergine Maria. E’ con il suo aiuto che diventerà la Madre in terra di coloro che non ne hanno una, di chi è steso sui marciapiedi, scansato perché lebbroso, che considera la morte una liberazione.

MADRE TERESA DI CALCUTTA – IL SORRISO DI DIO

Madre Teresa comincia a cercarli, a considerarli uomini e trova il coraggio di bussare alla porta dei potenti della terra per chiedere medicine, generi di prima necessità e, soprattutto, un posto dove poterli raccogliere e curare. La sua abitazione è una baracca sterrata e lì porta quelli che non sono accolti negli ospedali.
Durante l’inverno del 1952, un giorno in cui va cercando poveri, trova una donna che agonizza per la strada, troppo debole per lottare contro i topi che le rodono le dita dei piedi.

MADRE TERESA DI CALCUTTA - IL SORRISO DI DIO

La porta all’ospedale più vicino, dove, dopo molte difficoltà, la moribonda viene accettata. A Suor Teresa viene allora l’idea di chiedere all’amministrazione comunale l’attribuzione di un locale per accogliervi gli agonizzanti abbandonati. Questa Madre degli ultimi comincia ad essere conosciuta ed altre giovani donne la raggiungono per aiutarla in questa sua missione quasi impossibile.

MADRE TERESA DI CALCUTTA – IL SORRISO DI DIO

La sua speranza è togliere i lebbrosi, i suoi figli prediletti come li definisce, dagli slum. Va ogni giorno a trovarli e curarli nelle loro misere baracche ma spera di costruire per loro una città. La fatica non la spaventava, la dignità nel chiedere per chi era abbandonato ad una sicura morte la rendeva grande al pari dei potenti.

Lei non possedeva altro che la veste che divenne la veste delle Missionarie della Carità e la prima casa viene aperta a Cocorote in Venezuela, è il primo luglio del 1965. Così dove c’era sempre stato il dolore nacque la speranza, alla morte viene data la dignità che questo ultimo momento di vita merita, i bimbi di nessuno diventano tutti suoi figli.

MADRE TERESA DI CALCUTTA - IL SORRISO DI DIO

L’aborto è il più grande distruttore di pace oggi al mondo – il più grande distruttore d’amore. Se non volete i vostri figli non uccideteli ma dateli a me. Distruggere una Vita con l’aborto è omicidio, anzi peggio di ogni altro assassinio. Poiché chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo e il più misero della razza umana, e la sua Vita dipende dalla madre – dipende da me e da te – per una Vita autentica. Se il bambino non ancora nato dovesse morire per deliberata volontà della madre, che è colei che deve proteggere e nutrire quella Vita, chi altri c’è da proteggere? Questa è la ragione per cui io chiamo i bambini non ancora nati, i più poveri tra i poveri”

MADRE TERESA DI CALCUTTA - IL SORRISO DI DIO

Ecco perché nel viso di Madre Teresa c’era una luce disarmante che conquistava tutti e che le è valso il Premio Nobel per la Pace.

Nel suo lavoro c’era il rispetto per la persona, il valore e la dignità di ciascuno. Ricordiamoci quando incontriamo chi ha bisogno di noi che. AMARE QUALCUNO significava  vedere un MIRACOLO invisibile agli altri. Da tutto questo è nata la Città della Gioia, da una Donna che era il sorriso di Dio.

Ringraziamo la Dott.ssa Caterina Guttadauro La Brasca

MADRE TERESA DI CALCUTTA – IL SORRISO DI DIO , gli ultimi sono i suoi figli prediletti.