Pena di morte

Il 6 aprile 2016 Amnesty International – l’organizzazione non governativa internazionale che promuove il rispetto dei diritti umani – ha diffuso i dati riguardanti la “Pena di morte” dove sono presentati i terribili numeri di condanne ed esecuzioni avvenute nel 2015.

La ONG, fondata nel 1961 e vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 1977, è impegnata da sempre nella lotta contro le violenze, le torture e le esecuzioni capitali che vengono perpetrate in tutto il mondo.

Uno degli scopi della Mission di Amnesty International è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale su questi temi ricorrendo alla realizzazione e diffusione di campagne informative, di inchieste e ricerche.

Quest’ultimo studio sulla “Pena di morte” presenta molte luci ma ancora, purtroppo, moltissime ombre.

Per la prima volta nella storia i paesi che non prevedono l’esecuzione capitale per alcun tipo di reato e che si possono definire “abolizionisti” rappresentano la maggioranza rispetto a quelli dove ancora vige l’ignominiosa “Pena di morte”; 102 nazioni hanno ormai messo al bando questa infamia umana.

L’inversione di tendenza è dovuta alla illuminata decisione attuata da quattro stati (Suriname, Madagascar, Fiji e Repubblica del Congo) che nel 2015 hanno abolito la “Pena di morte”.

Nel corso del 2016 anche la Mongolia si aggiungerà alla lista dei paesi “abolizionisti”.

Di contro, ed è questo il dato allarmante, il numero di esecuzioni in tutto il mondo registra una escalation drammatica ed infatti, nel 2015, sono stati giustiziati più di 1.634 prigionieri, più del doppio rispetto a quelli uccisi nel 2014.

Era da ben 27 anni che Amnesty International non registrava queste inquietanti cifre.

Il preoccupante aumento è legato soprattutto al Pakistan, all’ Arabia Saudita e all’ Iran, i paesi che più spesso ricorrono alle condanne a morte per punire chi viene riconosciuto colpevole di reato.

L’89% delle esecuzioni registrate da Amnesty International nel 2015 si sono svolte proprio in questi tre stati.

L’Iran guida la macabra classifica con 977 persone mandate al patibolo, ben 234 in più rispetto al 2014.

Oltre a questo terribile primato, l’Iran è anche l’ultimo stato al mondo che, violando il diritto internazionale, ancora oggi prevede la “Pena di morte” per i minori.

Il decreto per l’abolizione esiste dal 2004 ma non è stato mai applicato dalle istituzioni iraniane. Secondo la ricerca di Amnesty International nel 2015 quattro persone di età inferiore ai 18 anni sono state giustiziate a Teheran.

In Pakistan le persone uccise sono state 320 ed in Arabia Saudita 158, con un aumento del 76% rispetto al 2014.

Molte condanne a morte sono state emesse per reati che il diritto internazionale non riconosce come gravissimi; nei paesi più “attivi” ci sono stati detenuti portati al patibolo anche per reati di corruzione, adulterio e traffico di droga.

D’altronde ogni paese è sovrano e nulla gli si può imporre; solo la voce unitaria della comunità internazionale potrebbe percorrere l’unica via possibile: il dialogo per indurli alla riflessione.

La ricerca svolta dalla ONG non comprende però i dati sulla Cina che tratta questo tipo di informazioni come segreto di stato.

Il gigante asiatico, non a caso, è da sempre citato dalle ONG per gli abusi e le inadempienze riguardanti la salvaguardia e lo sviluppo dei diritti umani e delle libertà personali.

L’unico paese in Europa dove ancora giuridicamente vige la “Pena di morte” è la Bielorussia ma è corretto sottolineare che, nel 2015, nessun detenuto è stato giustiziato.

Dati incoraggianti vengono dall’Africa Subsahariana, dove il numero delle condanne emesse si è drasticamente ridotto; dalle 909 del 2014 alle 443 del 2015.

Il trend positivo si registra anche nelle Americhe, dove ormai quasi tutti gli stati hanno abolito le esecuzioni capitali tranne Trinidad e Tobago e U.S.A.

Negli Stati Uniti d’America ci sono state 28 esecuzioni – il numero più basso da 25 anni ad oggi – e 52 nuove condanne.

Amnesty International fotografa un mondo spaccato in due; sono stati compiuti importanti passi avanti ma, nonostante questo, sono ancora troppi i paesi che restano sordi ai richiami delle Associazioni e delle Istituzioni mondiali per il rispetto dei diritti umani.

Sono necessari maggiori sforzi ed importanti cambiamenti culturali per mandare definitivamente in pensione i boia di tutto il mondo e cancellare per sempre la “Pena di morte”.

Il processo di sensibilizzazione contro la “Pena di morte” è ormai iniziato, è irreversibile, il mondo intero abolirà la “Pena di morte”; è solo una questione di tempo.

 

Giuseppe Loris Ienco

Gallieno Ferri, il padre del fumetto italiano

Il 2 aprile 2016 sarà ricordato come un giorno triste per il fumetto italiano: a 87 anni è scomparso il disegnatore “Gallieno Ferri”, vero e proprio gigante dei comics nostrani.

Il noto fumettista si è spento nella sua casa di Genova poche settimane dopo il suo ultimo compleanno e circondato dall’affetto dei suoi quattro figli. La notizia della morte è stata diffusa dal sito web della “Sergio Bonelli Editore”.

Gallieno Ferri, nato nel capoluogo ligure il 21 marzo 1929, cominciò la carriera da fumettista a soli 19 anni dopo aver lavorato per un breve periodo nella professione per la quale aveva studiato: il geometra.

Nel 1949 produce i primi disegni per l’editore Giovanni De Leo, per il quale realizza – firmandosi con lo pseudonimo “Fergal” – le serie d’avventura “Piuma Rossa”, “Il Fantasma Verde” e “Maskar”, il cui protagonista è un eroe ispirato ai fumetti di “Fantomas”.

Negli anni ‘50 “Gallieno Ferri” collabora soprattutto con il francese Pierre Mouchott, proprietario della casa editrice “S.E.R.”

Si specializza nel western affermandosi al di là delle Alpi con i disegni di personaggi come Thunder Jack, Kid Colorado e Tom Tom.

A metà decennio il ritorno in Italia con le prime storie sul “Vittorioso”, leggendaria rivista di fumetti che ancora è nel ricordo di molte generazioni e pubblicata dalla “AVE” dal 1937 al 1970.

Nel 1961 la vera e stravolgente svolta nella carriera di “Gallieno Ferri”; il disegnatore genovese entra infatti a far parte della più grande casa editrice di comics italiana, la “Sergio Bonelli Editore” che – all’epoca – era nota con il vecchio nome “Edizioni Araldo”.

“Sergio Bonelli Editore” venne fondata a Milano nel 1940 da Gian Luigi Bonelli, noto soprattutto per essere il papà del western “Tex” che ancora oggi risulta il fumetto italiano di maggior successo di sempre.

Uscito in edicola nel 1948 le vicende del ranger Tex Willer e dei suoi tre compagni di avventura – i cosiddetti pards – ancora oggi appassionano migliaia di lettori di tutte le età.

La casa editrice milanese è una vera e propria potenza inavvicinabile nel mondo dei comics italiani con milioni di albi venduti ogni anno. Tra i personaggi più noti della “Bonelli” vi sono il già citato Tex Willer e Dylan Dog, Martin Mystère, Nathan Never, Mister No e Zagor.

Quest’ultimo nasce nel 1961 da un’idea di Guido Nolitta – lo pseudonimo usato da Sergio Bonelli (figlio del fondatore Gian Luigi Bonelli) nei suoi lavori da sceneggiatore di fumetti – e dello stesso “Gallieno Ferri”.

Zagor viene pensato come un’alternativa a Tex, meno seria e più adatta ai bambini. L’ambientazione è sempre western ma vi sono anche forti tinte fantastiche ed una grande dose di umorismo garantita soprattutto dal messicano Cico, l’esilarante spalla del protagonista Zagor.

“Gallieno Ferri” contribuisce pesantemente al successo di “Zagor” realizzandone graficamente i personaggi e il mondo nel quale si svolgono le avventure dell’eroe noto anche come “Lo spirito con la scure”.

L’artista genovese realizza anche i disegni del primo numero e di ben 115 copertine per “Mister No”, altro storico fumetto bonelliano stampato dal 1975 al 2006.

Dopo 55 anni dalla nascita, “Zagor” è ancora oggi pubblicato mensilmente e ha superato da poco l’invidiabile traguardo dei 600 albi usciti in edicola. Tutte le copertine sono state realizzate da “Gallieno Ferri” che, nonostante l’età avanzata, ha continuato a lavorare per la “Bonelli” fino al giorno della scomparsa. Dai prossimi numeri un altro disegnatore prenderà il suo posto.

La scomparsa di “Gallieno Ferri” lascia un vuoto incolmabile tra tutti gli appassionati di fumetti italiani e bonelliani ma i suoi disegni, però, non saranno mai dimenticati da chi è cresciuto leggendo “Zagor”.

Giuseppe Loris Ienco

Maratona di Roma

Domenica 10 aprile 2016 torna, dalle ore 8:40 del mattino, la “Maratona di Roma”.

L’importante evento sportivo della Capitale è organizzato dall’Italia Marathon Club guidato dal Presidente Enrico Castrucci ed è certificato con la “IAAF Road Race Gold Label”.

Tale prestigiosa certificazione include tutte le gare podistiche più importanti del mondo svolte con il patrocinio della IAAF, l’Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera.

Questa 22° edizione, con partenza e arrivo in Via dei Fori Imperiali, prevede un percorso di 42 km e verranno affrontati 77 cambi di direzione; saranno necessarie quasi otto ore per completare la corsa.

I corridori avranno la fortuna di attraversare tutte le vie e le piazze più belle della Capitale tra le quali Largo di Torre Argentina e Piazza di Spagna. In tutto saranno circa 500 i luoghi e i monumenti celebri interessati dalla manifestazione sportiva.

I numeri della gara competitiva della “Maratona di Roma” di quest’anno sono da record: gli organizzatori riferiscono di 16.764 partecipanti con un incremento del 10% rispetto all’edizione precedente.

La categoria più affollata è quella degli uomini con 13.374 atleti in pista.

Le donne saranno molte di meno: 3.390 le partecipanti che si contenderanno la vittoria.

Una novità importante della 22° edizione della “Maratona di Roma” è l’introduzione della nuova procedura delle partenze denominato “Start a onde”: gli atleti iscritti nelle diverse categorie partiranno infatti ad ondate susseguenti tra loro per mantenere l’ordine di svolgimento della gara e evitare disagi legati ad una massiccia partenza unica e generale; tale nuova procedura si è resa necessaria in considerazione del gran numero dei partecipanti.

I primi a prendere il via saranno i paraciclisti guidati dall’ex pilota di Formula 1 e atleta di primissimo piano nelle gare della Formula Indy in USA, Alex Zanardi.

Ricordiamo che proprio in occasione di una gara di Formula Indy il grande Alex Zanardi fu vittima del terribile incidente che lo vide vittima e gli tolse l’uso degli arti inferiori.

La sua immensa forza di volontà vinse il dolore, il senso di nullità e la rassegnazione; Alex è tornato a cimentarsi nello sport in molte specialità ed ha conquistato anche il titolo di campione olimpionico di Handbike.

Torniamo alla “Maratona di Roma” ed ai suoi numeri: ci saranno 9.251 italiani e 7.513 podisti stranieri per ben 115 diverse nazionalità rappresentate in pista: moltissimi saranno i francesi con 1.984 atleti seguiti dagli inglesi con 1.010

Tutti correranno attraverso le strade della Città Eterna che saprà accoglierli mostrando il suo massimo splendore.

Sono cifre molto importanti che hanno impressionato e fatto tremare i polsi anche al Comitato Organizzatore che temeva, infatti, un netto calo di partecipanti considerando il periodo difficile che l’Europa sta attraversando dopo gli attentati di Parigi e Bruxelles.

Il terrorismo non ha però spaventato gli sportivi e, al contrario di ogni previsione, la partecipazione al grande evento si preannuncia massiccia anche per quanto riguarda spettatori e sportivi non professionisti.

Sono infatti impressionanti anche i numeri della parte non competitiva della Maratona – aperta a tutti e senza classifica – denominata “Roma Fun Run”: ben 80.000 appassionati correranno questa Maratonina di 4 km fino al traguardo fissato al Circo Massimo.

Qui sarà allestito il “Roma Fun Village” – con aree di ristoro e parco giochi per i più piccoli – all’interno del quale si terrà anche il Festival Folkloristico Internazionale, uno dei 42 eventi musicali e culturali che si svolgeranno all’interno del più grande contenitore/evento “Maratona di Roma”.

La “Roma Fun Run” prenderà il via subito dopo la partenza delle gare ufficiali dando la possibilità a tutti i cittadini romani ed ai turisti di immergersi nel centro storico di Roma che, per l’occasione, resterà chiuso al traffico delle auto per tutta la durata della manifestazione.

Un ulteriore buon motivo per non perdersi questa attesissima 22° edizione della “Maratona di Roma”.

Giuseppe Loris Ienco

Stress scolastico

La notizia non è certamente una novità ma i dati diffusi il 28 marzo 2016 dal rapporto quadriennale sulla salute ed il benessere dei giovani, realizzato dall’ufficio europeo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), confermano una triste verità: lo “Stress scolastico” è ancora diffusissimo ed in preoccupante crescita tra gli studenti.

La ricerca dell’OMS fa riferimento ai dati raccolti nel triennio 2013 –  2015 ed ha coinvolto i giovani nella fascia di età tra gli 11 e i 15 anni.

In Italia i numeri sono più preoccupanti rispetto al resto dell’Europa tuttavia i dati relativi al Belgio, al Portogallo e all’ Ungheria dovrebbero imporre una immediata riflessione ed un rapido avvio di una azione correttiva.

Più i ragazzi crescono meno hanno voglia di studiare; tra gli undicenni solo il 26% delle studentesse ed il 17% dei colleghi maschi afferma di essere felice di andare a scuola.

Con gli adolescenti, cioè con i quindicenni, va ancora peggio: la scuola piace solo al 10% delle ragazze e all’8% dei ragazzi.

Sono numeri lontanissimi da quelli riscontrati presso i giovani liceali armeni ed albanesi che vantano un sorprendente amore verso la scuola tanto da meritare il titolo di “primi della classe” in Europa; quasi il 68% delle studentesse ed il 48% dei colleghi studenti registrano un positivo rapporto con il sistema di insegnamento.

Uno dei motivi della disaffezione verso la scuola, in Italia, è probabilmente dovuto allo “Stress scolastico”: ne soffre ben il 72% delle ragazze di 15 anni ed il 51% dei ragazzi della stessa età.

La pressione è avvertita anche dai più piccoli; risulta infatti che un undicenne su due soffre per una scuola considerata troppo faticosa.

Le cause di “Stress scolastico” sono numerose: dal carico di studio ritenuto eccessivo alla preoccupazione per i compiti in classe, dalle interrogazioni ai cattivi rapporti con compagni e professori.

Tutto ciò affievolisce le motivazioni dello studente.

Lo “Stress scolastico” può portare a conseguenze dannose – a livello psichico e fisico – per il giovane in crescita: depressione, nervosismo, mal di testa e dolori addominali sono i disturbi più diffusi tra i ragazzi che non vivono serenamente nell’ambiente scolastico.

Per il professore Franco Cavallo, Ordinario di Epidemiologia dell’Università di Torino che ha curato i dati italiani raccolti dalla ricerca dell’OMS, una soluzione efficace potrebbe essere quella di riformare e “ritarare” i programmi scolastici che sono ancora legati a un modello di insegnamento ritenuto ormai superato.

Di fondamentale importanza è anche il ruolo dei genitori: il loro rapporto con gli insegnanti e le pressioni che alcune volte maldestramente esercitano sui figli possono condizionare il lavoro e la serenità degli studenti, soprattutto quelli frequentanti gli istituti superiori.

Lo stress condiziona, conseguentemente, l’andamento scolastico dei giovani italiani: solo il 50% delle quindicenni ed il 39% dei coetanei maschi consegue votazioni considerate buone o eccellenti.

A poco serve la solidarietà e l’aiuto tra compagni di classe per migliorare la situazione: il supporto tra colleghi è solamente “percepito” dal 75% degli studenti di scuole elementari e medie ma vediamo che il dato scende al 60% quando si affronta la scuola superiore.

L’approfondita ricerca svolta dall’OMS, i cui dati abbiamo necessariamente sintetizzato, dovrebbe indurre il sistema scolastico e tutti gli attori coinvolti (insegnanti, alunni e famiglie) ad approcciare con modalità differenti l’universo scuola che deve essere un luogo dove crescere ed imparare senza però perdere benessere e serenità.

Perseguendo l’obiettivo di trasmettere cultura e conoscenza nel benessere e nella serenità avremo le nuove generazioni capaci di gestire con equilibrio e saggezza il nostro supremo bene: “la res pubblica”

Giuseppe Loris Ienco

CinemaDays

Anche quest’anno, dopo il grande successo dell’anno scorso, torna l’iniziativa “CinemaDays”.

Da lunedì 11 a giovedì 14 aprile i biglietti del cinema costeranno di meno: tre euro per tutti i film in formato tradizionale e cinque per quelli proiettati in 3D.

L’iniziativa “CinemaDays” è promossa dalle associazioni dell’industria cinematografica ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), dall’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive) e dall’ANEM (Associazione Nazionale Esercenti Multiplex) con il sostegno dalla Direzione Generale Cinema del MiBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo).

La precedente edizione di “CinemaDays”, che si è svolta tra il 12 e il 15 ottobre 2015, fece registrare numeri da record: quasi due milioni di persone si recarono nelle oltre duemila sale cinematografiche aderenti all’iniziativa. In quei quattro giorni furono incassati 5 milioni e 580mila euro; un incremento di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

L’obiettivo delle Associazioni promotrici di “CinemaDays” è quello di riportare il pubblico ad affollare i cinema. Il settore è sempre più in crisi soprattutto a causa del costo dei biglietti: in alcuni casi, per guardare un film in 3D, si arriva a spendere anche più di dieci euro.

Questa edizione di “CinemaDays” registrerà un aumento di partecipazione delle sale cinematografiche aderenti; saranno infatti 2500 in tutta Italia.

A Roma e provincia più di cinquanta cinema ridurranno il costo dei biglietti di ingresso nel periodo 11/14 aprile; parteciperanno all’iniziativa tutti i multiplex del circuito The Space e UCI oltre alle storiche sale quali il Farnese a Piazza Campo de’ Fiori, l’Adriano a Piazza Cavour e il Barberini a Piazza Barberini.

Il pubblico che si recherà al cinema nei giorni della promozione avrà la fortuna di assistere ad alcune tra le prime visioni più attese della stagione.

Tra le tante uscite delle prime settimane di aprile, infatti, sono previste quelle del nuovo film del comico inglese Sacha Baron Cohen Grimsby – Attenti a quell’altro e la nuova versione del classico Disney Il libro della giungla.

Le pellicole per le quali si prevede maggior partecipazione saranno sicuramente il cartone animato Kung Fu Panda 3, della DreamWorks Animation, ed il colossal fumettistico Batman v Superman: Dawn of Justice, entrambi già in programmazione.

Sicuri di ottenere un nuovo successo i rappresentanti delle Associazioni dell’industria cinematografica hanno assicurato che una nuova edizione di “CinemaDays” è prevista per l’autunno del 2016.

In futuro l’iniziativa dovrebbe essere estesa a tutto il corso dell’anno con l’introduzione del biglietto a tre euro per un giorno fisso a settimana.

Nel frattempo aspettiamo con entusiasmo questa nuova edizione di “CinemaDays” per godersi quattro giorni di grandi film e, perché no, godere di un importante risparmio economico.

Giuseppe Loris Ienco