Luciano Cannito e lo staff degli Oscar della Danza

Oscar della danza

Luciano Cannito e lo staff degli Oscar della Danza

Ciò che noi ammireremo nella giornata di svolgimento dell’evento di domenica 29 ottobre 2017 è la meritata conclusione di una lunga, intensa e certosina attività di preparazione che si snoda e si avvale di risorse altamente professionali con una lunga esperienza nello specifico campo dell’attività coreutica e dello spettacolo.

Lo Staff è saldamente unito da comuni legami : la passione per la danza, la volontà di proporre una nuova visione del “danzare” che si è posto l’Oscar della Danza che non è la tradizionale passerella di personaggi-immagine come invece siamo ormai abituati ad assistere. E’ una visione ed una proposta innovativa, che punta ai giovani, a tutte le espressioni coreografiche nelle più varie declinazioni perché la danza è una ed una sola, un talento che sa danzare, che sa danzare veramente, e che muove il suo corpo in un modo straordinario, noi lo troviamo in qualsiasi stile, anche in quello più strano e diverso”

Con i precedenti nostri articoli di presentazione:

https://www.lamacinamagazine.it/oscar-della-danza/

https://www.lamacinamagazine.it/oscar-della-danza-2/

ed il recente articolo dedicato ai 2 presentatori

https://www.lamacinamagazine.it/oscar-della-danza-brescia-strabioli-conduttori/

abbiamo anticipato ciò che potremo ammirare; ora conosciamo meglio il lavoro “invisibile” e, forse, non opportunamente considerato dal grande pubblico e cioè l’intero Staff dell’Oscar della Danza e delle realtà operative che lo rendono possibile

Come non citare e rendere il giusto merito alla lungimiranza di Cinecittà World che ha fortemente voluto la realizzazione di questo spettacolare ed importante evento rivolgendosi al grande Maestro Luciano Cannito?

Luciano Cannito

Luciano Cannito (Direttore Artistico)

La direzione degli Oscar della Danza è affidata ad un nome di rilievo nel mondo della danza internazionale: Luciano Cannito. Ha diretto il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli e quello del Teatro Massimo di Palermo; i suoi lavori sono stati rappresentati in prestigiosi teatri e festival di tutto il mondo: New York, Montreal, Ankara, Tel Aviv, Bordeaux e ancora Nizza, Hong Kong, Mosca. Proprio con la prestigiosa Accademia del Bolshoi della capitale russa collabora dal 2015.

Con queste parole, espresse in un video pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale dell’evento, è stato Cannito stesso ad invitare i promettenti ballerini e ballerine a non lasciarsi sfuggire questa grande occasione offerta dall’Oscar della Danza:

“Questa è un’opportunità per tutti quelli che vogliono farsi vedere, avere un momento importante di visibilità e di confronto. Ci sono personaggi del cinema, della televisione, manager, produttori, direttori di compagnie di danza. Non è facile essere visti da tante persone così importanti nello stesso momento. Non succede tutti i giorni.”

Al fianco del Maestro troviamo gli altri “Capitani Coraggiosi” perché tali bisogna essere per proporre questo evento audace e che segna un punto di svolta a cui, da ora in poi, si farà riferimento.

Vediamoli insieme:

Magic Island Entertainment

Il tratto caratteristico di Magic Island Entertainment è la passione, la cultura dell’arte coreutica, la forte volontà di avvicinare e coinvolgere il pubblico in uno spettacolare evento di danza che sa declinare tutti gli stili e tutte le coreografie conferendo ad esse pari dignità artistica.

La maestosa location del Teatro 1 a Cinecittà World non sarà soltanto un palcoscenico su cui danzare ma sarà IL palcoscenico che ciascun artista manterrà per sempre nella sua memoria come una prestigiosa esperienza formativa.

SANZASi

E’ tra le più importanti ed affermate realtà nel panorama italiano ed estero che dal 1990 diffonde la cultura della danza ed organizza concorsi, eventi, corsi ed è il punto di riferimento qualificato per tutti i professionisti, gli allievi e gli appassionati.

Vi invitiamo a visitare il suo sito tramite il link: http://www.danzasi.it/

Luana Luciani (Produzione)

Luana Luciani

è il cuore pulsante e si occupa dell’organizzazione dei concorsi, delle manifestazioni, degli eventi per molti dei quali partecipa in qualità di giurato. Luana ha realizzato, tra gli altri, l’EDC Extreme Dance Championship, l’International Choreographic Competition, Spettacoli di Danza Metropolitana ed altri Festival e rappresentazioni in Italia.

DanzaSì è una realtà presente e fortemente radicata che ha segnato e continua a segnare il mondo della danza in Italia: ogni mese con il suo magazine, ogni anno con il suo concorso, ogni volta che nel mondo della danza accade qualcosa di cui dare notizia.”

Monica Ratti (Produzione)

Monica Ratti

la sua presenza così come quella di Luana Luciani, è sicuro indice di alta professionalità ed esperienza acquisita in anni di attività nel mondo della danza.

Monica ha collaborato con Vittoria Ottolenghi, Vittoria Cappelli, Renato Greco, Simona Marchini. Ha realizzato, nella veste di autrice, molte puntate della trasmissione “Un mondo a colori” ed il programma “Hip Hop Generation” in onda su RAI 3.

Critico di danza e giurato in vari eventi, editore di Dance & Culture

Con la sua esperienza e vivacità ha realizzato Convention, Festival, Sfilate e Corsi.

Esperta di Politiche Giovanili si occupa del movimento Hip Hop.

Monica Ratti collabora con DANZASi ed insieme a Luana Luciani ha ideato l’ambito Concorso DANZASi giunto quest’anno alla XXII Edizione

Fabrizio Pontani (Produzione)

Fabrizio Pontani

Manager e organizzatore di serate, eventi, manifestazioni sportive e di danza. Direttore commerciale per società di pubblicità e gestore della scuola di danza a Roma “Maison de la Danse”.

Guido Sancilio (Produzione)

Guido Sancilio

Fotografo di moda e pubblicità, laureatosi in Scienza della Comunicazione, nel 2001 ha iniziato da subito la sua avventura con la fotografia.

Dalla moda alla pubblicità ha realizzato campagne per alcune delle più importanti aziende italiane, come Telecom, Poste Italiane, Alitalia, Air One, IperCoop, Onyx e per il Ministero degli Affari Esteri.

Cittadino del mondo ha realizzato reportage di esposizioni e foto in Europa, Africa, Asia, America Latina e Haiti.

I lavori fotografici di Guido Sancilio trasmettono il forte impatto emotivo delle sue stampe e, la sua esperienza umana e professionale, consente di esaltare quel breve attimo del passo di danza.

Fondatore del marchio

likeGi

ne è anche il Direttore Creativo; alcune delle sue migliori foto di danza sono diventate prodotti di abbigliamento per la danza e gadget originali, eleganti e sofisticati.

Camilla Cacciamani (Organizzazione)

Camilla Cacciamani

31 anni, di Roma, ha studiato giurisprudenza ed ha seguito la sue passioni artistiche frequentando dapprima la scuola di danza per poi approdare al teatro. Appassionata di scrittura muove i primi passi nel mondo della comunicazione scrivendo per alcune testate di quotidiani nazionali per poi inserirsi negli uffici stampa di importanti Aziende ricoprendo il ruolo di organizzatrice di eventi, ideatrice di campagne pubblicitarie e di sensibilizzazione. E’ entrata nel mondo dell’arte collaborando con l’ambasciata di Spagna a Roma per la promozione di rassegne musicali. Ha conciliato le sue passioni, le sue competenze e la sua capacità di interagire con l’interlocutore e con il pubblico cimentandosi nel ruolo di “padrona di casa” in incontri culturali e di arte varia firmati “Il salotto di Camilla” in un locale del centro storico romano occupandosi delle scelte artistiche, dell’organizzazione e della promozione.

Luciano Cannito e lo staff degli Oscar della Danza vi invitano e vi danno appuntamento per domenica 29 ottobre. Il Teatro 1 di Cinecittà World ospiterà un evento unico e di grande livello, organizzato con passione e competenza in nome della danza: dedicato a chi la fa, a chi la supporta, a chi la ama, a chi ne ha fatto una ragione di vita o la base del proprio lavoro.

Oscar della Danza: Brescia e Strabioli conduttori

oscar della danza giuria

L’Oscar della Danza, evento che vede la preziosa direzione artistica di Luciano Cannito, si svolgerà domenica 29 ottobre al Teatro 1 di Cinecittà World, una location da 2200 posti con un palcoscenico di 20×14 metri.

Sono tante le aspettative: l’Oscar della Danza è un’occasione per valorizzare questa disciplina, per incentivare chi dedica la sua vita e fa sacrifici in nome di quest’arte, chi vuole continuare a studiare, chi vuole vedere riconosciuti i propri meriti.

Infatti durante la serata verrà consegnato il Premio allo spettacolo di danza italiano di maggior successo dell’ultima stagione; inoltre ci sarà un concorso nazionale che premierà i talenti della danza.

Sotto il profilo della conduzione sono stati scelti due nomi che aggiungeranno valore e prestigio alla serata grazie alla loro preparazione professionale e qualità artistica.

Oscar della Danza: i due conduttori

La conduzione degli Oscar della Danza è stata affidata a Pino Strabioli e Rossella Brescia. Questi due nomi coniugano affidabilità, esperienza, professionalità, spirito critico, gusto artistico, simpatia: ingredienti essenziali per la riuscita della serata.

Pino Strabioli è regista, attore e conduttore. Il teatro è stato il suo primo amore, poi negli anni ’90 è approdato in tv, dove ha condotto diversi programmi in Rai. A lui sono stati affidati anche importanti eventi culturali, come la diretta del Premio Strega lo scorso anno.

La conferma ufficiale della sua presenza agli Oscar della Danza in qualità di conduttore è arrivata da Strabioli stesso, in un video pubblicato venerdì sul profilo Facebook dell’evento.

A proposito di Strabioli e di danza: tra le tante interviste fatte nella sua carriera, va ricordata quella ad un’icona assoluta della danza mondiale. L’anno scorso, infatti, è stato al timone dello speciale Colpo di Scena realizzato per omaggiare la grande Carla Fracci in occasione dei suoi 80 anni.

https://www.facebook.com/oscardelladanzacinecitta/videos/345375915913979/

 

Rossella Brescia vanta una notevole carriera artistica nel mondo della danza, a cui negli anni ha affiancato la recitazione e la conduzione radiotelevisiva.

Proprio con le cuffie e il microfono ha annunciato ufficialmente la sua presenza agli Oscar della Danza, dando appuntamento per il 29 ottobre.

Bellissima e frizzante, la sua costanza e semplicità l’hanno portata ad essere amatissima dal pubblico, apprezzata sia come ballerina che come conduttrice. Anche a lei sono stati affidati eventi importanti, tra cui il 60esimo Festival di Castrocaro e i Wind Music Awards.

La sua carriera, in un’ascesa mai arrestata, è la conferma che l’educazione, il rigore, la tenacia e certamente il talento, vengono apprezzati e riconosciuti. A maggior ragione se parallelamente si coltiva il rapporto umano, creando empatia col proprio pubblico.

https://www.facebook.com/oscardelladanzacinecitta/videos/345108329274071/

Oscar della danza: manca poco!

Quando i riflettori si accenderanno sugli Oscar della Danza, Rossella Brescia e Pino Strabioli avranno il compito di accompagnare il pubblico durante la serata, di guidarlo alla scoperta della grande danza, tra premiazioni ed esibizioni di grandi talenti.

Chi si aggiudicherà l’ambito Oscar della Danza? Chi vincerà le borse di studio e i premi in palio?

Rossella Brescia e Pino Strabioli ve lo sveleranno il 29 ottobre al Teatro 1 di Cinecittà World.

 

Codice Criminale

Codice Criminale

Codice Criminale 

Recensione di Andrea Giostra

Uscito nelle sale cinematografiche italiane il 28 giugno 2017, il film di produzione britannica, diretto da Adam Smith con l’interessante sceneggiatura di Alastair Siddons, è un prodotto cinematografico bello e intelligente. La narrazione scorre fluida e mai banale. Intrigante e stimolante. I temi trattati sono difficili e pericolosi al contempo.

Il rischio di cadere nel banalismo e nel razzismo sociale, sono ad ogni angolo, ad ogni passo, in ogni fotogramma. Non succede mai. Questi temi vengono trattati con lucida e consapevole competenza, accompagnati da una recitazione magistrale, che penetrano nel cuore dello spettatore per poi trasferirsi nella sua mente che inizia a riflettere su quello che ha appena finito di vedere.

Il doppiaggio italiano non può certamente tenere conto dello slang inglese e dei dialetti locali utilizzati nella produzione originale, che caratterizzano il film come un prodotto nel quale il neo-realismo – se così possiamo chiamarlo prendendo in prestito un concetto assai italiano – è molto forte e ottimamente strutturato per donare allo spettatore inglese la consapevolezza del prelibato gusto delle differenze culturali e sociali tra etnie diverse e tra strati socio-culturali assai distanti tra loro.

Codice Criminale 

Questa è già una prima grave pecca della distribuzione italiana che probabilmente avrebbe dovuto doppiare il film utilizzando qualcuno dei dialetti italiani che certamente non mancano. Far parlare a tutti i protagonisti del film un perfetto italiano, priva il nostro spettatore di sfumature sociali e culturali che nel film hanno fortissimi significati narrativi che generano una serie infinita di spontanei pregiudizi e di scontati preconcetti.

In sostanza, per comprendere il concetto, è come doppiare un attore italiano che impersona un rom di origine rumena con il perfetto italiano di Roberto Benigni. Non credo che una maestra italiana si sognerebbe mai di espellere il piccolo Roberto Benigni da una scuola privata perché non ha fatto bene i compiti e non parla bene l’italiano! Ebbene, nel film doppiato per l’Italia, tutto questo allo spettatore italiano è stato candidamente derubato!

Codice Criminale

E ancora. Il titolo originale del film è “Trespass Against Us”, tratto dalla seconda parte della frase del Padre Nostro “forgive us our trespasses as we forgive those who trespass against us”, “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Il titolo del film lo potremmo tradurre con “Li Rimettiamo ai Nostri Debitori”.

Ebbene, questo titolo è geniale e trasmette allo spettatore inglese un messaggio fortissimo e verissimo. Leggerlo prima di entrare nella sala cinematografica, “condiziona” la visione con delle aspettative magnificamente confermate nel finale della narrazione. Alastair Siddons e Adam Smith, artisti entrambi eccellenti, anche per questo elemento creano un’opera d’arte cinematografiche della quale componente lo spettatore italiano viene privato, derubato.

Codice Criminale 

Non si comprende come mai la distribuzione italica, che in questi casi ci conferma il suo imprevedibile talento nell’imbrattare un’opera d’arte con uno schizzo di incompetenza, riesca quasi sempre a derubare lo spettatore italiano dei piaceri stilistici dei bravi artisti oltreconfine. In realtà, se volessimo raccontarlo con una metafora in linea con l’ardire dei distributori italiani, è come affidare loro il prezioso “The Hay Wain” del notissimo pittore britannico di fine ottocento John Constable, ed esporlo in una prestigiosa galleria italiana con la didascalia che recita: “Il carro di fieno” (1821) di Giovanni Poliziotto!

Codice Criminale

Il film racconta una molto verosimile storia di una famiglia nomade allargata dov’è il padre Colby (Brendan Gleeson) a fare da padre-padrone e a decidere con saggezza e con sottile furbizia le sorti di tutto il “branco”. Rubare e non rispettare le leggi dello Stato che li ospita – è noto a tutti, anche ai diabolici analfabeti dell’integrazione a tutti i costi di culture assai distanti da quelle occidentali-cristiane – è un valore da trasmettere da padre in figlio, da figlio in nipote.

Non sottomettersi alle leggi e alle autorità costituzionali è quello che rende veramente degno di rispetto, all’interno della loro comunità, un membro della tribù. Occorre fingere, se presi in flagranza di reato, mentire sempre e comunque, rinnegando apparentemente la propria cultura e dando la sensazione di rispettare la loro, quella degli ospitanti. È a questo punto che entra in scene un interessante elemento narrativo impersonato dal bravissimo furfante, pilota di auto e ladro delle stesse Chad (Michael Fassbender). È qui che si sviluppa la parte di racconto più interessante e più vera per lo spettatore che nella vita non vede quello che c’è da vedere, e non sente quello che c’è da sentire.

Ma questi messaggi è meglio non scriverli qui, ma lasciare al nostro lettore il libero arbitrio di comprenderli o non comprenderli guardando il film. Quello che possiamo scrivere è che il valore della famiglia, l’amore per la propria donna, lo sconfinato senso di protezione dei propri figli, varca i confini di tutte le differenze culturali e sociali, perché geneticamente viscerali in qualsiasi esser umano sano di mente.

Codice Criminale

Il finale ci fa comprendere perché gli autori abbiano scelto il titolo che in Italia è stato deturpato.

>>Commento di Piero Casoli: In coda alla puntuale ed ottima recensione di Andrea Giostra vorrei aggiungere un mio commento che, oltre a dimostrare ancora una volta la “democrazia culturale” che regna nel nostro giornale, può essere spunto di commenti altrettanto democratici:

Il film è in realtà il racconto dello scontro tra due generazioni differenti, tra il capofamiglia autoritario rispettoso delle tradizioni e il primogenito più moderno, orientato al futuro e fortemente legato alla sua famiglia. 

La sceneggiatura presenta forse alcune lacune però magistralmente superate grazie alla ottima recitazione dei due protagonisti Gleeson e Fassbender.

Codice Criminale è un racconto “sbilanciato” che non raggiunge la perfetta ed equilibrata armonia tra l’azione e l’introspezione nei personaggi, così distanti tra loro, per conflitti generazionali.<<

 Titolo originale “Trespass Against Us”; traduzione: “Li Rimettiamo ai Nostri Debitori”.

Regia di Adam Smith.

Sceneggiatura originale di Alastair Siddons.

Con Michael Fassbender, Brendan Gleeson, Sean Harris, Rory Kinnear, Lyndsey Marshal, George Smith, Kingsley Ben-Adir.

Trailer IT: https://www.youtube.com/watch?v=HOymkTK31aw

Andrea Giostra

https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/

https://www.facebook.com/andrea.giostra.37 

https://www.facebook.com/andrea.giostra.31

Massimo Danza: Stage di Fotografia Coreutica

Massimo Danza:Stage di fotografia Coreutica

Massimo Danza: Stage di Fotografia Coreutica

Massimo Danza non necessita di particolari presentazioni, porta con se l’Arte fotografica coreutica.

E’ diffusamente riconosciuta la sua professionalità, la sua capacità di “cogliere l’attimo” irripetibile in un passo di danza.

Di lui abbiamo già pubblicato un servizio (https://www.lamacinamagazine.it/massimo-danza-fotografo/) nel quale abbiamo messo in luce anche le sue capacità di correlarsi con gli interlocutori e la sua “tensione” volta a trasmettere la sua vasta e profonda esperienza nell’Arte della fotografia coreutica.

Essa rappresenta l’esaltazione artistica istantanea che solo un fotografo “specializzato” nel mondo della danza riesce a cogliere.

Massimo Danza: Stage di Fotografia Coreutica

Massimo Danza: Stage di fotografia coreutica

Con il suo bagaglio di esperienza professionale e la naturale maestria nell’insegnamento, dato dalla sua attività di Docente all’Istituto Superiore di Fotografia ed anche e soprattutto dalle numerose richieste pervenute, Massimo Danza ha varato un programma di:

“Stage di fotografia coreutica rivolti ai professionisti che vogliano accostare o perfezionare questo affascinante settore della fotografia.”  

 

Massimo non sarà solo un Docente in cattedra ma sarà il “dialogatore sul campo” dell’allievo e, proprio per ricreare il perfetto scenario entro cui il fotografo coreutico opera, è prevista anche l’importante presenza ed assistenza di una coreografa e di una danzatrice.

Scopriamole insieme:

Vittoria Maniglio, coreografa

Si forma come danzatrice tra Roma e New York, dove nel 2001 vince una borsa di studio di un anno presso la Martha Graham School of Contemporary Dance;

Dal 2006 al 2009 è danzatrice solista e assistente della coreografa nella compagnia di danza contemporanea Cie Twain (RM);

Debutta come attrice nel 2008 al Teatro India a Roma, nello spettacolo “Indizi sul corpo”;

Nel 2008 si laurea in DAMS (Università RomaTre), con una tesi sulla regista sperimentale Amy Greenfield, con la quale inizia una collaborazione come performer all’interno del multimedia show “Club Midnight: Flesh into Light”, presentato a New York nel 2009.

Nel 2010/2011 approfondisce la sua ricerca su movimento, gesto espressivo e voce seguendo i workshop di Biomeccanica Teatrale (I e II livello e I approfondimento) con il Maestro Gennadi Bogdanov e i laboratori di metodo Linklater tenuti da Susan Main (Actor’s Studio, New York).

Nel marzo 2011 è selezionata da Jan Fabre per partecipare al workshop per attori professionisti tenuto a La Biennale Teatro, Venezia.

Collabora come performer con il compositore Marco Giannoni e con il videoartista Lino Strangis ed è impegnata nell’ultima produzione cinematografica di Amy Greenfield, “Spirit in the Flesh”.

Cecilia Verdolini, danzatrice

con laurea magistrale in Giurisprudenza, danzatrice professionista e…ascoltiamo questo breve filmato in cui spiega quale sarà il suo ruolo durante gli stage del Campus di Fotografia Coreutica.

Possiamo anticipare che il primo Stage è previsto nelle giornate 17/18/19 novembre 2017 presso l’Albergo Duomo a San Gemini (TR) e l’argomento portante sarà: Fotografare la Danza Contemporanea.

Massimo Danza: Stage di Fotografia Coreutica

complimenti Massimo

 

Caterina Guttadauro La Brasca

Caterina Guttadauro La Brasca

 

Caterina Guttadauro La Brasca

La Barriera Invisibile“, Editoriale Programma Ed., Treviso, 2016

Recensione di Andrea Giostra

«La più grande speranza di Diana è che Ilaria, leggendo questo libro, possa arrivare alla conclusione che quello che le unisce è molto di più di quello che le divide.»

È una storia di madri e di figlie, di amore ancestrale, materno e di risentimenti adolescenziali filiali, di amorevoli prepotenze genitoriali e di voraci costruzioni di giovani identità femminili, di sofferenze e di dolori, di rimorsi e di rimpianti, di ansie adulte e di desideri di libertà giovanili.

Storie uniche e irripetibili come tante tra madri e figlie. Storie di una madre visceralmente siciliana e di una figlia nata e cresciuta in continente, come si diceva in Sicilia in quel triste e incerto dopoguerra meridionale che fu quello voluto dalla politica repubblicana post-monarchica del referendum dei partigiani per cacciare dall’Italia i Savoia.

Una Sicilia ancora colma di tabù sul sesso femminile e sulle libertà della donna casalinga e madre non per scelta. Una storia vissuta in settentrione, ma impregnata di poderosi ricordi ed emozioni siciliane. Un fitto turbinio di pulsioni ed un intreccio di vite vissute, di vite da costruire che iniziano dalla Sicilia e germogliano vigorose in quello che fu il ducato di Modena e Reggio.

Caterina Guttadauro La Brasca

Nel romanzo di Caterina Guttadauro La Brasca scrive Diana della figlia Ilaria: «È stata una bambina serena, una ragazza desiderosa di conoscenza, una donna complessa con un vissuto doloroso, ma una donna che ha anche vinto il dolore e, ancor più, una donna che ha capito il valore e la positività della sofferenza

Senza saperlo, perché dovrà ancora costruirsi una buona cultura che sarà quella scientifica da adulta affermata e di successo, Ilaria ha percorso la saggia via segnata dal più grande degli scienziati del ventesimo secolo: «La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.

Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza. Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi.»

Albert Einstein, “Il Mondo come Io lo Vedo”, 1934.

E qui inizia magnifico il racconto serrato di Caterina Guttadauro La Brasca, un narrare … alla figlia immaginata che anelante ascolta attenta … passionale, colorato, che produce profumi siciliani, che fa sentire il sole bruciare la pelle, che immerge il lettore in un clima tiepido d’inverno e sciroccoso d’estate.

Un confessare alla figlia amata sin dal concepimento che … «È così, io l’ho capito quando, dopo aver perso mio figlio, mi sono accorta di volerne subito un altro. Al momento del parto, alla domanda se volevo alleviare i dolori del travaglio, dissi no con convinzione per paura di nuocerti. Dopo averti vista, seppur stremata, ringraziai Dio per avermi dato una bimba bella e sana.» … era ben consapevole d’avere ricevuto un dono prezioso dopo un dolore straziante, prima di una malattia impietosa che per volere divino avrebbe perso la presa.

Un racconto, quello di Caterina Guttadauro La Brasca, che spesso ritorna in Sicilia, la terra dell’autrice, la sua isola, la sua giovinezza di donna che ha perso i suoi affetti più cari, dove il perdono ha trionfato: «Non possiamo essere dei buoni genitori se non siamo stati dei buoni figli. Tra i sentimenti umani quello del perdono è il più nobile perché ci libera l’anima, ci ridà il possesso di persone e cose perdute. Ci fa capire che, sbagliare si può e perdonare non è un atto di debolezza.»

Un’opera da leggere questa di Caterina Guttadauro La Brasca per chi volesse vivere letterariamente emozioni profonde e vere, di quelle verità emotive che ci fanno sentire uomini e donne della nostra cultura, della nostra storia, delle nostre più antiche tradizioni, quelle tradizioni e quella cultura che hanno forgiato la nostra anima di uomini e donne della sponda nord del Mediterraneo.

Link:
https://www.caterinaguttadaurolabrasca.com/
http://www.editorialeprogramma.it/?s=la+barriera+invisibile
http://www.editorialeprogramma.it/

Andrea Giostra
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