I WANT YOU

per unirti a noi e dare sempre più forza alla Petizione già inoltrata alle Istituzioni contro la chiusura dei Corpi di Ballo ed a sostegno delle Fondazioni Liriche, I want you.

Lanciata dal Maestro Luciano Cannito ha visto raccogliere in breve tempo l’incredibile numero di 15.432 adesioni provenienti non solo dal mondo della Danza ma anche da altre espressioni artistiche quali attori, scrittori, pittori e questa “trasversalità” di sottoscrizioni conferma ancora una volta che l’Italia chiede a gran voce la tutela del nostro bene più prezioso ed universalmente riconosciuto: l’Arte in tutte le sue forme di cui la Danza ne è paladina .

I Corpi di Ballo italiani hanno formato le eccellenze che vediamo danzare in prestigiosi ruoli nei più famosi teatri del mondo ma non possiamo ignorare che questi giovani non hanno avuto, né avranno la possibilità di far parte di Compagnie italiane a causa della loro progressiva chiusura; nei piani delle Istituzioni ne rimarranno solo 3.

Il Balletto di Verona è stato chiuso a Gennaio 2017

I want you

Perché la tua firma è importante e aiuta a difendere e concretizzare il sogno di 1.400.000 giovani che hanno fatto della Danza il loro sano obiettivo di vita.

Non si riesce a comprendere quale logica decisionale abbia decretato la chiusura dei Corpi di Ballo italiani costringendo i giovani a cercare occupazione presso altre Compagnie estere e – per contro – si acquistano, dall’estero,  gli spettacoli di balletto; ci ricorda un’altra piaga tutta italiana: la fuga dei cervelli.

I want you

Ed il nostro forte invito è di firmare la Petizione seguendo il link:

https://www.change.org/p/morte-dei-corpi-di-ballo-delle-fondazioni-liriche-uccisa-la-passione-di-1-400-000-giovani

E’ stata anche creata apposita pagina Face Book https://www.facebook.com/CorpidiBalloItaliani/?pnref=story

Sulla quale è gradito esprimere Mi piace.

L’iter della Petizione all’interno delle sedi istituzionali è magistralmente condotto dal Maestro Luciano Cannito e dal gruppo spontaneo su base volontaristica che lo affianca; riconosciamo, apprezziamo e supportiamo la loro abnegazione e professionalità rivolta ad una causa di così nobile profilo artistico.

I want you per firmare la Petizione.

Como Lake Dance Award: concorso e gala

como lake dance award

Una location incantevole, ospiti d’eccellenza, borse di studio presso prestigiose compagnie, maestri dal talento indiscusso riconosciuto a livello internazionale, giuria di esperti e tante giovani promesse del mondo della danza: Como Lake Dance Award è tutto questo.

La prima edizione di questo concorso internazionale dedicato alla danza si svolgerà il 22 e 23 aprile presso il sontuoso Teatro Sociale di Como.

I partecipanti avranno modo di esibirsi sul palcoscenico davanti a una giuria tecnica e una giuria critica composta da esperti  di grande spessore professionale: Michael Blake (Artistic Director of the Jazz and Contemporary Traineer Program della Joffrey Ballet School), Vladimir Derevianko (Étoile del Teatro Bolshoi  di Mosca e maître de ballet), Michael Leon Thomas (Director for CASAileyCamp di New York) e Stefano Rosato (Teacher Central School of Ballet della London Contemporary Dance School) nella prima; Rossella Battisti (critico di danza), Aldo Masella (regista teatrale, giornalista, critico musicale) e Antonio Desiderio (artist manager) nella seconda.

Il Como Lake Dance Award è organizzato e prodotto dall’Associazione Art & Culture Event con il patrocinio del MIBACT, Comune di Como e Associazione Italiana Danzatori e in collaborazione con il Teatro Sociale di Como; la direzione dell’evento è affidata a Giacomo Molinari, coreografo e Presidente dell’Associazione Italiana Danzatori.

Como Lake Dance Award si configura come un concorso, come un momento di crescita per gli artisti, nonché come occasione di incontro con importantissime realtà di rilievo internazionale: a trionfare è il talento, è la passione, è la voglia di mettersi in gioco e mostrare le proprie doti, affinché abbiano il loro meritato riconoscimento.

Saranno infatti assegnati premi in denaro e borse di studio, messe a disposizione da: Complexions Contemporary BalletJoffrey Ballet School di New York, Central School of Ballet di Londra, Associazione Italiana Danzatori di Roma. Tutte queste realtà sono possibilità concrete di formazione e professionalizzazione a livello avanzato.

Como Lake Dance Award: il Gala

Dopo la giornata di sabato 23 aprile, dedicata alle varie classi di concorso, il Como Lake Dance Award culminerà nella Serata di Gala: domenica 23 aprile alle ore 20.30 sul palcoscenico del Teatro Sociale di Como si esibiranno i primi classificati delle sezioni Junior, Senior e Professional di ogni categoria, accanto ad artisti provenienti dal Teatro alla Scala di Milano: Eugenio Lepera e Agnese Di Clemente eseguiranno un pas de deux tratto dal balletto Infiorata a Genzano. Attesissimi anche Hektor Budlla e Noemi Arcangeli della compagnia Aterballetto, una delle più importanti nel panorama della danza contemporanea italiana, conosciuta in tutto il mondo.

Ma le emozioni che la serata regalerà non si esauriscono con le esibizioni di danza: spazio anche alla musica, con il folk di Davide Van de Sfroos, al secolo Davide Bernasconi. Inoltre verrà consegnato al Maestro Roberto Fascilla l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: Fascilla fu étoile del Teatro Alla Scala di Milano, primo allievo maschio della Scuola scaligera nel 1949 e direttore del Ballo al San Carlo di Napoli, all’Arena di Verona, al Comunale di Bologna.

Como Lake Dance Award: le parole di G. Molinari

“Questo Galà nasce con il preciso intento di far incontrare i giovani talenti che vedremo e scopriremo nelle due giornate di eliminatorie, con artisti e ballerini professionisti che già lavorano ad alti livelli . Non solo parole, ma fatti. Da subito i nostri primi classificati dovranno e potranno confrontarsi con il pubblico, con il palcoscenico e con gli artisti che hanno fatto della danza il proprio lavoro. Questo è il messaggio che voglio dare a chi vincerà il Como Lake Dance Award. E da subito vogliamo dare ai nostri premiati questa opportunità straordinaria, unica”: queste le parole introduttive di Giacomo Molinari, direttore artistico dell’evento nonché Presidente dell’Associazione Italiana Danzatori.

Gramiccioli al Barnum

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Ancora una volta il Barnum Seminteatro è riuscito a stupirci presentando l’opera teatrale “Avrei voluto un amico come lui” che rende emozionale l’omaggio al noto cantautore Rino Gaetano, di e con David Gramiccioli; Gramiccioli al Barnum è stato un connubio di alto profilo.

David Gramiccioli, autore ed interprete dell’opera, riempie lo spazio della rappresentazione con una forza espressiva capace di instaurare con il pubblico un rapporto immediato, istintivo e spontaneo. La sua concezione di fare teatro è collegata indissolubilmente al tempo di narrazione che progredisce senza sbavature. Le pause, il racconto e la tonalità della voce diventano strumenti vivi di lavoro con i quali armonizzare gli spazi, la musica e la luce. E’ in questo esatto punto di incontro che avviene l’alchimia offerta allo spettatore che, libero di fruire nella massima libertà del contenuto e del messaggio dell’opera, continua ad interrogarsi sull’esperienza vissuta, oltre la fine della rappresentazione.

Gramiccioli al Barnum attesta la sua maturità artistica calcando il palcoscenico con disinvoltura e tecnica recitativa originale ed inedita, alterna parole e immagini in un ordine in cui non necessariamente l’una segue l’altra, non essendovi predominanza e interferenze.

Il percorso in cui lo spettatore è condotto è frutto di un lavoro di analisi e di indagine di un periodo della storia del nostro Paese che ad oggi riserva ancora larghi margini di approfondimento. Attraverso questa ricostruzione, si comprende come l’opacità di alcuni accadimenti avvenuti a partire dal secondo dopoguerra, colpiscono la sensibilità di Rino Gaetano, artista crotonese e romano d’adozione, che li incastona all’interno delle sue canzoni come elementi interpretativi chiave delle sue opere, svelati solo all’attento ascoltatore e spettatore.

 

gramiccioli

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Non a caso, la scelta autoriale di David Gramiccioli fa iniziare l’opera dal 1943, data che segna l’inizio di una manipolazione che il nostro Paese subirà per mano di personaggi abilmente diretti da una regia occulta, inesorabile quanto efficace. La linea sulla quale si sviluppa la narrazione passa anche nelle maglie del caso Montesi. Siamo nel 1953 e l’Italia repubblicana si apre al suo primo scandalo: la morte misteriosa di una ragazza di 21 anni che coinvolge nel torbido esponenti noti del mondo della politica, delle istituzioni e dello spettacolo.

Rino Gaetano, con la famosa canzone “Nuntareggae più” denuncia, tra gli altri, questo episodio mettendolo in versi graffianti ed indirizzando ad una lettura complessa ed articolata quel fattaccio, tutto italiano, che all’epoca sconvolse l’opinione pubblica.

Il disastro del Vajont, altro tassello drammatico nella compagine storica italiana del 1963, è agganciato nei testi delle canzoni di Rino Gaetano, ad esempio in “Fabbricando case” dove investire in “opere assistenziali”, il cui concetto opposto sono nel testo le “sciagure nazionali”, funge per i potenti da passe-partout  per  aprire le porte della “santità”. Passa un altro decennio di storia, arriviamo alla morte della giovane studentessa Giorgiana Masi avvenuta nel 1977.

Questo episodio, rappresenta il tragico epilogo di una storia fatta di ideali e speranze; il colpo mortale che la raggiunse rappresentò anche il colpo inferto dalla linea che fu definita della strategia della tensione. Rino ne fa un verso canzonatorio al partito di maggioranza con le parole “il nostro è un partito serio”. Poco più oltre, la storia diventa quasi contemporanea: i nomi censurati nella produzione cantautoriale di Rino, sono gli stessi che risuonano nelle vicende di un sistema sempre più intricato la cui parola d’ordine è impunità.

In fondo l’amara affermazione di Rinoma chi me sente” è proprio la consapevolezza che il suo messaggio disatteso, era depotenziato altresì dall’accanimento che contro di lui il sistema stessa aveva confezionato ad arte.

rino_gaetano

rino_gaetano

Gramiccioli al Barnum ha rappresentato Rino nella sua semplicità, egli (Rino Gaetano) aveva in cuor suo la speranza che sarebbe stato ripreso in un futuro non tanto lontano. Credeva che…la comunicazione di massa e la diffusione dell’informazione avrebbero recuperato il patrimonio disperso nelle falsità e ipocrisie. Lui che veniva definito un cantautore “nonsense”, ha trattato nelle sue canzoni il tema della migrazione, dei bisogni sociali, della necessità di scuole e di ospedali, ha deriso il potere senza però sottovalutarlo.

Ha anticipato nelle sue canzoni e nei suoi pensieri indipendenti ciò che si sarebbe scoperto soltanto molto tempo dopo, diventando con la sua carica provocatoria un elemento di rottura per smontare una realtà preconfezionata a favore di un’immagine di vita e di arte libera e vera.

L’opera, rappresentata nei migliori teatri romani e nazionali, seguita a far riflettere e ad emozionare il pubblico, il cui interesse è attestato dalla partecipazione sempre numerosa e dall’apprezzamento del suo contenuto. Quest’opera non si può considerare solo un racconto, ma un vero e proprio ambiente espressivo di qualità, complessivamente inteso, in cui David Gramiccioli, supportato dal lavoro della Compagnia del Teatro Artistico d’Inchiesta, conferma le sue qualità artistiche e di recitazione.

D’altronde Gramiccioli al Barnum non poteva essere altro: un ulteriore successo.

Angela Turchini

Ijf17 torna a Perugia dal 5 al 9 aprile

ijf 2017

Anche quest’anno Perugia ospiterà il Festival Internazionale del Giornalismo #ijf17, appuntamento che si ripete con grande successo da ormai 11 edizioni, organizzato da Arianna Ciccone e Chris Potter.

Dal 5 al 9 aprile la città umbra si animerà di workshop, presentazioni, panel discussion, quattro talks, dirette radiofoniche (con Luca Bottura di Radio Capital, Paolo Salerno di Radio Rai 1 e Massimo Bordin di Radio Radicale), il tutto gratuito e ad accesso libero.

Il Festival Internazionale del Giornalismo #ijf17 ha sempre fatto delle storie i suoi punti di forza: si parlerà dell’America di Trump, delle crisi del Medio Oriente, di povertà e diritti umani, di cyberbullismo, di disabilità e sport, di terrorismo, di nuovi media, di comunicazione scientifica, nell’ottica della condivisione, della riflessione, del cambiamento possibile.

Oltre 500 gli speaker che prenderanno parte ai 5 giorni di Festival, stimate personalità del mondo della cultura e del giornalismo, personaggi pubblici, esperti di comunicazione provenienti da 44 Paesi: Roberto Saviano (uno dei più attesi), Marco Travaglio, Beppe Vessicchio, Manuel Agnelli, Diego Bianchi e la squadra di Gazebo (che per l’occasione sarà live dal Teatro Morlacchi), Giuseppe Cruciani, Zerocalcare, Milena Gabanelli, Carlo Lucarelli, Corrado Formigli, Giovanni Floris, Pierluigi Pardo, Federico Taddia, Emiliano Fittipaldi.

saviano ijf17

Questi sono solo alcuni degli ospiti che si avrà modo di incontrare ed ascoltare, a cui se ne aggiungono tanti altri, alcuni dei quali provenienti da Facebook, Amazon, Google e WordPress, sponsor di questa edizione. E ancora Alan Friedmann, Firas Fayyad, Wu ming.

C’è grande emozione per la presenza, nella giornata di sabato 8 aprile, dei genitori di Giulio Regeni, che a Perugia chiederanno ancora una volta verità e giustizia per loro figlio. Ad accompagnarli ci saranno i giornalisti di Repubblica Carlo Bonini e Giuliano Foschini, che presenteranno in anteprima il loro docufilm sulla morte del giovane ricercatore, ad oggi ancora avvolta nel mistero.

 #ijf17: i quattro talk

Venerdì 7 aprile si terrà il talk “La verità e i fatti alternativi: la sfida al giornalismo del Presidente Trump” con Lucia Annunziata (direttore di Huffington Post Italia) e Cameron Barr (managing editor di The Washington Post): il talk verterà sull’impatto della presidenza Trump sulla veridicità delle informazioni, tra il complottismo e le narrazioni contro-fattuali.

Nello stesso giorno anche “Tutti i segreti del News Feed“, con Jeff Jarvis della CUNY (City University di New York) e Adam Mosseri, vice presidente del News Feed di Facebook: si parlerà del funzionamento del News Feed di Facebook e delle sue possibilità di miglioramento, per offrire all’utente un’esperienza sempre più interessante.

Domenica 8 aprile sarà la giornata dedicata ad altri due talk: “Zaina Erhaim: coprire la guerra in Siria da giornalista, attivista e donna” e “Come abbiamo salvato Chelsea Manning: la forza della mobilitazione online di giornalisti attivisti, “.

Nel primo talk Zaina (vincitrice del Peter Mackler Award for Courageous and Ethical Journalism 2015 e dell’edizione 2016 dell’Index on Censorship Freedom of Expression Award) racconterà quali sono i rischi maggiormente affrontati dai giornalisti siriani in Siria: a moderare l’incontro Maria Gianniti del Giornale Radio Rai.

Nel secondo talk, moderato da Philip Di Salvo (editor italiano dell’European Journalism Observatory), l’attivista Evan Greer racconterà la sua battaglia per i diritti, per la libertà e per la scarcerazione dell’amica Chelsea Manning, accusata di spionaggio nella vicenda WikiLeaks.