Seconda tappa del Vanilla Tour

Quella del 3 aprile sarà una domenica all’insegna del buon cibo e del divertimento. A partire dalle ore 9, per il suo secondo appuntamento, il tour gastronomico “Vanilla” farà tappa a Roma, in via Oderisi da Gubbio (zona Marconi) proponendo un viaggio alla scoperta del territorio, delle bellezze e dei sapori tipici del nostro Paese.Vanilla

Ispirati dal motto del filosofo e scrittore Francois de La Rochefoucauld, il quale, già nel ‘600, scriveva “Mangiare è una necessità. Mangiare intelligentemente è un’arte”, si potrà fare una passeggiata tra i numerosi stand che esporranno le migliori produzioni di molte realtà artigianali emergenti tra le più innovative: questo permetterà di conoscere e di confrontarsi con i produttori locali che offriranno la possibilità di fare la spesa a chilometro zero oppure di ordinarla per riceverla direttamente a casa.

Tra le tante proposte, ampio spazio sarà dedicato ai prodotti biologici con “Vanilla Bio”: un’alimentazione sana ed equilibrata è alla base del benessere sia fisico che mentale e le aziende dedicate ci dimostreranno come sia possibile mantenerla ed al contempo rispettare l’ambiente. E per gli amanti della tradizione assaggi e curiosità per mantenere il contatto con il meglio della gastronomia e dell’arte culinaria italiana.

Ci sarà anche, e soprattutto, da divertirsi: due i laboratori a tema gratuiti per bambini durante i quali i futuri chef potranno insegnare i segreti del cake design oppure la lavorazione dei “dolci portafortuna”. In ambito sportivo, invece, a partire dalle 16 gli atleti della Freestyle Italia intratterranno il pubblico con palleggi, evoluzioni ed acrobazie sul tema del calcio.Vanilla 2

Laboratori gratuiti per bambini:

Ore 10.30 “Zuccherando”, laboratorio di cake design. Tema: la primavera

Ore 16.30 “Caramellando”, laboratorio di pasticceria. Tema: la fortuna

Ore 16.00 acrobazie di calcio a cura degli atleti della Freestyle Italia

Stress scolastico

La notizia non è certamente una novità ma i dati diffusi il 28 marzo 2016 dal rapporto quadriennale sulla salute ed il benessere dei giovani, realizzato dall’ufficio europeo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), confermano una triste verità: lo “Stress scolastico” è ancora diffusissimo ed in preoccupante crescita tra gli studenti.

La ricerca dell’OMS fa riferimento ai dati raccolti nel triennio 2013 –  2015 ed ha coinvolto i giovani nella fascia di età tra gli 11 e i 15 anni.

In Italia i numeri sono più preoccupanti rispetto al resto dell’Europa tuttavia i dati relativi al Belgio, al Portogallo e all’ Ungheria dovrebbero imporre una immediata riflessione ed un rapido avvio di una azione correttiva.

Più i ragazzi crescono meno hanno voglia di studiare; tra gli undicenni solo il 26% delle studentesse ed il 17% dei colleghi maschi afferma di essere felice di andare a scuola.

Con gli adolescenti, cioè con i quindicenni, va ancora peggio: la scuola piace solo al 10% delle ragazze e all’8% dei ragazzi.

Sono numeri lontanissimi da quelli riscontrati presso i giovani liceali armeni ed albanesi che vantano un sorprendente amore verso la scuola tanto da meritare il titolo di “primi della classe” in Europa; quasi il 68% delle studentesse ed il 48% dei colleghi studenti registrano un positivo rapporto con il sistema di insegnamento.

Uno dei motivi della disaffezione verso la scuola, in Italia, è probabilmente dovuto allo “Stress scolastico”: ne soffre ben il 72% delle ragazze di 15 anni ed il 51% dei ragazzi della stessa età.

La pressione è avvertita anche dai più piccoli; risulta infatti che un undicenne su due soffre per una scuola considerata troppo faticosa.

Le cause di “Stress scolastico” sono numerose: dal carico di studio ritenuto eccessivo alla preoccupazione per i compiti in classe, dalle interrogazioni ai cattivi rapporti con compagni e professori.

Tutto ciò affievolisce le motivazioni dello studente.

Lo “Stress scolastico” può portare a conseguenze dannose – a livello psichico e fisico – per il giovane in crescita: depressione, nervosismo, mal di testa e dolori addominali sono i disturbi più diffusi tra i ragazzi che non vivono serenamente nell’ambiente scolastico.

Per il professore Franco Cavallo, Ordinario di Epidemiologia dell’Università di Torino che ha curato i dati italiani raccolti dalla ricerca dell’OMS, una soluzione efficace potrebbe essere quella di riformare e “ritarare” i programmi scolastici che sono ancora legati a un modello di insegnamento ritenuto ormai superato.

Di fondamentale importanza è anche il ruolo dei genitori: il loro rapporto con gli insegnanti e le pressioni che alcune volte maldestramente esercitano sui figli possono condizionare il lavoro e la serenità degli studenti, soprattutto quelli frequentanti gli istituti superiori.

Lo stress condiziona, conseguentemente, l’andamento scolastico dei giovani italiani: solo il 50% delle quindicenni ed il 39% dei coetanei maschi consegue votazioni considerate buone o eccellenti.

A poco serve la solidarietà e l’aiuto tra compagni di classe per migliorare la situazione: il supporto tra colleghi è solamente “percepito” dal 75% degli studenti di scuole elementari e medie ma vediamo che il dato scende al 60% quando si affronta la scuola superiore.

L’approfondita ricerca svolta dall’OMS, i cui dati abbiamo necessariamente sintetizzato, dovrebbe indurre il sistema scolastico e tutti gli attori coinvolti (insegnanti, alunni e famiglie) ad approcciare con modalità differenti l’universo scuola che deve essere un luogo dove crescere ed imparare senza però perdere benessere e serenità.

Perseguendo l’obiettivo di trasmettere cultura e conoscenza nel benessere e nella serenità avremo le nuove generazioni capaci di gestire con equilibrio e saggezza il nostro supremo bene: “la res pubblica”

Giuseppe Loris Ienco

CinemaDays

Anche quest’anno, dopo il grande successo dell’anno scorso, torna l’iniziativa “CinemaDays”.

Da lunedì 11 a giovedì 14 aprile i biglietti del cinema costeranno di meno: tre euro per tutti i film in formato tradizionale e cinque per quelli proiettati in 3D.

L’iniziativa “CinemaDays” è promossa dalle associazioni dell’industria cinematografica ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), dall’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive) e dall’ANEM (Associazione Nazionale Esercenti Multiplex) con il sostegno dalla Direzione Generale Cinema del MiBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo).

La precedente edizione di “CinemaDays”, che si è svolta tra il 12 e il 15 ottobre 2015, fece registrare numeri da record: quasi due milioni di persone si recarono nelle oltre duemila sale cinematografiche aderenti all’iniziativa. In quei quattro giorni furono incassati 5 milioni e 580mila euro; un incremento di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

L’obiettivo delle Associazioni promotrici di “CinemaDays” è quello di riportare il pubblico ad affollare i cinema. Il settore è sempre più in crisi soprattutto a causa del costo dei biglietti: in alcuni casi, per guardare un film in 3D, si arriva a spendere anche più di dieci euro.

Questa edizione di “CinemaDays” registrerà un aumento di partecipazione delle sale cinematografiche aderenti; saranno infatti 2500 in tutta Italia.

A Roma e provincia più di cinquanta cinema ridurranno il costo dei biglietti di ingresso nel periodo 11/14 aprile; parteciperanno all’iniziativa tutti i multiplex del circuito The Space e UCI oltre alle storiche sale quali il Farnese a Piazza Campo de’ Fiori, l’Adriano a Piazza Cavour e il Barberini a Piazza Barberini.

Il pubblico che si recherà al cinema nei giorni della promozione avrà la fortuna di assistere ad alcune tra le prime visioni più attese della stagione.

Tra le tante uscite delle prime settimane di aprile, infatti, sono previste quelle del nuovo film del comico inglese Sacha Baron Cohen Grimsby – Attenti a quell’altro e la nuova versione del classico Disney Il libro della giungla.

Le pellicole per le quali si prevede maggior partecipazione saranno sicuramente il cartone animato Kung Fu Panda 3, della DreamWorks Animation, ed il colossal fumettistico Batman v Superman: Dawn of Justice, entrambi già in programmazione.

Sicuri di ottenere un nuovo successo i rappresentanti delle Associazioni dell’industria cinematografica hanno assicurato che una nuova edizione di “CinemaDays” è prevista per l’autunno del 2016.

In futuro l’iniziativa dovrebbe essere estesa a tutto il corso dell’anno con l’introduzione del biglietto a tre euro per un giorno fisso a settimana.

Nel frattempo aspettiamo con entusiasmo questa nuova edizione di “CinemaDays” per godersi quattro giorni di grandi film e, perché no, godere di un importante risparmio economico.

Giuseppe Loris Ienco

 

 

Le uova di Pasqua tra storia e leggenda

Mai come quest’anno le origini pagane e quelle cristiane della Pasqua si fondono sotto il segno dell’arrivo della bella stagione: solo il 20 marzo scorso, infatti, abbiamo assistito al tanto atteso Equinozio di Primavera ed è fra poco, il 27 marzo, che festeggeremo una tra le più importanti ricorrenze legate alla religione cristiana.

Ostera o Eostre erano i nomi della dea anglosassone della primavera (da cui poi il termine inglese “Easter” per indicare la festività), ma ancora prima Iside per gli Egizi, Ishtar per i Babilonesi, Afrodite per i Greci, Venere per i Romani e Ashtoreth per gli Ebrei; per secoli ogni civiltà ha venerato la propria divinità protettrice della fertilità che, come tale, si manifestava agli uomini sotto forma di bel tempo ed abbondanza. E certamente non mancavano, già all’epoca, cerimonie e riti propiziatori organizzati allo scopo di celebrare il periodo più fecondo dell’anno e delle quali ancora oggi manteniamo alcune usanze.

Uova di Pasqua 2Una di queste è senz’altro l’attenzione dedicata alle uova, il simbolo della vita per eccellenza. Per gli ebrei costituiscono da secoli una delle pietanze servite durante la celebrazione di Pesach per ricordare la liberazione dalla schiavitù attraverso la fuga dall’Egitto. Con l’avvento del Cristianesimo le celebrazioni religiose, di fatto, assorbirono l’antica festa pagana arricchendo le tradizioni di nuovi significati: le uova, che già gli antichi Egizi decoravano e donavano ai loro pari o, in segno di adorazione, agli dèi, divennero il simbolo della resurrezione di Cristo per via del loro guscio resistente e simile alla pietra (quella del sepolcro) posto a protezione di una nuova vita (quella di Gesù dopo la morte).

Nel Medioevo venne ripresa l’usanza di decorarle e donarle agli schiavi oppure, in Germania e nei paesi del nord Europa, regalarle la domenica di Pasqua: a partire da questo momento iniziarono a trasformarsi in veri e propri oggetti di lusso grazie all’aggiunta di metalli e pietre preziose. Fu poi il famoso gioielliere e orafo russo Peter Carl Fabergè che, negli anni ’80 dell’Ottocento, creò, su commissione dello zar, il primo uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo d’oro e ben due doni, una miniatura della corona e un pulcino.

Ancora, sembrerebbe che sempre negli stessi anni venne introdotto il costume di preparare uova di cioccolato per abbellire ed addolcire i banchetti pasquali delle corti francesi e tedesche dell’epoca: dapprima completamente pieni, poi vuoti per contenere una piccola sorpresa, questi dolci erano delle vere e proprie specialità artigianali. Soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale la produzione delle uova di cioccolato si fece industrializzata per giungere poi numerosi sugli scaffali dei nostri supermercati.

Euro 2016

Il rischio che le partite di “Euro 2016” si svolgano a porte chiuse è sempre più forte, soprattutto dopo gli attacchi terroristici di matrice jihadista del 22 marzo che hanno sconvolto Bruxelles, con 32 persone che hanno perso la vita e 270 feriti.

Il Campionato europeo di calcio, che quest’anno si svolgerà in Francia, prenderà il via il 10 giugno.

La partita inaugurale sarà Francia-Romania e si giocherà allo stadio Saint-Denis di Parigi.

Proprio la capitale francese è stata la città europea più colpita dal terrorismo islamico negli ultimi mesi; prima con gli attentati alla sede del giornale satirico “Charlie Hebdo” e al supermercato kosher tra il 7 e il 9 gennaio 2015, poi con le stragi del 13 novembre dello stesso anno.

Nel novembre scorso i jihadisti hanno colpito il teatro Bataclan, alcuni ristoranti e lo stesso stadio Saint-Denis dove era in corso l’amichevole tra le nazionali di calcio di Francia e Germania e nel quale, secondo i piani terroristici, ci sarebbe dovuto essere il maggior numero di vittime.

In questo caso le forze dell’ordine, che si trovavano fuori dalla struttura per i controlli all’ingresso, sono riuscite a evitare il peggio; nonostante questo, però, un civile è stato ucciso dall’esplosione di uno dei terroristi kamikaze.

In tutto le vittime degli attentati del 13 novembre sono state 130, la maggior parte delle quali si trovavano al Bataclan, dove sono morte 93 persone.

Con gli attacchi terroristici di Bruxelles i timori sono tornati vivi. L’Europa è spaventata dalla minaccia jihadista e i dubbi sulla sicurezza sono innumerevoli.

In molti si stanno chiedendo se non sia il caso di annullare “Euro 2016”.

Il vicepresidente della Uefa, Giancarlo Abete, ha tenuto a precisare che questa possibilità non è stata presa in considerazione dai vertici dell’organismo che amministra il calcio europeo. Così facendo, infatti, si rischierebbe di darla vinta ai terroristi.

Lo stesso Giancarlo Abete, però, non ha escluso che alcune partite di “Euro 2016” – considerate a rischio – possano svolgersi senza tifosi sugli spalti.

La priorità è la sicurezza del pubblico e dei calciatori e, per garantirla senza troppe difficoltà, Giancarlo Abete ha dichiarato che la Uefa è disponibile a valutare tutte le opzioni, nessuna esclusa, ma solo a ridosso dell’evento sportivo. Ora come ora, a poco meno di tre mesi dall’inizio della manifestazione calcistica, è ancora troppo presto per prendere decisioni drastiche.

Altri dirigenti della Uefa hanno smentito le parole di Abete dicendo di essere certi circa l’efficienza dell’apparato di sicurezza francese e negando l’esistenza di piani alternativi per far giocare alcune partite di “Euro 2016” a porte chiuse.

L’auspicio è che abbiano ragione questi ultimi; senza pubblico sugli spalti, un evento sportivo di tale importanza perderebbe il suo fascino ed il suo significato.

Un “Euro 2016” senza incidenti potrebbe essere utile per restituire la speranza ad una Europa sempre più debole e lacerata.

Giuseppe Loris Ienco