Andrea Alesio: l’inevitabilità del teatro

andrea alesio

L’esperienza di attore teatrale di Andrea Alesio la si può racchiudere in una parola chiave: inevitabilità, che lui stesso usa nel raccontare il suo approdo alla recitazione. Trentasei anni, abruzzese con un grande amore per Napoli e la napoletanità, Andrea Alesio arriva a Roma giovanissimo, per completare gli studi universitari alla Sapienza (Scienze Economiche per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo) e proseguire il percorso con uno stage.

“Ma a fare l’attore non ci avevi mai pensato?”, gli chiedo.

“No. In realtà non avevo le idee chiarissime né su cosa avrei voluto né su cosa avrei potuto fare. Avevo alle spalle una carriera da spettatore, iniziata a 6-7 anni: mi bastava andare a teatro, mi piaceva farlo anche da solo. Poi nel corso di varie serate, amici e coinquilini mi hanno spinto a fare un colloquio alla Scuola di Teatro La Stazione. Non avevo assolutamente idea di quello a cui andavo incontro”.

Con molta dolcezza Andrea ricorda quando i genitori lo portarono a teatro per la prima volta, per andare a vedere uno spettacolo che aveva, tra i protagonisti, suo cugino Tommaso Trozzi, per cui spende parole di grande stima e ammirazione. Aveva solo 7 anni, ma in quel teatro di Ortona resta talmente colpito dall’esperienza di spettatore teatrale che non la lascerà più, coltivandola negli anni, ma senza mai pensare di poter fare quel passo avanti da spettatore ad attore, compiuto alla fine grazie alla spinta di amici e conoscenti che avevano visto lungo, intuendone le potenzialità.

“Sono stato mosso da una sorta di curiosità ancestrale. Ero certamente portato alle imitazioni, alla dimensione cabarettistica dell’esistenza, a scherzare, ridere e ironizzare, a cercare la battuta, ma al teatro come attore non ci avevo mai pensato, non avevo nemmeno idea di cosa significasse farlo”.

E a farglielo capire ci pensa Claudio Boccaccini, che lo accompagna nei suoi primi 2 anni di studio e formazione alla Scuola di Teatro La Stazione e che gli fa dono di un elemento essenziale: la consapevolezza.

“La sensazione è che prima molte cose le facevo senza avere consapevolezza del perché fossero giuste o sbagliate. Studiare recitazione ti dà consapevolezza di quello che fai e se capisci cosa stai facendo è perché sedimenti un insegnamento che poi diventa strumento per il futuro. Nulla resta più affidato al caso. La Scuola ha alimentato la mia curiosità, che già avevo, e mi ha dato questa consapevolezza”.

Dopo gli studi e le prime importanti esperienze di attore, arriva l’incontro che definisce scherzosamente “la folgorazione sulla via di Damasco, o meglio, per le vie della Garbatella”: quello con l’autore e regista Gabriele Mazzucco, con cui Andrea Alesio collabora da ormai 6 anni.

“Non ci conoscevamo ancora quando, alla fine di uno spettacolo cui avevo preso parte e che lui aveva visto, lo vedo pararsi davanti a me che, dall’alto dei suoi quasi 2 metri, mi fa: Io e te dovémo parla’! Ed io, dal basso dei miei 168 cm: Sicuro? Ma lui aggiunse: T’ho visto sul palco, te volevo chiede de recita’ pe’ ‘no spettacolo mio”.

E da uno, gli spettacoli sono diventati molti, da Il fantasma della Garbatella a M’iscrivo ai terroristi a Il Catamarano, per citarne alcuni. Gli elementi che garantiscono il successo di questa collaborazione lavorativa, sfociata anche in un affetto personale e umano, sono tre:

“Portare in scena i suoi testi mi ha fatto divertire, faticare ed emozionare”.

andrea alesio                andrea alesio                    andrea alesio

Andrea non parla della sua storia in termini di realizzazione di un sogno del cassetto, quanto piuttosto di una strada battuta fino a giungere a qualcosa di inevitabile. Racconta il teatro come un mondo conosciuto e amato prima da un punto di vista (spettatore) e poi esplorato e pienamente accolto da un altro (attore).  Nel suo emozionarsi parlando del palcoscenico e della recitazione, non ne parla come di un idillio scevro da sacrifici. Divertimento ed emozione sì, ma anche fatica.

“Una fatica che ha sempre qualcosa da raccontarmi, tanto che non riesco nemmeno a ricordare la mia vita come fosse prima – mi dice – Il teatro è una scelta, è fatica, è divertimento, tecnica, studio, emozione, disciplina. Mi ha insegnato tanto nella misura in cui mi ha anche dato tanto: mi ha dato la passione più grande che ho e la possibilità di vivere un altrove, che non è fuga, ma è la possibilità di allargare, più che allungare, la vita, guardandola da occhi e punti di vista sempre diversi. Mi ha fatto aprire, mi ha dato la possibilità di conoscermi più a fondo. Però una cosa me l’ha anche tolta: il tempo da impiegare come spettatore!”.

Pigro e insofferente nel quotidiano (a suo dire!), ma umile e attento quando si tratta di teatro, aperto alla crescita, al miglioramento, allo studio continuo, Andrea Alesio parla con semplicità della recitazione e di se stesso, ma non senza un certo luccichio negli occhi, che ne denota la dedizione:

“Non sono una persona competitiva né invidiosa. Quando mi rendo conto che c’è qualcuno più bravo di me, in qualsiasi campo, mi chiedo il perché, ma senza rimanerne deluso. Il miglioramento devi farlo su te stesso: accresci il tuo bagaglio e i tuoi strumenti per diventare migliore di com’eri, non migliore di un altro, non ha senso”.

Andrea Alesio e Gabriele Mazzucco

Sabato 31 gennaio Andrea Alesio sarà al Teatro Ambra alla Garbatella con Il fantasma della Garbatella, commedia leggera e mai volgare, dai molteplici riferimenti sociopolitici e dai ritmi serrati, scritta e diretta da Gabriele Mazzucco. In scena con lui anche Chiara Fiorelli, Federica Orrù, Paola Raciti, Armando Sanna. La commedia viene replicata con successo da gennaio scorso, mentre risale a maggio il debutto di una rappresentazione ad Andrea particolarmente cara, Il Catamarano, replicata anche fuori Roma, scritta da Gabriele Mazzucco mescolando elementi autobiografici e dettagli relativi alla vita di Andrea, in particolare la figura di suo nonno.

“Spero di portarlo ad Ortona un giorno, me lo hanno chiesto in molti e sarebbe un grande orgoglio sia perché c’è tanto di me e della mia storia, sia a livello di lingua, visto che recito una parte in dialetto abruzzese”.

Il 12 gennaio invece debutterà con Angie (Teatro Ambra alla Garbatella) spettacolo comico e brillante, anche questo scritto e diretto da Gabriele Mazzucco: la musa della musica, ispiratrice di personaggi del calibro di Janis Joplin, Jim Morrison, Amy Winehouse, decide di smettere, di dimettersi dal suo ruolo di musa, stanca di vedere morire i suoi giovani artisti. Grazie a due strampalati aiutanti rivivrà i suoi trascorsi, una serie di aneddoti, ricordi ed emozioni che la porteranno a scoprire la sua reale missione. In scena con Andrea Alesio: Fabrizio Apolloni, Federica Orrù, Paola Raciti.

Lo Schiaccianoci e il Pipistrello all’Opera

teatro dell'opera

Lo Schiaccianoci e Il Pipistrello sono i balletti in programma al Teatro dell’Opera di Roma durante il periodo natalizio e che vanno ad inaugurare la stagione di balletto 2016-17, la seconda che vede l’étoile Eleonora Abbagnato nelle vesti di Direttrice.

Un grande classico, proposto in una chiave più moderna, va ad affiancarsi ad un balletto brioso e poso conosciuto, una novità assoluta per il Teatro dell’Opera: è questa la chiave scelta per far respirare agli spettatori l’atmosfera delle feste attraverso la danza.

Roland Petit e StraussGiuliano Peparini Čajkovskij: questi i binomi che accompagneranno a dicembre e gennaio il pubblico.

Lo Schiaccianoci è in programma dal 18 dicembre al 24 dicembre, Il Pipistrello dal 31 dicembre all’8 gennaio.

Il primo balletto, che lo scorso dicembre ha fatto registrare il tutto esaurito, si avvale della comprovata professionalità e del geniale estro creativo di Giuliano Peparini, grande coreografo dal talento riconosciuto a livello internazionale che ha coniugato la classicità di un balletto senza tempo con innovativi linguaggi artistici moderni, senza snaturarlo del suo fascino e del suo romanticismo, ma arricchendolo con le contaminazioni dell’hip hop.

Per Il Pipistrello di Roland Petit, col Maestro Luigi Bonino, è invece la prima volta nella capitale, con l’esibizione di due stelle come Friedemann Vogel e Maria Yakovleva. Dopo la programmazione al Teatro dell’Opera di Roma il balletto verrà portato a Parigi.

Lo Schiaccianoci al Teatro dell’Opera di Roma

Lo Schiaccianoci è un balletto in due atti del repertorio classico tipicamente natalizio, capace di far sognare grandi e piccini: le musiche furono scritte da Pëtr Il’ič Čajkovskij a fine 800, seguendo le indicazioni del coreografo Marius Petipa. Il libretto è tratto da una rilettura di Alexandre Dumas del racconto Schiaccianoci e il re dei topi, scritto da Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Nel corso degli anni è stato più volte ripreso dal cinema e dal teatro e ne sono state eseguite diverse riletture.

Per il secondo anno consecutivo il Teatro dell’Opera di Roma propone quella di Giuliano Peparini, con la partitura musicale affidata al direttore David Coleman, le scene a Lucia D’Angelo e Cristina Querzola, i costumi a Frédéric Olivier, la video grafia a Gilles Papain e le luci a Jean- Michel Désiré.

La prima si svolgerà il 18 dicembre e poi lo spettacolo resterà in programmazione fino 24 dicembre.

Quest’anno troveremo nel ruolo della Regina l’étoile Alessandra Amato, la prima ballerina Rebecca Bianchi e il solista Michele Satriano saranno Marie e il Nipote di Drosselmeyer, così come Susanna Salvi e Claudio Cocino, Sara Loro e Giacomo Luci. Nella magnetica figura dello Zio Drosselmeyer si alterneranno Claudio Cocino, Alessio Rezza e Giuseppe Schiavone; nel ruolo del Bad Boy, il personaggio del bullo introdotto appositamente da Giuliano Peparini per questa versione, si alterneranno Giacomo Luci, Marco Marangio e Antonello Mastrangelo. Nel ruolo dei B-boys quattro giovani e talentuosi breakers, che porteranno la street dance nel balletto classico, Giorgio Albanese, Mirko Mosca, Jacopo Paone e Matthew Totaro.

L’adattamento di Giuliano Peparini è un lavoro molto teatrale, che mette in primo piano la coreografia, ma che non tralascia il lavoro sui personaggi, sulla loro credibilità, sulla loro caratterizzazione, affinché escano fuori al meglio, uno per uno.

Il Pipistrello al Teatro dell’Opera di Roma

Il Pipistrello, balletto in due atti creato nel 1979 da Roland Petit (padre del balletto moderno in Europa) su commissione della Principessa Grace di Monaco, sarà portato in scena dal Balletto del Teatro dell’Opera di Roma dal 3 all’8 gennaio 2017.

È un balletto poco conosciuto, tratto da un’operetta di Johann Strauss, proposto al Teatro dell’Opera nella versione di Petit, ma con la supervisione coreografica di Luigi Bonino (storico assistente di Petit nonché danzatore de Il Pipistrello nei panni di Ulrich). La direzione dell’orchestra è affidata a David Garforth, le scene a Jean-Michel Wilmotte, i costumi a Luisa Spinatelli e le luci a Jean- Michel Désiré.

L’allestimento vedrà come interpreti i ballerini Rebecca Bianchi (Bella), Michele Satriano (Johann), Marco Marangio e Antonello Mastrangelo (Ulrich), nonché Maria Yakovleva nei panni della protagonista femminile il 31 dicembre e 3 gennaio e Friedemann Vogel nei panni del protagonista maschile il 31 dicembre, 3-4-5 gennaio. Le scene sono di Jean-Michel Wilmotte, i costumi di Luisa Spinatelli e le luci di Jean-Michel Désiré. Conduce il maestro David Garforth; ospiti Maria Yakovleva e Friedemann Vogel.

Il Pipistrello di Roland Petit con il Balletto del Teatro dell’Opera di Roma da venerdì 13 gennaio a domenica 15 gennaio 2017 andrà in scena al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi: si tratta della prima tournée all’estero della Direzione Abbagnato.

TAM TAM DIGIFEST 2016

TAM TAM DIGIFEST 2016

9-16 dicembre 2016

 ROMA – TEATRO MANHATTAN E PYRAMID STUDIOS

VITERBO – BIC LAZIO

 

Dopo il successo al Rio Web Fest dove ha vinto il premio “The Best Original Idea”, Ghost Cam, la web series di Valentina Bertuzzi sarà proiettata al Tam Tam Digifest 2016. Appuntamento Venerdì 9 Dicembre 2016 alle ore 20,00 al Teatro Manhattan di Roma.

La Ghost Cam è un’ app che permette agli smartphone di riprendere gli Spiriti dei Pre-morti; anime di persone in punto di morte che cercano aiuto.

La Ghost Cam comunica degli indizi, chi riesce a decodificarli può salvarsi la vita.

Dopo la proiezione seguirà il dibattito, moderato dal Direttore artistico del festival Giulio Gargia, con la regista Valentina Bertuzzi, il produttore Claudio Bresciani, l’attore Gian Pietro Rotoli, il regista Emanuele Sana, il produttore Mauro Calevi e il Docente di giornalismo digitale al Link Campus Arturo Di Corinto.

Seguirà la proiezione del videoclip del brano “Your Name”, colonna sonora di “Ghost Cam”, del duo italo-danese ISTAP con la musicista Cristina Carlini.

Sabato 10 Dicembre 2016 presso il Pyramid  Studios alle ore 19,30 inaugurazione  della mostra “3D. La terza dimensione della cronaca” (visibile fino al 16 Dicembre) con esposizione delle copertine di “3D NEWS” sul tema della comunicazione, tavole dalla storia “Il mistero del pescatore, indagine sulla morte di Angelo Vassallo” Premio Siani 2011.

Seguirà la proiezione dell’ “INDAGINE SULL’AUDIENCE”, trilogia di docufiction di Giulio Gargia (basate sul libro “L’arbitro è il venduto”): IL FANTASMA DELL’AUDITEL – GLI AMMUTINATI DELL’AUDITEL – LA SCOMPARSA DELL’AUDITEL (evento in streaming sul sito Tam Tam Digifest)

Domenica 11 dicembre 2016 di nuovo al Teatro Manhattan di Roma alle ore 18,00, “LA MEMORIA CORTA” proiezione di corti di vari autori e del docufilm “The pervert guide to cinema” di Sophie Fiennes con Slavoj Zizek, una esilarante passeggiata tra i significati psicanalitici della settima arte

Questo ed altro è il Tam Tam Digifest 2016  e gli eventi, tutti meritevoli di interesse, sono ad ingresso libero.

Torneremo con altri servizi per presentare in dettaglio i vari argomenti.

Ad un passo dal futuro, non possiamo mancare a questi appuntamenti.

 

Corso di Recitazione per Principianti

CORSO DI RECITAZIONE PER PRINCIPIANTI PRESSO IL TEATRO TESTACCIO

Il Corso di Recitazione per Principianti si rivolge a tutti coloro che desiderano avere un approccio di base alla teoria ed alla tecnica della recitazione.
Il lavoro permetterà ai partecipanti di scoprire le proprie attitudini e potenzialità espressive partendo dalla conoscenza di se e degli altri attraverso il gioco del teatro nonchè lo studio dei principali argomenti necessari alla formazione dell’attore.

Possiamo così riassumerli:

Uso della voce, fonetica, articolazione;
Respirazione diaframmatica;
Immedesimazione;
Ritmo e movimento scenico;
Rilassamento, mimica facciale, presenza scenica;
Improvvisazione, studio del personaggio.

A completamento del percorso formativo è’ prevista la preparazione e la messa in scena di uno spettacolo di fine anno che consentirà di sperimentare un primo contatto con il pubblico.

Il Corso di Recitazione per Principianti si terrà da Dicembre 2016 a Giugno 2017 a Roma presso il Teatro Testaccio in Via Romolo Gessi 8, (zona Testaccio).

I POSTI SONO LIMITATI ed è quindi importante la prenotazione

La PRIMA LEZIONE è gratuita

Viene richiesta la presenza di due ore a settimana a scelta tra le seguente fasce orarie:

Martedì 19:00 – 21:00 o, in alternativa, 21:00 – 23:00

I primi incontri gratuiti si svolgeranno Martedi 6 dicembre nelle medesime fasce orarie cioè 19:00 – 21:00 o 21:00 -23:00.

Per info, iscrizioni o per qualunque domanda telefona al 349 0573178

Vuoi scriverci una mail?  scriba100@tiscali.it

Allora, cosa aspetti?

Vieni a scoprire insieme a noi le tue potenzialità espressive con il Corso di Recitazione per Principianti.

25 novembre: no violenza sulle donne

violenza sulle donne scarpe rosse

La cronaca italiana degli ultimi tempi ha portato in evidenza una paurosa escalation di violenza sulle donne che non accenna a placarsi: i casi di femminicidio, violenza domestica, violenza fisica e psicologica, stalking, come ci mostrano le pagine di cronaca dei giornali e i servizi dei notiziari, sono una realtà con cui la nostra società deve fare i conti, dal punto di vista umano e legislativo.

Oggi, 25 novembre, è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999 per sensibilizzare governi, associazioni e opinione pubblica su questo argomento delicato. La scelta di questa data non è casuale, ma rimanda all’assassinio delle sorelle Mirabal: le tre donne erano note per essere attiviste del movimento che si opponeva alla dittatura di Rafael Leonidas Trujillo nella Repubblica Dominicana. Il 25 novembre 1960 furono massacrate a colpi di bastone, torturate e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, da alcuni agenti del Servizio di informazione militare.

Violenza sulle donne: i dati

Il 5 giugno 2015 l’Istat ha reso noti i risultati di un’indagine avente in oggetto la violenza sulle donne dentro e fuori le mura domestiche, approfondendo anche l’aspetto delle conseguenze di questi soprusi e la loro gravità.

violenza sulle donne 25 novembre

Dai dati è emerso un numero inquietante: 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni. Si tratta di un numero ancora troppo alto, ma fortunatamente in calo rispetto all’indagine precedente.

Nel 37,8% dei casi la donna ha riportato ferite, nel 36,1% ha temuto per la propria vita, la violenza è stata molto grave nel 44,7% dei casi.

Tra le conseguenze più diffuse le vittime hanno raccontato di perdita di fiducia ed autostima, ansia, fobia, attacchi di panico, disperazione e sensazione di impotenza, disturbi del sonno e dell’alimentazione, depressione, difficoltà a concentrarsi, perdita della memoria, autolesionismo o idee di suicidio.

Eppure il 23,5% delle donne non parla di questo dramma, soprattutto quando a perpetrare le violenze è il partner attuale (qui la percentuale sale a 39,9%). Ci si confida soprattutto con amici (35%) e familiari (33,7%), ma anche con carabinieri, polizia, avvocati, medici, infermieri, assistenti sociali.

Tra il confidarsi e il denunciare, però, c’è un abisso: soltanto il 12,3% denuncia la violenza alle forze dell’ordine, evidenziando una distorta percezione della gravità di quanto subito. Infatti soltanto il 35,4% delle donne che hanno subito violenza fisica o sessuale ritiene di essere vittima di un reato, il 44% sostiene che si è trattato di qualcosa di sbagliato ma non di un reato, mentre il 19,4% considera la violenza solo qualcosa che è accaduto.

La violenza sulle donne, però, non è solo fisica, non si palesa solo sotto forma di stupri o percosse. Le donne sono vittime, da parte di compagni ed ex compagni, di dinamiche quotidiane di abuso di potere, controllo, sottomissione, svalorizzazione, isolamento, intimidazione, imposizione. Nel 2014 circa 4 milioni 400 mila donne hanno dichiarato di subire o di avere subito violenza psicologica dal partner attuale, il 26,4% della popolazione femminile in coppia. La violenza psicologica è comunque in forte calo rispetto al 2006, quando era al 42,3%.

Violenza sulle donne è anche lo stalking (letteralmente “fare la posta”). Con questo termine si intendono quegli atti di persecuzione e intimidazione, ripetuti nel tempo, che causano alla vittima un’ansia e un timore tali da condizionarne le abitudini e gli stili di vita. Finalmente il Decreto Legge 23 febbraio 2009 n.11 (decreto Maroni), convertito in Legge n. 38 del 23 Aprile 2009, ha introdotto nel nostro ordinamento il reato di “Atti persecutori”, andando a colmare il vuoto legislativo fino ad allora esistente.

L’art 612 bis c.p. recita: Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque reiteratamente, con qualunque mezzo, minaccia o molesta taluno in modo tale da infliggergli un grave disagio psichico ovvero da determinare un giustificato timore per la sicurezza personale propria o di una persona vicina o comunque da pregiudicare in maniera rilevante il suo modo di vivere, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da sei mesi a quattro anni.

Le donne che hanno subito stalking sono 3 milioni 466 mila, il 16,1%: la metà di loro lo ha subito dall’ex partner. Le forme più diffuse di questo reato riguardano la ricerca insistente di parlare con la vittima, ripetuti messaggi e telefonate, lettere e regali indesiderati, la vittima viene seguita, spiata, minacciata e offesa sui social network.

Violenza sulle donne: numero rosa 1522

1522 è il numero di pubblica utilità voluto ed attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità, che punta a contrastare il fenomeno della violenza dentro e fuori le mura domestiche, offrendo numerosi servizi a chi subisce questa situazione di disagio, a cominciare dall’ascolto e dal sostegno emotivo-psicologico, in un’ottica esclusiva di aiuto, mai giudicante.

Il numero è attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza telefonica multilingue. Gli operatori svolgono diverse azioni, compresa quella di attivare per le situazioni di emergenza la procedura di contatto e collaborazione con le Forze dell’Ordine o coi servizi specializzati presenti sul territorio.

Violenza sulle donne e self defence

In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la Fikbms (Federazione italiana Kickboxing, Muai Thai, Savate e Shoot Boxe) col patrocinio della Polizia di Stato porterà fino al 30 novembre in diverse città italiane l’iniziativa Colpita, Affondato: si tratta di corsi e stage gratuiti di autodifesa dedicati alle donne, organizzati nelle strutture sportive aderenti alla Federazione in tutta Italia, proprio per sensibilizzare sulla violenza nei confronti del sesso femminile.

Con l’aiuto degli psicologi per la parte dedicata al supporto emotivo, i maestri daranno alle partecipanti una serie di elementi teorico-pratici per controllare la paura, migliorare la reattività in situazioni di pericolo, fronteggiare possibili aggressori, difendersi da attacchi violenti, facendo leva più sulla velocità e sulla freddezza, che sulla forza fisica.

Accostarsi allo studio della difesa personale è il primo passo verso la consapevolezza e l’amore per se stesse. Significa aver capito i propri limiti, il problema e il pericolo delle aggressioni, e scegliere una soluzione positiva e determinante! Conoscere le tecniche di autodifesa non vuol dire perdere la femminilità, diventare violente e aggressive, ma arricchirsi di nuove conoscenze, nuove tattiche per affrontare le situazioni difficili e pericolose e vivere più serenamente e tranquillamente. La vera difesa personale inizia “dentro” ciascuna di voi, dall’immagine che avete di voi stesse. Se vi sentile degne di valore e di rispetto, saprete come farvi accettare e farvi rispettare dagli altri. La difesa, comunque, dipende anche da una maggior attenzione a ciò che succede attorno a voi, dalla vostra capacità e abilità di evitare certi pericoli e le situazioni che potrebbero danneggiarvi. (Prof. W. Bassanelli – Giugno 2010)

Violenza sulle donne: le scarpe rosse

Il 27 luglio 2012 Elina Chauvet realizza, davanti al consolato messicano di El Paso, in Texas, un’installazione artistica in ricordo delle centinaia di donne uccise nella città di Juarez. Per loro, giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni, la stessa triste sorte: rapite, stuprate, mutilate, strangolate e abbandonate nel deserto, il tutto in un clima di indifferenza e omertà da parte delle autorità e dei cittadini. Da tutta quella impunità e tutto quel silenzio nasce il suo atto di ribellione: nel 2009 Elina raccoglie tra le sue conoscenti trentatré paia di scarpe rosse, installandole poi nello spazio urbano di Juárez.

Rifà la stessa cosa due anni dopo a Mazatlan, nello stato di Sinaloa e in quell’occasione di paia di scarpe gliene vengono donate trecento.

Per questo le scarpe rosse sono diventate il simbolo del 25 novembre, della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Una società che si definisce civile non può permettere che le sue donne vengano umiliate, picchiate, stuprate o nel peggiore dei casi uccise per mano di uomini che, molto spesso, dichiarano di farlo per amore. La Giornata nazionale contro la violenza sulle donne si celebra perché si continui a parlare di Lucia Annibali (sfregiata con l’acido), di Carla Caiazzo (date alle fiamme quando era incinta all’ottavo mese), di Chiara Insidioso (picchiata fino ad essere ridotta in stato vegetativo), di Sara Di Pietrantonio (strangolata e bruciata), affinché storie come le loro non si ripetano mai più.

I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità. (Kofi Annan)